04/08/2025
da La Notizia
Tra reati ambientali e inquinamento “il 2024 è stato l’annus horribilis per le coste italiane”. Lo rivela il report di Legambiente
Secondo l'ultimo report di Legambiente "il 2024 è stato l'annus horribilis per le coste italiane" tra inquinamento e reati ambientali
Cemento illegale, scarichi abusivi, pesca di frodo e violazioni del Codice della navigazione. Il 2024 si conferma l’annus horribilis per le coste e i mari italiani, secondo il rapporto Mare Monstrum 2025 diffuso da Legambiente. Le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno accertato 25.063 reati (+9,2% rispetto al 2023), cui si aggiungono 44.690 illeciti amministrativi (+21,4%). In totale, 69.753 violazioni: una media di 9,5 per chilometro di costa, cioè un illecito ogni 105 metri.
Cemento illegale e abusivismo edilizio
La piaga principale resta il ciclo illegale del cemento. Nel 2024 gli abusi edilizi hanno generato 10.332 reati (+0,7%), pari al 41,2% del totale nazionale. La Campania guida la classifica con 1.840 violazioni, seguita da Puglia (1.219) e Sicilia (1.180). Seguono Toscana, Calabria, Veneto e Lazio.
Inquinamento e mala depurazione
La crescita più significativa riguarda i reati di inquinamento, saliti del 24,4% rispetto al 2023, con 7.925 casi. Il 31,6% è legato a depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi e sversamenti illeciti. Campania e Calabria sono le regioni più colpite, con oltre 2.400 reati complessivi.
Pesca illegale e violazioni del Codice della navigazione
La pesca di frodo rappresenta il 18,2% dei reati totali: la Sicilia è in testa con 898 violazioni e oltre 340mila chili di prodotti ittici sequestrati. Al secondo posto la Puglia (567 reati) e al terzo la Liguria (564). Crescono anche le violazioni al Codice della navigazione e della nautica da diporto, con 2.253 casi accertati, spesso in aree protette.
La geografia dell’illegalità
In termini assoluti, le regioni a tradizionale presenza mafiosa restano il cuore dell’illegalità ambientale: Campania (4.208 reati), Sicilia (3.155), Puglia (2.867) e Calabria (2.433) raccolgono oltre la metà delle infrazioni. Ma se si rapportano i numeri all’estensione costiera, la maglia nera va alla Basilicata con 33,6 reati per chilometro, seguita da Emilia-Romagna (29,9) e Molise (25,1).
Legambiente: servono misure urgenti
Per Legambiente è necessario un cambio di passo. Tra le dieci priorità proposte: ripristinare l’efficacia dell’articolo 10-bis della legge 120/2020, che assegna ai prefetti l’abbattimento degli immobili abusivi non demoliti dai Comuni; istituire fondi per le demolizioni; completare i sistemi di depurazione; aggiornare le norme sul riuso dei reflui depurati; introdurre misure più incisive contro la pesca illegale.
“Nel quindicesimo anniversario dell’uccisione di Angelo Vassallo torniamo a denunciare l’assedio alle nostre coste”, ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Il mare ha bisogno di un piano concreto che metta al centro legalità, depurazione e lotta al cemento illegale”.
Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità dell’associazione, ha aggiunto: “L’abusivismo edilizio e la maladepurazione sono piaghe storiche, aggravate da risposte istituzionali ancora troppo deboli. Il nostro Paese paga già quattro procedure d’infrazione europee per la gestione inadeguata delle acque”.
Il ricordo di Angelo Vassallo
Il report viene pubblicato alla vigilia del quindicesimo anniversario dell’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica (SA). Domani, durante le celebrazioni al porto di Acciaroli, sarà consegnato il Premio Angelo Vassallo alle amministrazioni più impegnate nella difesa dell’ambiente.