16/11/2025
da Il manifesto
Beati i ricchi «Annunciare chi aderisce». I sindacati: «È incostituzionale». E rispunta pure il condono. Manovra, scontri e agguati. Conte e Schlein attaccano. Lotito si scaglia contro i Lep
Mosse elettorali, mosse demagogiche, mosse ideologiche. Gli emendamenti alla manovra sono, come al solito, la fiera del possibile: ognuno prova a metterci del suo, anche se poi la speranza di portare davvero il proprio progetto a casa spesso e volentieri è pari a zero. Però, certe dichiarazioni di intenti non possono passare inosservate. Come quello di FdI che obbliga le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti a comunicare con sette giorni di anticipo, per iscritto e in forma irrevocabile, l’adesione a uno sciopero. «Una misura che snatura il diritto stesso di sciopero garantito dalla nostra Costituzione, crea di fatto liste di scioperanti e apre la strada a discutibili pressioni e potenziali discriminazioni inasprendo le relazioni industriali – scrivono in una nota congiunta -. La legge 146/90, unitamente alle innumerevoli regole di settore, già assicura pienamente il rispetto del diritto alla mobilita’ attraverso la garanzia dei servizi minimi».
«SONO CAPACI solo di fare questo perché sono ossessionati da chi protesta e dissente, e hanno paura di chi li critica», è invece il commento del segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che venerdì è andato a Foggia, davanti ai cancelli dello stabilimento ex Iveco, venduto alla multinazionale indiana Tata Motors: «Oltre 1.500 famiglie non hanno garanzie per il loro futuro», dice il deputato. La proposta sulla limitazione degli scioperi dei trasporti è riuscita a far arrabbiare persino Italia Viva. Così la deputata Annamaria Furlan, ex leader della Cisl: «Un simile obbligo snatura il senso stesso dello sciopero, introduce di fatto delle liste di scioperanti e apre la porta a pressioni indebite e discriminazioni nei luoghi di lavoro».
A PROPOSITO di mosse elettorali, poi, fa rumore la proposta, contenuto in un emendamento della maggioranza, di riaprire i termini del condono del 2003. «C’è un problema particolare qui in Campania, il rischio di persone che rimangono in mezzo alla strada. Ce ne siamo occupati tante volte, bisogna comunque affrontare la questione e vedere quali sono gli edifici a rischio, quali sono quelli non a rischio e bisognerà affrontare con serenità, senza dogmatismo il problema e prendere poi una decisione», ha detto il vicepremier Antonio Tajani ieri durante un convegno a Napoli. Replica il segretario campano del Pd Piero De Luca: «È un atto gravissimo. Un provvedimento pensato non per risolvere l’emergenza abitativa, ma per raccogliere consenso in Campania alla vigilia del voto. Una dinamica che ha tutte le caratteristiche di un voto di scambio politico. Invece del piano casa da 15 miliardi promesso da Meloni, miracolosamente scomparso dopo gli annunci, arriva l’ennesimo condono acchiappa-voti – continua il parlamentare».
DALLE PARTI della maggioranza, poi, non tutto è sereno: il senatore Claudio Lotito ha infatti depositato un emendamento per stralciare dalla manovra i sei articoli sui Lep, abilmente inseriti nel pacchetto dal ministro Calderoli per salvare il salvabile dell’autonomia differenziata, riforma smontata dalla Consulta eppure ancora di gran moda negli ambienti leghisti.
LE OPPOSIZIONI, per il resto, guardano più agli aspetti generali. Elly Schlein, ieri, da Verona, ha sottolineato che «Questa manovra, per stessa missione del governo, avrà un contributo alla crescita che è pari allo zero». «Noi continuiamo a insistere – ha aggiunto, parlando con i giornalisti – che bisogna fare delle politiche industriali, a partire da intervenire sul costo dell’energia, e usare bene i fondi europei per riuscire ad attirare nuove opportunità di impresa, nuovi investimenti, a creare lavoro per i giovani e creare opportunità di futuro dignitoso anche qui in Veneto».
E GIUSEPPE CONTE ha lanciato una nuova proposta. «Quando poi finiscono con balletti e saltelli, gli ricordiamo che c’è un Paese in difficoltà, che gli italiani stringono la cinghia – ha affermato in un video diffuso via social -. Per questo – prosegue il presidente del Movimento 5 stelle – li invitiamo a considerare, estensione della no tax area sino a 20 mila euro, investimenti seri in sanità, incremento dell’assegno per i figli. E ancora: ritorniamo per le imprese a Transizione 4.0 col credito di imposta, come nel 2019 e nel 2020. Da ultimo, un pacchetto serio per la sicurezza: è un’emergenza nelle nostre strade, nelle nostre periferie, anche nei centri storici. Prendiamo quei soldi buttati in Albania e li mettiamo in questo pacchetto».

