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Ladri di terre e di futuro

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Rapporto Focsiv, Federazione di Volontariato Internazionale impegnata dal 1972 nella promozione di una cultura della mondialità e nella cooperazione con le popolazioni dei Sud del mondo. ‘Land grabbing’, accaparramento di terre: nel 2022 presa un’area grande come l’Italia. In 20 anni oltre un milione di chilometri quadrati, come 2 volte la Francia.

‘Land grabbing’

‘Land grabbing’, accaparramento di terre. Le aziende, soprattutto le multinazionali occidentali, puntano ad acquisire enormi estensioni di terreno da utilizzare per la coltivazione intensiva di prodotti da esportare (in particolare, sono utilizzate per produrre materie prime che, a loro volta, saranno utilizzate per la produzione di biocarburanti). Il land grabbing delle multinazionali per coltivazioni o estrazioni di minerali in 20 anni ha sottratto oltre un milione di km quadri a contadini e indigeni, inquinando e deforestando. Speranze nella direttiva Ue che, tra le molte altre attese, tarda ad arrivare.

Si sono comprati un’altra Italia

Solo lo scorso anno sono stati oltre 260 mila i chilometri quadrati di territorio acquistati nei paesi del Sud del mondo da multinazionali. Praticamente una superficie grande quasi come quella dell’Italia denuncia Luca Liverani su Avvenire. Una pratica predatoria in crescita vertiginosa. Anche – paradossalmente – con motivazioni di tutela ambientale anti combustibili fossili, a soddisfare le crescenti richieste di minerali indispensabili alla transizione ecologica, come il litio per le batterie dei motori elettrici delle automobili, che arriva dal Sud America.

Nuovo neocolonialismo

«L’accaparramento della terra, una nuova declinazione di neocolonialismo che da una quindicina d’anni affligge i paesi in via di sviluppo, sta conoscendo una grande accelerazione». L’allarme arriva dal VI Rapporto I padroni della terra curato dalla Focsiv, la Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana, impegnate nella cooperazione allo sviluppo. Il dossier è stato presentato alla Camera.  «Presupposto del Rapporto – affermano i ricercatori – è la consapevolezza che la terra fertile e l’acqua salubre sono risorse che si stanno esaurendo, in un mercato globale che tutto fagocita con un modello sviluppista e estrattivista».

Land Matrix

Gli ultimi rilevamenti della banca dati Land Matrix, che raccoglie dati sui contratti di cessione e affitto di grandi estensioni, rivelano che nel 2022 sono stati 26,1 milioni di ettari le terre accaparrate, pari a oltre 260 mila chilometri quadri. La ricerca sottolinea che «la convergenza tra le conseguenze della guerra in Ucraina, con l’uso del cibo come arma impropria, e la transizione ecologica con la nuova corsa alle materie prime critiche, sta provocando un’accelerazione della competizione tra blocchi geopolitici per il controllo e lo sfruttamento della terra». A farne le spese sono le popolazioni locali, espropriate dei mezzi di sostentamento, espulsi da territori, poi pesantemente danneggiati da deforestazioni, inquinamento, estrazioni.

Amazzonia tra Brasile e Gran Chaco

Casi esemplari sono gli accaparramenti nell’Amazzonia brasiliana e nel Gran Chaco, la regione tra Argentina, Bolivia, Brasile e Paraguay. Il Rapporto Focsiv racconta della «spirale di distruzione che lega l’accaparramento di terre alla deforestazione – per l’impianto di monocolture e per l’allevamento – che a loro volta causano emissioni di gas serra che contribuiscono al cambiamento climatico con un’ulteriore peggioramento delle condizioni locali». A questo «si aggiungono gli incendi provocati dai proprietari terrieri per espandere la frontiera agricola, come è accaduto nel Pantanal al confine tra Paraguay e Bolivia», area tra le più ricche al mondo di biodiversità.

Qualcosa di buono dall’Ue

Una buona notizia potrebbe arrivare dall’Europa: l’Unione sta lavorando su una nuova direttiva per regolare il comportamento delle imprese europee allo scopo di salvaguardare i diritti umani, come quello alla terra, e all’ambiente. Un obiettivo che dal 2021 è al centro della campagna «Impresa 2030. Diamoci una regolata» condotta da una decina di organizzazioni tra cui Focsiv, assieme ad ActionAid Italia, Equo Garantito, Fair, Fondazione Finanza Etica, Human Rights International Corner (HRIC), Mani Tese, Oxfam Italia, Save the Children e WeWorld.

Dove sono le terre accaparrate?

Prima tra i continenti è l’Africa col 37,4% del totale, subito dopo l’America Latina col 31,8, poi l’Europa orientale col 30,7, Asia 11,5 e Oceania 3,4. Quali sono i paesi che hanno ceduto più terre? Prima – a sorpresa – la Russia col 26,9%, segue il Perù col 16,2, poi l’11,3 della Repubblica democratica del Congo, 8,7 l’Indonesia, 8,2 il Brasile, 6,8 Gabon, 6 Camerun, circa il 4% Mozambico, Argentina e Liberia. E di dove sono le imprese che accaparrano? Il 13,3% in Svizzera (sede delle più grandi multinazionali e di fondi di investimento), poi 11,1 Canada, 9,8 Usa, 8,9 Cina, 8,4 Giappone, 6,6 Regno Unito, 6,1 Singapore, 5,5 Paesi Bassi, 5,4 Brasile, 4,7 Belgio.

Cina compra tutto

Land Matrix segnala in particolare come la Cina sia attualmente il paese con più interessi distribuiti nel mondo, avendo accordi con 53 paesi per la concessione di terre, seguita dagli Stati Uniti con investimenti in 47 paesi, poi la Gran Bretagna, paese ex coloniale e imperiale, che mantiene accordi con 42 paesi, e il Canada che grazie ad alcune multinazionali del settore estrattivo opera in 41 paesi. Seguono i Paesi Bassi che investono in 33 paesi e la Svizzera in 29.

Proteste indigene e contadine

Le manifestazioni di protesta delle popolazioni indigene e contadine, cacciate dalle loro terre, spesso sono represse con la violenza:

«Il rapporto 2023 è dedicato ai difensori e alle difenditrici dei diritti umani e dell’ambiente – che hanno perso la vita a causa delle loro battaglie in difesa delle comunità, dei popoli indigeni e della natura. Killer di bande armate, di milizie o della polizia locale, 401 persone uccise in 26 paesi e altre 1.500 minacciate, violentate o detenute. A questa già grave situazione si aggiunge la crescente criminalizzazione delle organizzazioni della società civile, in un mondo che diventa sempre più autoritario, ingiusto ed indifferente».

22/10/2023

da Remocontro

rem