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L’attacco ucraino a Kursk, Russia, e ieri la centrale nucleare di Zaporizhzhia

L’attacco ucraino a Kursk, Russia, e ieri la centrale nucleare di Zaporizhzhia

L’esercito ucraino è entrato in profondità nel territorio della Russia sorprendendo un po’ tutti, compresi i russi: ora però non è chiaro cosa voglia ottenere. Peggio: nella notte colpita la torre di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sud dell’Ucraina, che è sotto il controllo delle forze russe. Incendio, gravi danni, tanta paura, ma per il momento nessun fuga radioattiva. Nessun colpevole confesso e nessun senso alla pericolosa azione militare.

a fire at a cooling tower of the Russian-controlled Zaporizhzhia nuclear power plant in Energodar 

 

La mappa militare dell’avanzata Ucraina, e in copertina, un palazzo di Kursk, Russia, colpito

La guerra in Ucraina si inferocisce

Azioni militari simbolo di nessuna rilevanza militare reale, per raggiungere quale obiettivo? La difesa della Russia violata, successo simbolo, bene per l’orgoglio nazionale ucraino, ma in terra ucraina le cose sul terreno continuano ad andare male, forse malissimo. L’attacco alla mega centrale nucleare di Zaporizhzhia, quasi certamente ucraino, segnale di resistenza sino all’olocausto atomico? Segnali contradditori di un dramma di cui la cronaca giornalistica può offrirci solo frammenti, mentre le ‘Grandi impotenze’ si nascondono, o al massimo giocano con soldatini e armi, senza avere idea di come uscire dal pasticcio-massacro che molti di loro hanno contribuito e creare.

Nella regione russa di Kursk, confine con l’Ucraina

L’attacco è cominciato martedì mattina, e secondo stime di analisti e media internazionali gli ucraini sono avanzati lungo più direttive occupando circa 350 chilometri quadrati di territorio russo. In corso da giorni combattimenti duri. Il governo russo ha dichiarato lo stato di emergenza a Kursk, e il governatore della regione ha detto che la situazione è «difficile». Giovedì il presidente ucraino Zelensky: «la Russia ha portato la guerra nel nostro paese, e dovrebbe sentire cosa si prova». Ma a diversi giorni di distanza, non è affatto chiaro quale sia l’obiettivo dell’incursione ucraina. Salvo la speranza di distratte tuppe russe dal fronte intern ucraino.

Un doppio fonte a danno di chi?

È insomma possibile che l’Ucraina voglia costringere la Russia a spostare nell’area di Kursk alcune truppe attualmente impegnate sul fronte del Donbass, dove si trova in grande difficoltà da mesi. Tuttavia non è detto che la Russia abbia davvero intenzione di dirottare le truppe, e in ogni caso sarebbe un’operazione che richiede del tempo. Molti analisti ritengono che comunque questa mossa sarebbe poco vantaggiosa nel lungo termine per l’Ucraina, perché richiede di impiegare e forse sacrificare forze fresche (le centinaia di soldati che sono entrati nella regione di Kursk) soltanto per ottenere un alleggerimento temporaneo del fronte da dobve i russi non distraggono forze.

Cosa hanno fatto gli ucraini

Martedì mattina alcune centinaia di soldati ucraini (non si sa il numero esatto) e di mezzi corazzati di origine occidentale hanno superato il confine con la Russia all’altezza della regione ucraina di Sumy e hanno travolto facilmente le difese di confine russe. Una volta passato il confine, i soldati ucraini sono penetrate in territorio russo usando la viabilità comune per avanzare: a nord verso la cittadina di Sverdilkovo e soprattutto a est verso Sudzha, dove si trovano una centrale nucleare e un grosso snodo di gasdotti. Capire dove si sono mossi i soldati ucraini, è molto complicato, confessa il Post.

Cosa sta accadendo lì e altrove di rimando

La tesi che va per la maggiore è che le truppe di Zelensky vogliano colpire le infrastrutture energetiche russe: il gasdotto nella città russa di Sudzha, a meno di 10 km dal confine e la centrale nucleare di Kursk. Ipotesi con svariati punti deboli, per il Manifesto. Se Kiev avesse davvero voluto interrompere il transito del gas che dalla Russia arriva ancora in Ungheria, Slovenia e Austria, avrebbe potuto colpire in molti altri punti e con un rischio molto minore. Per la centrale nucleare di Kursk, infrastruttura energetica tra le più importanti della Russia occidentale, per danneggiare davvero la rete russa bisognerebbe occupare o distruggere la centrale. Salvo non voler causare un disastro atomico, che tra l’altro colpirebbe anche i propri cittadini dall’altro lato della frontiera.

Azione dimostrativa ma non soltanto

L’ipotesi più realistica resta quella dell’azione eclatante di disturbo, sostiene Sabato Angieri. «Salvo il tentativo di costringere Mosca a spostare alcuni dei reparti nel Donbass e a Kharkiv per alleggerire i difensori nell’est che sono pochi e stanchi». Ipotesi sostenuta fra gli altri dal britannico ‘Institute for the Study of War’ -cita Francesco Brusa-, che fa notare come la Russia stia per ora facendo affidamento su unità e battaglioni già presenti sul proprio territorio, composti principalmente da coscritti e forze irregolari, non gli elementi migliori a disposizione di Mosca. Possibile che l’Ucraina voglia costringere la Russia a spostare nell’area di Kursk alcune truppe attualmente impegnate sul fronte del Donbass, dove si trova in grande difficoltà da mesi.

I costi di Russia e Ucraina nell’operazione Kursk

Ma molti analisti ritengono che questa mossa sarebbe poco vantaggiosa nel lungo termine per l’Ucraina, perché richiede di impiegare e forse sacrificare forze fresche (le centinaia di soldati che sono entrati nella regione di Kursk) soltanto per ottenere un alleggerimento temporaneo del fronte. Ma tutto ciò ha un costo e le autorità ucraine si preparano alla reazione russa. Secondo la polizia, «circa 20.000 persone devono essere evacuate da 28 insediamenti nella regione di Sumy, al confine con Kursk».

Luglio più caldo e più feroce

La missione di monitoraggio dei diritti umani della Nazioni unite ha reso noto che luglio è stato il mese più letale per la popolazione ucraina dall’ottobre del 2022 e che, in generale, la tendenza è andata crescendo per via dell’offensiva russa nell’est del paese. In mezzo all’apprensione per come si evolveranno le operazioni fra Kursk e Belgorod, la sofferenza dei civili rimane purtroppo una solida certezza.

12/08/2024

da Remocontro

rem

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