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L'allarme. Così i tagli agli aiuti sanitari aumenteranno nel 2025 le morti di bambini

L'allarme. Così i tagli agli aiuti sanitari aumenteranno nel 2025 le morti di bambini

Il 2025 sarà il primo anno dall'inizio del secolo in cui il numero di bambini che muoiono crescerà invece di diminuire.


I governi, in primis quello degli Stati Uniti d’America, stanno tagliando i fondi per gli aiuti sanitari, compresi quelli per la Global Alliance for Vaccines and Immunisation (Gavi), l’organizzazione pubblico-privata la cui missione strategica è salvare la vita dei bambini e proteggere la salute generale aumentando l'accesso all'immunizzazione nei Paesi poveri. Di conseguenza, Gavi non avrà tutti i fondi necessari per finanziare i suoi prossimi cinque anni di attività.

Lanciata nel 2000, l’organizzazione ha reso possibile la vaccinazione per oltre un miliardo di bambini, salvando così oltre 19 milioni di vite e riducendo le morti sotto i cinque anni di più della metà, da oltre 9 milioni di decessi infantili del 2000 a meno della metà (4,4 milioni) nel 2024. Un risultato incredibile.

In questo periodo sono stati vaccinati oltre un miliardo di bambini e il costo totale per salvare quelle vite è stato di circa 22 miliardi di dollari, circa 1.000 dollari per ogni vita salvata. Inoltre, i bambini che questi vaccini hanno mantenuto in salute non solo vanno a scuola ma ottengono buoni risultati e contribuiscono all'economia del loro Paese. Ed è proprio per questo che migliorare la salute attraverso i vaccini è parte integrante della formula per aiutare i Paesi a raggiungere l'autosufficienza.

Le vaccinazioni di Gavi hanno generato 250 miliardi di dollari di benefici economici nei Paesi in cui opera. Di fatto, l’organizzazione ha ottenuto un beneficio economico così straordinario che oltre 19 Paesi che hanno beneficiato del suo impegno hanno completato il programma, il che significa che ora autofinanziano integralmente i propri programmi di immunizzazione.

Ma ora tutti i progressi che abbiamo fatto sono a rischio. Gli aiuti sono diminuiti di 30 miliardi solo nel 2025, il che significa che si sta aprendo una crisi sanitaria globale con conseguenze devastanti soprattutto per le popolazioni più fragili e vulnerabili, non solo nei Paesi più poveri ma persino nel Paese più ricco del mondo.

Nei giorni scorsi, infatti, negli Stati Uniti è stata approvata una legge che combina ingenti riduzioni fiscali per i ricchi con tagli drastici ai programmi di aiuto per gli americani a basso reddito, tra cui Medicaid, il programma federale sanitario. La perdita della copertura assicurativa sanitaria non sarà l'unica fonte di miseria di massa derivante da questa legge, ma è certamente la più grande e la più facile da illustrare.

Negli Usa, negli ultimi 15 anni, l'Affordable Care Act – noto anche come Obamacare – non è riuscito a raggiungere la copertura sanitaria universale, soprattutto perché molti Stati repubblicani si sono rifiutati di estendere Medicaid anche quando il governo federale si è offerto di finanziarlo. Ciò nonostante, esso ha portato a un forte calo del numero di americani privi di assicurazione sanitaria. Ha anche portato a una notevole riduzione dell'ansia tra gli americani con patologie preesistenti, che non hanno più dovuto temere di vedersi negata la copertura o di rimanere intrappolati per sempre in attività lavorative che gli mantenevano la protezione assicurativa per paura di perderla.

In sostanza, tutti questi progressi stanno per essere vanificati. Il Center on Budget and Policy Priorities ha stimato che fino a 16 milioni di americani perderanno ogni protezione sanitaria. Stiamo parlando di annullare tutti i progressi compiuti dall'America nell'espansione dell'assicurazione sanitaria.

Tutto ciò, come sottolinea il premio Nobel per l’Economia Paul Krugman, non sta accadendo per risparmiare: «Se i Repubblicani si preoccupassero del deficit potrebbero rinunciare ai tagli fiscali per i ricchi. Non sta accadendo per volontà popolare: il Big Beautiful Bill (la riforma fiscale, ndr) è già estremamente impopolare e lo diventerà ancora di più quando la gente ne vedrà gli effetti. Sta accadendo perché il nostro governo è stato preso in mano da fanatici che credono di poter sfuggire, in un modo o nell'altro, alle conseguenze elettorali di peggiorare di molto la vita di milioni di americani».

Se pensiamo che questo ridimensionamento dell’assistenza sanitaria non riguardi anche noi italiani siamo sulla cattiva strada. Solo pochi giorni fa il procuratore della Corte dei Conti Pio Silvestri ha pronunciato una vera e propria requisitoria in merito. Cito alcuni estratti: «Nella sanità liste d’attesa vergognose», «puntare sul capitale di medici e infermieri», «il capitale umano oggi è sacrificato sull’altare dei deficit di budget», «la spesa pubblica sanitaria in Italia, fatta eccezione per l'impennata nel corso della pandemia, è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi dieci anni, mantenendosi ben al di sotto sia della media Ocse e Ue»... In queste parole c’è tutto il paradosso italiano per cui l’ultima difesa del nostro Servizio sanitario nazionale non è nelle mani dei decisori politici ma in quelle della magistratura contabile, l’unica che da ormai qualche anno sprona i governi a finanziare più adeguatamente la più grande opera pubblica del nostro Paese, quella che dal 1978 ha consentito all’Italia di essere un Paese moderno.

Speriamo che qualcuno si svegli perché, in mancanza di questo, e di un ripensamento delle regole di funzionamento e delle modalità gestionali, anche il nostro Paese verrà coinvolto pesantemente nell’imminente ma ancora evitabile apocalisse sanitaria globale, con milioni di cittadini privati dell’assistenza sanitaria e di un diritto fondamentale. Come dice Silvestri, «un fenomeno vergognoso, per un Paese civile».

07/07/2025

da Avvenire

Walter Ricciardi  Walter Ricciardi è Professore ordinario di Igiene presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma 

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