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La Freedom alle porte di Gaza. Piazze pronte ad accendersi

La Freedom alle porte di Gaza. Piazze pronte ad accendersi

Politica estera

08/10/2025

da  Il Manifesto

Massimiliano Sfregola

Onda su onda La flottiglia di nove barche e 250 tra medici, infermieri e giornalisti verso la «zona rossa»

L’eco della missione della Global Sumud Flotilla, le polemiche e i racconti dell’orrore delle detenzioni illegali nelle carceri israeliane restano al centro del dibattito in Italia. E proprio in queste ore un’altra missione è ormai a due passi dalle acque di Gaza.

NONOSTANTE la sua avanzata sia rimasta in gran parte oscurata dai media – anche per la forte visibilità guadagnata dalla Sumud – la spedizione congiunta di Thousand Madleens e Freedom Flotilla, composta da undici imbarcazioni guidate dall’ammiraglia Conscience, non è di minore importanza. La prima è partita il 25 settembre dal porto di Catania, la seconda il 30 settembre da Otranto. «Sono arrivate in nove perché la capitaneria di porto greca, durante una sosta tecnica a Creta, con un pretesto ne ha sequestrate due», ci racconta Michele Borgia, portavoce della Freedom Flotilla Italia.

Come la Sumud – con la quale questo progetto collabora – l’obiettivo di medici, infermieri e giornalisti a bordo è rompere l’assedio e portare aiuti alla popolazione: a bordo ci sono decine di tonnellate di materiali umanitari, ma soprattutto professionalità sanitarie e giornalistiche, tra le più colpite in questi due anni di genocidio.

«SIAMO CONSAPEVOLI dell’impatto che hanno volti noti a bordo, organizziamo azioni da 18 anni – prosegue Borgia – Ma il nostro obiettivo questa volta era tentare di rompere l’assedio con professionisti, persone di cultura o attivisti che magari non avevano trovato posto in altre missioni». Con la Sumud si sostengono, spiega ancora Borgia, ma alcuni ritardi dovuti a diverse cause hanno portato le due missioni a raggiungere la destinazione a pochi giorni di distanza l’una dall’altra: «Avremmo preferito evitare di sovrapporci con la Sumud, ma le circostanze non hanno consentito tempistiche diverse».

Nonostante alcuni rallentamenti e il mare agitato delle prossime ore, pare certo che la flottiglia raggiungerà la zona rossa (l’area in acque internazionali dove Israele ha già intercettato altre missioni) stamattina. Da Cipro era partita domenica anche la Shireen, la barca legale della Gsf e una delle due imbarcazioni della prima Flotilla sfuggite al sequestro.

L’IMBARCAZIONE, con cinque avvocate a bordo, aveva il compito di raccogliere prove e testimonianze utili a future azioni legali. Non appena è iniziato l’attacco israeliano, si era allontanata. Anche stavolta il suo ruolo doveva essere di osservazione: l’incontro previsto con la Flotilla nella zona di intercettazione avrebbe dovuto avvenire tra ieri e oggi, ma la coalizione ha ritenuto opportuno evitare che un eventuale intervento israeliano coincidesse con l’anniversario del massacro compiuto da Hamas. La Shireen è quindi rientrata a Cipro, mentre la Conscience – acquistata dalla Mavi Marmara Foundation con i fondi dei risarcimenti pagati da Israele per l’assalto del 2010 – e le altre imbarcazioni proseguono verso Gaza. Le condizioni del mare, tuttavia, sono peggiorate e si attende maltempo proprio nelle ore del possibile intervento dell’esercito.

INTANTO, IN ITALIA la Flotilla Coalition è in massima allerta. «Abbiamo fatto appello al governo italiano, a Unione europea e Onu affinché garantiscano l’incolumità dei partecipanti», conclude Borgia. E mentre le piazze si preparano alla mobilitazione a sostegno delle 250 persone, tra cui una decina di italiani, che potrebbero essere arrestate e trascinate in Israele, la presidente del consiglio Giorgia Meloni tratta con sufficienza la nuova spedizione umanitaria: «Quaranta tonnellate di aiuti il governo le consegna in una mattina», ha detto sprezzante a Cinque minuti di Rai 1, ribadendo il mantra secondo cui i tentativi di forzare il blocco israeliano sarebbero solo iniziative per «creare problemi al governo». Meloni preferisce la polemica: «Il blocco navale c’è dal 2009. Non se n’era accorto Giuseppe Conte che c’era un blocco navale? Perché non ha posto il problema?».

MENTRE IL TRACKER sul sito della Flotilla mostra le nove imbarcazioni ormai sulla soglia della «zona rossa», l’Italia solidale attende con il fiato sospeso.

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