Alla fine Nuove linee guida per la popolazione. Escalation di attacchi fino a ieri sera, poi la festa. Ma anche in Cisgiordania è strage di palestinesi
A Gaza è scoppiata la felicità dopo l’annuncio ufficiale dell’accordo per il cessate il fuoco. Le bandiere palestinesi sventolavano tra gli abbracci e in molti piangevano di sollievo. Per le strade cortei e caroselli. Le stesse strade che durante la giornata hanno visto terribili massacri. I resti dei corpi di un’intera famiglia raccolti in una busta di farina vuota. Ciò che rimane di una bambina di un mese circa, recuperato a duecento metri dall’esplosione e trasportato in una cassetta per ortaggi in plastica, legata su una vecchia motoretta. La scuola Al-Farabi, vicino lo stadio Al-Yarmouk, a Gaza City, è diventata dopo la guerra riparo per decine di profughi palestinesi. La famiglia Al-Harazin occupava un’aula dell’edificio, larga cinque metri per cinque. Durante la notte un aereo israeliano ha sganciato una bomba che ha ridotto in briciole la stanza e le sette persone che vi si erano rifugiate, sette membri di una stessa famiglia.
PURTROPPO NON È IL RACCONTO dell’ultima delle stragi prima dell’inizio del cessate il fuoco siglato ieri sera in Qatar tra Israele e Hamas. Ce ne sono state molte altre dall’alba fino alla sera di mercoledì. Per tre giorni Israele ha accresciuto la violenza dei propri attacchi su Gaza, che non hanno risparmiato nessuno. Anche la famiglia Shaqoura e Abu Salha sono state decimate nella notte tra martedì e mercoledì nel bombardamento che ha colpito un complesso residenziale a Beit Lahiya, una delle città più tartassate della Striscia. Undici persone, tra cui bambini, donne e anziani.
I feriti portati in ospedale durante quest’ultima ondata di attacchi, ha spiegato dalla sala operatoria ai giornalisti il dottor Mohammed Tahir, un chirurgo inglese di origini irachene, arrivano a pezzi: «Questo è il cessate il fuoco?», dice mostrando alla telecamera una delle tantissime schegge estratte dal corpo del paziente che sta operando. «Nelle ultime ore, fino a questo momento, è così che finisce, amputazioni e uccisioni. Guarda! Hai visto che la gente arriva a pezzi? La gente arriva fatta a pezzi». Oltre ai bombardamenti agli edifici, sono aumentati anche gli attacchi mirati. A Nuseirat un raid aereo ha preso di mira un’automobile sulla quale viaggiavano cinque persone, tutte morte.
PRIMA CHE L’ACCORDO tra Israele e Hamas venisse ufficializzato, l’esercito ha tagliato l’elettricità all’ospedale Indonesiano, sotto attacco già prima dell’inizio dell’assedio militare nel nord di Gaza, durato più di 100 giorni. Philippe Lazzarini, il Commissario generale dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, ha dichiarato che nonostante i divieti israeliani, l’organizzazione «rimarrà e continuerà a fornire assistenza d’emergenza e, dove possibile, istruzione e assistenza sanitaria di base».
Nel pomeriggio di ieri i militari hanno anche emesso nuovi ordini di evacuazione per la popolazione, già sfollata, della zona di Jabalia, pubblicando la disposizione in un post su X dal profilo di Avichay Adraee. Il portavoce dell’esercito ha intimato alla popolazione dell’area di dirigersi immediatamente, «per la propria sicurezza», all’interno dei «rifugi nel centro di Gaza City». Si tratta della città maggiormente presa di mira dai bombardamenti degli ultimi tre giorni. Non è chiaro a quali rifugi facesse riferimento il colonnello ma ciò che è chiaro, da molto tempo oramai, è che senza un cessate il fuoco non esiste alcun luogo sicuro nella Striscia.
NONOSTANTE tutti i terribili avvenimenti, in serata le persone hanno cominciato a uscire in strada, prima in attesa dell’ufficialità dell’accordo e poi per festeggiare e gioire. Da Deir el-Balah, Hani Mahmoud, giornalista di Al Jazeera, ha raccontato la sensazione di una travolgente felicità: «Molti dei sentimenti che stiamo vedendo sono stati repressi negli ultimi 15 mesi e cominciano ora a venire a galla». Il reporter ha descritto la gioia di alcune madri che sono corse a baciare i propri figli, ringraziando dio perché sono sopravvissuti. Alcuni video pubblicati sui social mostrano sfilare per le strade anche uomini di Hamas, incappucciati e armati, per festeggiare la fine, almeno momentanea, dei combattimenti. Le autorità di Gaza hanno pubblicato e condiviso le linee guida per la popolazione della Striscia riguardanti i comportamenti da tenere dopo l’atteso annuncio: «Fai attenzione mentre ti muovi e affidati solo a fonti ufficiali per informazioni sul ritorno degli sfollati alle loro case a Gaza City e al Governatorato del Nord; stai lontano dalle bombe inesplose».
IN CISGIORDANIA, l’attesa della tregua non ha impedito a Israele di operare raid e pesanti attacchi. Nella notte tra martedì e mercoledì un bombardamento a Jenin ha ucciso sei palestinesi, tra cui un ragazzo di 15 anni. La popolazione ha indetto uno sciopero generale in risposta alla strage. Ma dopo poche ore, ieri sera, un nuovo raid ha ucciso altre quattro persone. A Qabatiya alcuni soldati sono stati feriti durante gli scontri con i combattenti palestinesi, mentre i coloni hanno attaccato e dato alle fiamme gli olivi nei pressi di Betlemme.
17/01/2025
da il Manifesto