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La Nobel per la pace che sostiene l’intervento militare Usa in Venezuela

La Nobel per la pace che sostiene l’intervento militare Usa in Venezuela

Politica estera 

11/10/2025

da Remocontro

Ennio Remondino

La leader dell’opposizione venezuelana, 58 anni, clandestina, rifugiata quasi certamente nell’ambasciata Usa di Caracas, che per la democrazia nel suo Paese sostiene l’intervento militare Usa. E Trump quasi allo specchio, già si compiangeva: «Mi merito il premio Nobel per la pace, ma non me lo daranno mai».

Nobel per la Pace a causa delle guerre

Dunque il Nobel per la pace non è stato assegnato a Trump, nonostante tanti abbiano solleticato il suo narcisismo che l’aveva portato quasi a pretenderlo. Sostenitori accaniti, il ricercato per crimini di guerra Netanyahu e poi l’ucraino Zelensky, che disinteressato come sempre, si era detto pronto a sostenerne la sua candidatura se avesse inviato i missili Tomahwak in Ucraina, sull’orlo della sfida nucleare, dice ‘Politico’. Nobel della pace su istanze di guerra anche nel premio vero assegnato ieri.

Il primo Nobel al Venezuela

E nonostante Netanyahu e Zelensky, il riconoscimento è andato a Machado, che il presidente del Comitato per il Nobel, Jørgen Watne Frydnes, ha descritto come «figura chiave e unificatrice in un’opposizione politica che prima era profondamente divisa e che, attraverso di lei, ha trovato un terreno comune nel rivendicare libere elezioni e un governo rappresentativo». Una anti Maduro più decente e credibile dei tentativi precedenti. Il Comitato ha elogiato la scelta di Machado di rimanere nel Venezuela, «costretta a vivere nella clandestinità, nonostante le gravi minacce contro la sua vita». Tale condizione quasi certamente impedirà a Machado di ricevere il premio di persona.

Nobel anti Maduro

Il comitato fa esplicito riferimento alle elezioni presidenziali del 2024, nelle quali la candidatura della neo Nobel era stata bocciata dalle autorità venezualane. «Nata a Caracas il 7 ottobre 1967, Machado ha sempre ambito alla guida politica del Paese. È moglie di Ricardo Sosa e discendente della famiglia aristocratica Tovar e altre personalità rinomate nella vita del Paese. È stata deputata all’Assemblea nazionale. A livello ideologico Machado crede nelle privatizzazioni, anche della Statale petrolifera Pdvsa, e nel venir meno del ruolo dello Stato nella vita economica del Paese», la sintesi di Avvenire.

Qualche problema sulla pace

Machado è inoltre favorevole al massiccio dispiegamento militare degli Stati Uniti nei Caraibi, passato da 6.500 a 10mila soldati al largo del Paese e che minaccia possibili operazioni terrestri contro Caracas, nel nome della lotta al narcotraffico. «Manca poco perché i venezuelani recuperino la propria sovranità, libertà e democrazia. Siamo pronti ad assumere le redini di un nuovo governo», ha detto Machado.  Ed ecco che il riconoscimento, negato a Trump, diventa comunque utile agli scopi Usa nel fronte Sud. Resta allora l’incognita: può il premio Nobel per la pace sostenere l’uso della forza come strumento di risoluzione delle controversie?»

Più severo ‘piccolenote.it’

«La Machado ha così preso il posto di Juan Guaidò come figura immagine per promuovere il regime-change di Caracas, con il Nobel che gli conferisce la visibilità necessaria a diventare l’ancella del cambiamento».L’unico Paese, oltre al suo, nel quale aveva certa notorietà prima di ieri erano gli Stati Uniti, tanto da partecipare agli incontri dell’Americas Society/Council of Americas, fondato da David Rokefeller. Esaltando le opportunità che offriva il suo Paese una volta rimosso Maduro e avviato «un cambiamento strutturale». Anche lei, stile molto ‘trumpiano’, con promesse roboanti e subito.

Il ricco Venezuela ridotto alla fame

Le riserve petrolifere ‘più ingenti del mondo’, ‘abbondanti risorse di ferro, oro e minerali’, ‘terre fertili non sviluppate’. «Nel caso avesse termine l’attuale governo, in ‘soli 100 giorni’ tutto ciò sarebbe a disposizione degli investitori esteri, che ne beneficeranno, sin dal primo giorno, avvalendosi di condizioni senza precedenti… un piano che porterà a creare ricchezza per ‘1000 miliardi di dollari ’in pochi anni’». Un piano di privatizzazione ultraliberista, sottolinea Davide Malacaria, «al modo di quello applicato dai Chicago Boys nel Cile di Pinochet». O alla Milei. Troppo severo? Certo le sue amicizie pericolose vanno oltre Trump.

Nobel filo israeliano

  • I rapporti tra la Machado e Israele sono vecchi e consolidati: nel 2020 siglò a nome del suo partito, un’alleanza strategica col Likud mentre, in un’intervista successiva a una Tv israeliana, dichiarò che se avesse vinto le elezioni avrebbe spostato l’ambasciata venezuelana a Gerusalemme. Non sarebbe stato opportuno, quest’anno, che per il Nobel per la pace si «pensasse a qualcuno che si fosse distinto nel portare sollievo ai palestinesi? Si è scelto altro, quasi al contrario».
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