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La Gran Bretagna Labour deve tagliare le spese per la Difesa

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Dopo le voci di un possibile ridimensionamento degli investimenti britannici nella Difesa che potrebbe coinvolgere il Programma ‘Tempest’ per un aereo da combattimento di ‘6a generazione’, il Financial Times ha reso noto che il Ministry of Defence, il MoD ha chiesto a tutti i suoi fornitori di ‘identificare opportunità’ per tagli immediati al bilancio. «Opzioni a breve, per contribuire a contrastare una pressione fiscale significativa durante l’anno».

Londra, Ministry of Defence, MoD

‘Risparmi o tagli’

Secondo FT, la richiesta potrebbe comportare il ritardo di alcuni ‘programmi per la Difesa’. Per il momento una politica al risparmio. «Aree in cui potremmo eliminare duplicazioni e sprechi a reciproco vantaggio», altrimenti sarà peggio. La lettera alle aziende specificava che il MoD doveva fare delle ‘scelte difficili’: «Obiettivo di questo governo di spendere il 2,5 per cento del PIL per la Difesa».

Certe guerre vicine non aiutano

Agosto di meditazione sui risparmi possibili prima di dover arrivare a tagli dolorosi, non soltanto per le forze armate di casa. Troppo spendaccioni i governi conservatori in armamento per ‘amici visini’, e il riferimento all’Ucraina a prioritario sostegno Usa è evidente. Risparmi senza toccare la “capacità militare”, il sogno. La richiesta di tagli al bilancio, oltre alla più ampia revisione della spesa per la Difesa avviata dal nuovo governo laburista che non nasconde la possibilità di aumenti delle tasse questo autunno.

Quei 22 miliardi di debito ereditati

Il cancelliere dello Scacchiere (ministro delle finanze) Rachel Reeves ha detto di dover colmare un buco fiscale di 22 miliardi di sterline che afferma di aver ereditato dal precedente governo conservatore che aveva già avviato una serie di controlli e verifiche al bilancio della Difesa. Difesa spendacciona e persino sospetta, riferisce Analisi Difesa di casa nostra.

Nel 2023 il National Audit Office (la Corte dei Conti britannica) ha definito ‘inaccettabile’ il programma di acquisizioni di equipaggiamenti della Difesa avvertendo di trovarsi di fronte al più grande buco nero di un ministero in più di un decennio.

Superpotenza De Paperoni

La Corte dei Conti britannica ha valutato che il Ministero Difesa aveva messo in conto nel suo bilancio dei prossimi 10 anni un deficit per nuove armi e attrezzature di 16,9 miliardi di sterline, aggravato dall’aumento dell’inflazione. Buchi programmati e nascosti. «Il governo ha ereditato finanze pubbliche che sono molto peggiori del previsto. La National Audit Office ha confermato il più grande deficit di sempre nel piano di equipaggiamento per la difesa». L’aumento della spesa per la difesa al 2,5 percento del PIL (sollecitato da Washington): «il prima possibile».

2,5% del Pil alla Difesa, il futuro del forse

«Prospettiva non esaltante per una nazione che, a sentire i suoi vertici militari, dovrebbe prepararsi a una guerra con la Russia entro pochi anni e che ha appena ribadito il massimo sforzo finanziario per sostenere Kiev», sottolinea Analisi Mondo. Dopo la Germania, che ha già ridotto la crescita della spesa militare, anche la Gran Bretagna deve fare i conti con le difficoltà economiche, l’inflazione e i costi energetici determinati anche dalle conseguenze del conflitto in Ucraina e dal braccio di ferro con Mosca.

Farnborough Airshow

Del resto sul dibattito emerso al Farnborough Airshow (l’Airshow che a luglio è tornato e riunire i principali protagonisti dell’industria aerospaziale e della difesa del mondo), pesano preoccupanti contraddizioni. Un conto è rivedere la spesa per la Difesa per individuare sprechi e duplicazioni e quindi spendere meglio senza ridurre gli stanziamenti e un altro è valutare dove è possibile tagliare il bilancio senza compromettere in modo eccessivo le capacità operative, che restano forse la parte più immediata e facile da ridefinire.

‘Tempest’ in un bicchiere d’acqua

Il programma del velivolo di sesta generazione Tempest, era stato lanciato dal Regno Unito nel luglio 2018. Un anno dopo vi aveva aderito la Svezia e anche l’Italia. L’8 dicembre di quest’anno, dopo alcuni mesi di trattative, è salito a bordo anche il Giappone. Nuova denominazione del programma, Global Combat Air Programme, destinato ad assorbire ingenti risorse per molti anni. Il precedente salto con l’F35 era stato sostenuto e garantito dagli Stati Uniti. Quello ancora prima, con l’Eurofighter, aveva richiesto l’impegno di Regno Unito, Germania, Italia e Spagna.

Costi a livelli mai conosciuti

La dinamica dei salti generazionali nei grandi sistemi d’arma, che comportano innovazioni sempre più spinte, fa salire i costi a livelli mai conosciuti. Torna così di attualità la surreale premonizione di Norman Augustine, un dirigente industriale americano del settore aerospaziale, che, nel 1984, aveva ipotizzato che continuando sulla strada degli aumenti nel 2054 l’intero budget della difesa avrebbe consentito di acquistare un solo velivolo.

Tre giorno e ½ volo io, gli altri 3 e ½ tu, e l’anno bisestile per un giorno i marines

Questo velivolo avrebbe dovuto essere condiviso dall’Aeronautica e dalla Marina tre giorni e mezzo ciascuno alla settimana, ad eccezione dell’anno bisestile, quando sarebbe stato messo a disposizione dei Marines per il giorno in più. Ovviamente si trattava di un’iperbole, ma non troppo lontana da una folle realtà dentro cui stiamo precipitando

13/08/2024

da Remocontro

rem

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