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Lavoro. Quante falle nella narrazione ottimistica del governo Meloni

Lavoro. Quante falle nella narrazione ottimistica del governo Meloni

 Politica italiana

16/10/2025

da Left

Cesare Damiano

Mentre la presidente del Consiglio si lancia in toni trionfalistici su conti pubblici e occupazione, i dati Inail raccontano tutt’altro: nel 2025 i morti sul lavoro restano 674, gli infortuni tra le donne e gli over 59 aumentano e le malattie professionali crescono del 9%

La narrazione molto ottimistica del governo Meloni è fatta di rivendicazioni di risultati e di silenzi su quel che non funziona. In campo economico si sbandiera l’andamento moderatamente positivo dei conti dello Stato tacendo o negando i molti tagli che favoriscono una contabilità “ordinata”. Nel campo del lavoro si infiocchettano molto i numeri dell’occupazione. Che, almeno fino a questa estate, venivano presentati come straordinariamente positivi. E che però, in agosto, hanno cominciato a perdere terreno.

Contemporaneamente, si tace l’arretramento costante del tessuto industriale, mentre il ministero delle Imprese e del Made in Italy fa, più o meno, sempre gli stessi annunci, ad esempio su siderurgia e automotive, da tre anni a questa parte. In merito alla sicurezza sul lavoro, poi, ben poco si dice dal fronte governativo. A parte fare un po’ di makeup ai dati incrociandoli con quelli dell’occupazione: + occupati: stessi infortuni = diminuzione degli incidenti. Fatto sta che, il 6 ottobre, l’Inail ha diffuso i dati relativi alle denunce di infortuni e malattie professionali nei luoghi di lavoro e in itinere, ossia durate il tragitto casa-lavoro-casa, presentate nei primi otto mesi del 2025.

Ebbene, districandoci tra i numeri emerge che nei primi 8 mesi di quest’anno i casi di infortuni mortali denunciati all’Inail, esclusi gli studenti, sono stati 674: cioè un numero equivalente quello dello stesso periodo del 2024. Di questi, 488 sono avvenuti sui luoghi di lavoro, 15 in meno rispetto ai 503 registrati nel 2024, con una flessione del -3%; 186 casi si sono verificati in itinere e sono 15 in più rispetto ai 171 registrati nel 2024, ovvero un + 8,8%. Quindi, il numero dei morti sul lavoro e in itinere di quest’anno rimane, fin qui, invariato rispetto all’anno precedente: sono sempre 674. A cambiare è la composizione dell’insieme tra “occasione di lavoro” e “in itinere”.

Questi dati, inoltre, confermano che siamo ancora lontani dall’obiettivo di abbattere il muro dei mille morti sul lavoro all’anno. Naturalmente si tratta, come spiega l’Inail, di dati provvisori, non consolidati, e il loro confronto richiede una certa cautela nelle analisi. Vedremo perciò i dati definitivi una volta certificati. Ma la tendenza appare in sé chiara. Le denunce di infortuni, esclusi quelli subiti dagli studenti, presentate nei primi otto mesi del 2025 sono state 333.775, di cui 271.976 in occasione di lavoro e 61.799 in itinere: nel complesso un -1,1%. Vediamo la situazione nei settori produttivi. Gli infortuni calano nei servizi di supporto alle imprese (-4,9%), nei Trasporti e magazzinaggio (-3%), nella Manifattura (-2,9%). Crescono, invece, nelle Costruzioni (+2,4%), nel Commercio (+1,4%), nella Sanità, nell’assistenza sociale e nelle Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+0,2%).

Da notare che la diminuzione delle denunce di infortunio che emerge dal confronto tra il 2024 e il 2025 riguarda solo gli uomini, con un calo del 2,5%, mentre per le donne si registra un aumento dello 0,3%. In flessione le denunce dei lavoratori italiani (-2,6%) al contrario di quelle degli stranieri (+1,8%). L’analisi per classi di età mostra un calo nella fascia che va dai 15 ai 59 anni (-2,7%) e aumenti per gli over 59 (+5,9%). In coerenza, va rilevato, con la crescita dell’occupazione degli ultra-cinquantenni e del calo di quella giovanile. C’è purtroppo da segnalare, e questo è il dato certamente più doloroso, una ulteriore crescita delle denunce di infortunio relative agli studenti. Si tratta di 50.232 casi, in crescita del 2,5% rispetto ai 49mila del 2024. Delle oltre 50mila denunce di infortunio, 1.229 riguardano studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), in riduzione dell’11,1% rispetto al 2024. L’incidenza degli infortuni occorsi agli studenti rappresenta il 13,1% del totale delle denunce registrate nel 2025.

I casi mortali denunciati entro il mese di agosto 2025 risultano essere 7 contro i 6 del 2024. Per quel che riguarda le denunce di malattia professionale protocollate nei primi otto mesi del 2025, esse sono 64.118, ossia 5.261 in più rispetto allo stesso periodo del 2024, in crescita percentuale del 9%. Un altro dato allarmante. Le malattie crescono del 9,0% in Industria e servizi e di quasi il 9% in Agricoltura. Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi otto mesi del 2025, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio. Insomma, la situazione sul fronte della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro non sta affatto migliorando. E dalle azioni dell’Esecutivo non si registra nessuna spinta verso l’adozione di misure e strumenti che favoriscano la prevenzione dei rischi. Questo, nonostante il fatto che le tecnologie digitali e l’AI ci offrano strumenti che potrebbero permetterci di migliorare notevolmente la situazione. Vedremo la chiusura del 2025 sul fronte degli infortuni e delle malattie professionali. Ma, al momento, non c’è ragione di manifestare ottimismo. Nel complesso, i dati dell’economia e del sociale mostrano evidenti contraddizioni e criticità. Vedremo che risposte saprà fornire la legge di Bilancio. 

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