04/08/2025
da Pressenza
Il DL n° 116 promulgato l’8 agosto scorso introduce nel codice penale nuove figure di reato ambientale e assegna 15 milioni di euro, destinati al Commissario unico, per gli interventi nel 2025.
Intitolato Disposizioni urgenti per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, per la bonifica dell’area denominata “Terra dei fuochi”, nonché in materia di assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n° 183 è in vigore dal 9 agosto 2025.
Gilberto Pichetto Fratin e Vannia Gava, rispettivamente ministro e vice ministro all’Ambiente, hanno dichiarato: «Con questo provvedimento lo Stato alza il livello di guardia su un territorio martoriato. Per accelerare il risanamento serviva un inasprimento delle pene. Questo decreto afferma con forza che chi inquina paga, senza sconti. È un segnale chiaro dello Stato a tutela dei cittadini e dei territori».
Ricordando che il governo è intervenuto sulla questione dopo che a febbraio di quest’anno la CEDU / Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia responsabile di violazioni del diritto alla vita perché, permettendo che subissero le conseguenze degli smaltimenti illegali e dei roghi tossici, per tanti anni lo Stato non ha tutelato la salute e l’incolumità degli abitanti nella “Terra dei Fuochi”, il direttore de IL GIORNALE DELL’AMBIENTE, Gianni Avvantaggiato, spiega:
« L’emergenza è ancora allarmante. Tra gli anni Ottanta e Novanta sotto la superficie della “Terra dei fuochi” sono state sepolte illegalmente e senza nessun controllo enormi quantità di rifiuti tossici provenienti da tutta Italia. Il traffico veniva gestito dalla criminalità organizzata e su novanta comuni adesso incombono le minacce delle discariche abusive nascoste sotto terreni coltivati o su cui sono state edificate costruzioni civili e dei roghi tossici, gli incendi che liberano nell’aria nubi nere cariche di diossina e altre sostanze pericolose.
« Il decreto trasforma molte vecchie contravvenzioni in veri e propri reati penali. Questo significa pene più dure per chi abbandona, brucia o traffica rifiuti, con sanzioni come la sospensione della patente e il fermo dei veicoli e, per imprenditori e manager che violano la legge, la cancellazione dagli albi professionali. L’abbandono di rifiuti non pericolosi è un illecito adesso punito con sanzioni severe e, in casi particolari, con pene fino a 5 anni di carcere, e l’abbandono di rifiuti pericolosi è sanzionato con la detenzione e, per i casi più gravi come il disastro ambientale o i traffici illeciti, è introdotto l’arresto in flagranza differita, uno strumento che rende più rapidi gli interventi delle Forze dell’Ordine. Inoltre vengono puniti anche i comportamenti quotidiani che alimentano il degrado: chi abbandona mozziconi di sigaretta, cartacce o piccoli rifiuti rischia una multa da 80 a 320 euro e tali infrazioni possono essere accertate anche tramite le telecamere di videosorveglianza e venire sanzionate direttamente dal sindaco del Comune».