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La Libia sprofonda nel caos. I ribelli rifiutano la tregua proposta dal governo e invocano la rivolta per vendicare l’uccisione del loro leader

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Caduto nel vuoto l’appello del governo di Tripoli a raggiungere un’intesa sul cessate il fuoco tra fazioni rivali e ribelli, la crisi in Libia continua a peggiorare.

Il cosiddetto “Apparato di supporto alla stabilità” ha promesso, con una dichiarazione dai toni durissimi, di perseguire gli assassini del suo leader, Abdulghani al-Kikli – noto come Ghaniwa – e dei suoi compagni, definendo l’omicidio una “flagrante violazione di tutti i valori umani e nazionali”.

Nel comunicato si afferma che Kikli “era un leader leale e un uomo coraggioso, che incarnava la più alta immagine di sacrificio e redenzione”, e che prenderlo di mira rappresenta “un tentativo di destabilizzare la sicurezza e la stabilità, nonché di minare il rapporto tra il popolo e i suoi servizi segreti”. Si sottolinea inoltre che questa azione “non farà che rafforzare la nostra determinazione a perseguire senza tregua i responsabili, ovunque si trovino”, aggiungendo che il crimine ha rivelato “il vero carattere di coloro che lo hanno commesso e le loro intenzioni ostili nei confronti della nazione e del suo popolo”.

La Libia sprofonda nel caos: i ribelli rifiutano la tregua proposta dal governo e invocano la rivolta per vendicare l’uccisione del loro leader

Ma non è tutto. L’Apparato ha chiesto il rovesciamento di quello che ha definito il “governo di normalizzazione”, accusandolo di “incapacità nella gestione degli affari di Stato e nel fronteggiare le sfide legate alla sicurezza e al controllo del territorio”, elementi che – secondo la dichiarazione – lo avrebbero privato “della legittimità effettiva per continuare a essere al potere”.

Dichiarazioni di fuoco che lasciano presagire una possibile escalation della crisi interna, tanto che alcuni Paesi europei hanno già annunciato l’intenzione di evacuare le ambasciate, mentre gli Stati nordafricani confinanti con la Libia stanno rafforzando le misure di sicurezza in vista di una possibile guerra civile.

15/05/2025

da La Notizia

di Franco Pigna

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