19.08.2025
da Remocontro
L’Europa amplia gli stabilimenti industriali per la Difesa e spende più degli USA per armare Kiev. Dall’inizio della guerra fino a giugno 2025, Unione Europea e alleati extra unione (GB) hanno stanziato almeno 35,1 miliardi di euro in aiuti militari all’Ucraina. 4,4 miliardi di euro in più rispetto agli Stati Uniti.
Industria di guerra in piena espansione
Tra maggio e giugno di quest’anno -anche se litigando e tra molti malumori- i Paesi europei hanno mantenuto un livello alto di sostegno a Kiev, e una parte significativa delle armi fornite non proviene più dalle scorte, armamenti datati, ma viene acquisita direttamente dall’industria della difesa. E questo significa che l’Europa ora è al primo posto anche in termini di volume totale di aiuti militari forniti dalla produzione industriale dall’inizio della guerra.
Il Kiel Institute litigando a Bruxelles
Lo riferisce uno studio del tedesco ‘Kiel Institute for the world economy’, che valuta come dei 10,5 miliardi di euro di aiuti militari europei stanziati a maggio e giugno 2025, almeno 4,6 miliardi sono erogati tramite contratti di appalto con aziende del settore della difesa, anziché attingere alle scorte esistenti. Armi nuovissime per un esercito eroico ma assieme logoro, in sempre maggiori e innegabili difficoltà non solo di armamenti ma soprattutto di uomini.
Affare guerra per chi ci guadagna
Contratti lucrosi assegnati principalmente ad aziende con sede in Europa e Ucraina, vantata da qualche parte politica come dimostrazione del «ruolo crescente dell’industria manifatturiera per la difesa nell’assistenza militare». ‘Assistenza militare’ piuttosto costosa e molti prestiti a rendere. Il G7 -segnala Analisi Difesa- ha stanziato di recente circa 6,3 miliardi di euro in aiuti finanziari col prestito ERA (European Reconstruction Assistance), secondo l’Ukraine Support Tracker. Mentre il Kiel Institute, segnala che a maggio – per la prima volta dall’inizio dell’amministrazione Trump – gli Stati Uniti hanno approvato esportazioni di armi all’Ucraina,non come aiuti ma come vendite che Kiev deve finanziare.
Usa avari e Ue spendacciona
Al contrario, i Paesi europei hanno continuato a sostenere l’Ucraina a titolo gratuito anche in supporto alla spesa sociale, all’economia e alle infrastrutture ucraine. La Germania ha stanziato un pacchetto di aiuti militari di 5 miliardi di euro, il più grande aiuto bilaterale. La Norvegia segue con 1,5 miliardi; Belgio con 1,2 miliardi; Paesi Bassi, Regno Unito e Danimarca tra 500 e 600 milioni.
Giganti d’armamenti
Gli stabilimenti dell’industria della Difesa in Europa stanno crescendo a un ritmo tre volte superiore rispetto al periodo antecedente la guerra in Ucraina, riferisce il Financial Times, facendo riferimento ai dati satellitari che riguardano 150 impianti di 37 aziende. Il quotidiano economico britannico ha osservato che le aree produttive prese in esame sono aumentate da 790 mila metri quadrati nel 2020-2021 a 2,8 milioni di metri quadrati nel 2024-2025.
Nuove strutture produttive
‘Scavi per nuove strutture, nuovi edifici, strade e lavori di costruzione’, ha sottolineato FT. Tra i siti industriali che stanno subendo la maggiore espansione c’è lo stabilimento per munizioni ed esplosivi di Varpalota, nell’Ungheria occidentale, costruito dalla tedesca Rheinmetall e dalla società di difesa statale ungherese ‘N7 Holding’ e destinato a produrre munizioni da 30mm per i cannoni dei veicoli da combattimento di fanteria, proiettili di artiglieria da 155 mm, e munizioni da 120mm per carri armati Leopard 2.
Fronte Baltico Ue
Secondo il Commissario europeo per la Difesa, il lituano Andrius Kubilius, dall’inizio della guerra in Ucraina, la capacità produttiva annuale di munizioni in Europa aumenterà da 300mila a circa 2 milioni entro la fine del 2025. L’espansione della tedesca Rheinmetall rappresenterà gran parte di questo incremento e l’azienda ha affermato che la sua capacità produttiva annuale di munizioni d’artiglieria da 155 millimetri dovrebbe aumentare da 70mila nel 2022 a 1,1 milioni nel 2027.
‘Act in Support of Ammunition’
Il Financial Times ha inoltre rilevato espansioni in 20 siti industriali interessati dall’Act in Support of Ammunition Production (ASAP), un programma dell’UE nell’ambito del quale Bruxelles ha stanziato 500 milioni di euro (580 milioni di dollari) per incrementare la produzione di munizioni a favore dell’Ucraina e delle forze armate delle nazioni europee.
Rheinmetall si rafforza
L’amministratore delegato di Rheinmetall ha assicurato che il boom della domanda di armamenti riempie gli ordini ma non spingerà i prezzi verso l’alto. Alzi: intervistato dal Financial Times, prevede un calo dei prezzi con l’aumento della produzione. Secondo il manager, i prezzi delle munizioni sono già diminuiti. Negli ultimi tre anni Rheinmetall ha decuplicato la capacità produttiva in risposta alla domanda crescente. Effetti simili, ammette, sono però più difficili da ottenere per carri armati e veicoli blindati.
Anche navi e droni
Sempre Rheinmetall ha annunciato trattative con partner nel settore navale e l’acquisizione di un sito vicino a Braunschweig per lo sviluppo di droni militari. Entro metà 2026 il portafoglio ordini potrebbe raggiungere i 120 miliardi di euro. Nel secondo semestre sono attese numerose commesse dalla Bundeswehr. A breve sarà inaugurata in Bassa Sassonia la più grande fabbrica di munizioni d’Europa. Nei prossimi dodici mesi l’azienda prevede migliaia di ordini per veicoli da combattimento.
‘Alleanze strategiche’ da paura
Per sostenere la domanda, Rheinmetall punta ad alleanze strategiche: con l’italiana Leonardo per la costruzione di carri armati; trattative esclusive con Leonardo per rilevare la divisione Iveco Defence Vehicles; cooperazione con Lockheed Martin per la produzione di componenti aeronautici a Weeze e lo sviluppo congiunto di missili. L’azienda valuta inoltre la riconversione di impianti civili alla produzione militare, incluso il sito Volkswagen di Osnabrück.
Germania in Ucraina se guerra continua
Rheinmetall -in previsione di guerra continua-, prevede di aprire un proprio stabilimento in Ucraina per produrre proiettili di artiglieria da 155 mm. Inizialmente, la capacità produttiva era prevista in 150.000 colpi all’anno, ma la dirigenza promette che la produzione verrà raddoppiata. La realizzazione dello stabilimento ucraino è in ritardo a causa di ostacoli burocratici da parte dei funzionari ucraini. La produzione in Ucraina dovrebbe iniziare nel 2026, mentre la piena capacità produttiva sarà raggiunta tra il 2027 e il 2028. Guerra e tensione continua incentivando.