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La strage di Bologna, Mattarella: 'Spietata strategia neofascista'. Meloni: 'Fu feroce terrorismo'. Schlein: 'Legga le sentenze'

La strage di Bologna, Mattarella: 'Spietata strategia neofascista'. Meloni: 'Fu feroce terrorismo'. Schlein: 'Legga le sentenze'

In migliaia al corteo a 45 anni dall'attentato alla stazione che fece 85 vittime e 200 feriti

Tanti applausi, commozione e le lacrime di alcuni cittadini hanno accolto il corteo delle celebrazioni della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, nella quale 85 persone sono morte e 200 sono rimaste ferite.

    In prima fila, dietro ai gonfaloni, ci sono la ministra dell'Universita e Ricerca, Anna Maria Bernini, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il presidente della Regione, Michele de Pascale. Alle manifestazione partecipa, tra gli altri, anche la segretaria del Pd, Elly Schlein.

"Il 2 agosto di 45 anni fa - ricorda la premier, Giorgia Meloni - il popolo italiano ha vissuto una delle pagine più buie della sua storia. Il terrorismo ha colpito con tutta la sua ferocia la città di Bologna, con un attentato che ha disintegrato la stazione, uccidendo 85 persone e ferendone oltre duecento. Oggi ci stringiamo ai familiari delle vittime e a tutti i bolognesi, e ci uniamo al loro dolore e alla loro richiesta di giustizia".  "Il governo continuerà a fare la sua parte in questo percorso per arrivare alla piena verità sulle stragi che hanno sconvolto la Nazione nel secondo Dopoguerra, a partire dall'impegno portato avanti insieme alle altre amministrazioni competenti per il versamento degli atti declassificati all'Archivio centrale dello Stato, in un clima di collaborazione con le associazioni dei familiari delle vittime". 

Il presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla Stazione di Bologna, Paolo Bolognesi ha dichiarato:    "Oggi sappiamo chi è stato e ne abbiamo anche le prove.

La strage del 2 agosto 1980, già ideata nel febbraio 1979, fu concepita e finanziata dai vertici della famigerata loggia massonica P2, protetta dai vertici dei Servizi Segreti italiani iscritti alla stessa loggia P2, eseguita da terroristi fascisti. Contiguità che sembrano ancora oggi salde e inconfessabili, se pensiamo che fino a ieri le inchieste sulla strage del 2 agosto sono state ostacolate in ogni modo con depistaggi e intossicazioni che, seppur smascherate e smontate in sede processuale, hanno portato a ritardi di anni e anni nell'accertamento dei fatti.  E se ci sono voluti così tanti anni perché si arrivasse a svelare il quadro completo di chi ha voluto ed eseguito la strage del 2 agosto 1980, - ha aggiunto - è perché tutti, a parole, affermano di volere la verità, ma nei fatti sono moltissimi coloro che, pur avendone la possibilità, hanno fatto e fanno qualunque cosa per nasconderla, ritardarla e dissimularla.  Alla Presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi, vogliamo dire che una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un'altra cosa è l'accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare.

Presidente Meloni - ha detto - condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici".  "Sappiamo bene  - prosegue Bolognesi - che gli amici degli stragisti non si collocano solo a destra, perché il partito dei nemici della verità è trasversale, così come era trasversale la famigerata loggia massonica P2. È però un fatto che tutti gli stragisti italiani passarono dal Movimento Sociale Italiano, partito costituito nel 1946 da esponenti della Repubblica Sociale Italiana (allora in gran parte latitanti perché ricercati dalla nuova giustizia della Repubblica democratica), che fino all'ultimo avevano combattuto con i tedeschi contro i partigiani, partito che si collocava apertamente contro la nascente Costituzione nata nel 1947 e ispirata alla lotta di Liberazione". 

