08/10/2025
da Left
La politica italiana ed europea su Gaza, dignitosa solo fino a un certo punto
Durante la notte l’esercito israeliano ha commesso l’ennesimo atto di pirateria, questa volta ai danni della nave Conscience delle otto barche che navigavano con lei in una missione congiunta della Freedom Flotilla e dall’associazione ThounsandMadleens. Non si tratta di un intercettamento, come si legge in giro. È un atto illegale in acque internazionali e ha bisogno della parola giusta: pirateria. Il decadimento morale imposto da Israele al mondo richiede anche un’argine lessicale.
La nave Conscience trasportava più di cento persone tra medici, infermieri e giornalisti e portava con sé i medicinali che a Gaza mancano da mesi negli ospedali. I medici si erano detti disposti a “dare il cambio” ai colleghi palestinesi che negli ospedali diroccati operano incessantemente i feriti. Lì il piano di pace che riempie le prime pagine e le bocche dei politici non è mai arrivato. Le bombe continuano.
“Abbiamo lanciato l’allerta generale”, dice nel suo ultimo messaggio Vincenzo Fullone, portavoce per l’Italia sulla Conscience mentre si dispera per rabbia. Per Israele il mare Mediterraneo è suo. Per Israele la striscia di Gaza è una sua proprietà da sfibrare e riutilizzare a piacimento. Per Israele la Cisgiordania è un boccone da prendersi gradualmente. Per Israele il diritto internazionale è un ingombro da scavalcare alla bisogna.
Eppure le navi che cercheranno di rompere il blocco continueranno, partiranno ancora. Perché ogni volta a rimanere in mutande non sono gli attivisti abusati dall’esercito israeliano: sono i governi nazionali e l’Europa. E la politica dignitosa solo fino a un certo punto, come piace al nostro ministro Antonio Tajani.