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La lista su il Giornale delle “quinte colonne” di Maduro non indigna?

La lista su il Giornale delle “quinte colonne” di Maduro non indigna?

Secondo Il Giornale sarei una delle quinte italiane colonne di Maduro. Il quotidiano ha pubblicato una lista di giornalisti, politici, giuristi e blogger.

Le “liste di proscrizione” sono come l’alito cattivo, sono tali solo quelle degli altri.

Dopo aver strepitato contro una lista di sionisti pubblicata on line condannata come “di proscrizione”, ora il quotidiano propone una lista dei sostenitori di Maduro in Italia.

Non mi stupisce dato che sono due anni e mezzo che i giornali pubblicano liste di putinisti e filoPutin, tra l’altro inserendo tra loro anche giornalisti e intellettuali che si sono semplicemente schierati contro la guerra.

Sono sicuro che non ci sarà indignazione per questa lista tra gli opinionisti mainstream come invece c’è stata per la lista dei sionisti.

Mi limito a segnalare che l’espressione “quinta colonna” evoca il linguaggio dei periodi di guerra.
Noi saremmo quinte colonne, agenti del nemico, nella guerra che l’Occidente fa a governi e regimi non graditi.

Riassumo la posizione del nostro partito.

Noi di Rifondazione Comunista siamo legati da rapporti storici con la sinistra latino-americana che ha subito per più di un secolo le invasioni, i golpe, gli squadroni della morte, le dittature militari, i piani di destabilizzazione dell’imperialismo statunitense.

Siamo sempre stati solidali con la rivoluzione cubana assediata da un blocco criminale da più di sessanta anni.

Partecipiamo al Foro de São Paulo da quando fu fondato da Fidel Castro, Lula, Shafik Handal dopo l’implosione dell’URSS.

Abbiamo salutato con gioia la rivoluzione bolivariana del comandante presidente Hugo Chavez e la sua proposta di lavorare per un socialismo del XXI secolo.

Fin dalla prima vittoria di Chavez gli Stati Uniti hanno intrapreso piani di destabilizzazione culminati con un golpe nel 2002 che sostennero apertamente e che fu sconfitto dalla mobilitazione popolare e dal sostegno della maggioranza dei soldati e dei militari al presidente Chavez.

In Venezuela si è progressivamente creata una fortissima polarizzazione politica.

Gli Stati Uniti, schierati con l’oligarchia dominante, hanno gettato sempre benzina sul fuoco sostenendo le opposizioni più oltranziste di destra e utilizzando il terrorismo.

Non è un caso che il candidato presidente dell’opposizione appena rifugiatosi come esule in Spagna sia stato un agente CIA in Salvador negli anni in cui gli squadroni della morte ammazzavano sistematicamente campesinos, militanti della sinistra, e persino religiosi e suore.

La leader dell’opposizione è una che ha pubblicamente invocato un’invasione statunitense.

L’economia del Venezuela subisce da anni le conseguenze delle sanzioni illegali (a cui si è associata l’Unione Europea).

In questo quadro di destabilizzazione che va avanti da più di venti anni trovo incredibile la maniera con cui i media italiani hanno raccontato da anni il Venezuela.

L’Italia e l’Unione Europea avrebbero dovuto lavorare per aiutare il dialogo nazionale come ha sempre auspicato Papa Francesco.

Gli Stati Uniti e I miliardari trasferitisi a Miami sono i principali responsabili della crisi politica e sociale che vive il paese e che ha costretto milioni di venezuelani a emigrare.

La guerra economica e i piani di destabilizzazione, tra l’altro pure vantati pubblicamente da esponenti USA ai tempi dell’amministrazione Trump, vanno condannati come terroristici.

Qualsiasi errore possa essere attribuito da sinistra al presidente Maduro e al PSUV non va dimenticato mai il contesto difficilissimo in cui il movimento chiavista ha dovuto operare.

L’aggressione USA e due decenni di contrapposizioni durissime nella società in Venezuela hanno prodotto problemi e contraddizioni che noi auspichiamo si risolvano positivamente.

Approfitto per segnalare che il prossimo 20 settembre a Roma parteciperò a un incontro con le ambasciatrici di Cuba e del Venezuela organizzata dall’associazione La Villetta per rinnovare la nostra solidarietà a paesi che subiscono le aggressioni illegali degli Stati Uniti.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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