Per il sindaco di Bologna, Matteo Lepore "è importante che ci sia un'ampia partecipazione" alle celebrazioni della strage della stazione di Bologna "da ogni parte d'Italia perché quello che è accaduto il 2 agosto è importante per tutta l'Italia non solo per la nostra città. Le ultime sentenze della Corte di Cassazione confermano la verità giudiziaria, d'ora in poi si potrà raccontare in modo diverso quello che è accaduto alla stazione di Bologna. Conosciamo i mandanti, gli esecutori e gli organizzatori".
Alla cerimonia partecipano, tra gli altri, Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna e Anna Maria Bernini, ministra dell'Università e della Ricerca.
"È importante che questo sia un percorso che accompagni anche le altre stragi del nostro Paese, della strategia della tensione e delle stragi di mafia. Verità e giustizia sono parole scolpite nel cuore della nostra città - ha detto Lepore - Una città e Paese democratico si può dire tale, quando si conosce appieno la verità e insieme la si può onorare attraverso il lavoro della Repubbica italiana, attraverso tutte le sue funzioni". 

"Sono rimasta su questo palco dall'inizio alla fine proprio il profondo rispetto che a titolo personale e come rappresentante del governo nutro nei confronti dei familiari delle vittime. Devo però dire che non sono d'accordo né a titolo personale né come rappresentante del governo con qualunque riferimento fatto dal presidente Bolognesi all'attualità o all'attuale governo". La ministra Anna Maria Bernini, presente alla cerimonia, ha respinto fermamente "qualunque collegamento con l'orrore della strage e l'attualità o l'attuale governo, senza se e senza ma".

Mattarella: 'Fu una spietata strategia eversiva neofascista'

"La strage della Stazione di Bologna ha impresso sull'identità dell'Italia un segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile". Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Schlein: 'Anche chi governa legga le sentenze'

 "Sono passati 45 anni e quello che dicono i familiari delle vittime è dentro alle sentenze, di cui appunto bisogna assicurare la pubblicazione, per cui invito tutti a leggere quelle sentenze, anche chi governa". Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, al termine della cerimonia in stazione a Bologna per ricordare le vittime della strage, replicando alle parole della ministra dell'Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha detto di non condividere le posizioni dell'associazione familiari delle vittime e del presidente uscente, Paolo Bolognesi. 

Il giudice: 'Clima troppo caldo, non posso parlare'

"Ritengo sia ancora presto perché nel dibattito pubblico sulla storia giudiziaria della strage del 2 agosto 1980, che ha una portata storico-politica gigantesca, entrino anche i giudici che quelle sentenze hanno reso e con esse hanno parlato. Adesso è il turno dell'opinione pubblica". Il giudice Francesco Maria Caruso, presidente della Corte di assise che ha giudicato e condannato all'ergastolo Paolo Bellini, ha risposto così ad una richiesta di intervista del giornalista Daniele Predieri per Estense.com, quotidiano online ferrarese, che ne ha pubblicato il testo nel giorno del 45/o anniversario dell'attentato cui dedica uno speciale.

"Ho letto la rassegna stampa di oggi - ha scritto Caruso, ora in pensione - e vedo che il clima politico si sta surriscaldando. In queste condizioni non posso rilasciare interviste e unirmi alle tante voci che si sovrastano, con toni sempre più alti. Oltretutto, il collega che sta scrivendo la motivazione della sentenza della Cassazione deve essere lasciato in pace e temo che le mie risposte alle sue domande, tutte interessanti e meritevoli di risposta, finirebbero con l'interferire col lavoro che la Corte deve completare". La sentenza Bellini è infatti definitiva dal primo luglio. Caruso, che dopo il processo fu anche oggetto di minacce (per cui Bellini venne arrestato) è convinto che verrà il momento di parlare del processo "in una sede di studio, in un contesto di giuristi e storici, pacato e riflessivo, come spero sarà il convegno del 20 settembre a Ferrara a 20 anni di distanza dal delitto Aldrovandi", altro caso di cui si è occupato. "Non escludo che nel prossimo futuro possa essere necessario correggere inesattezze, errori, falsità, ma al momento spetta al dibattito pubblico commentare e valutare ciò che i magistrati hanno fatto". In ogni caso "è del tutto evidente che di quel fatto e di quelle sentenze si deve parlare; che il cittadino deve sapere ed essere informato, ad ogni livello". Nello speciale, Estense.com pubblica anche un intervento di Leonardo Grassi, già giudice istruttore della prima ora nell'inchiesta sulla strage.

02/08/225

da Ansa

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