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L’economia in nero supera i 217 miliardi di euro. Oltre 3 milioni i lavoratori irregolari

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Economia

22/10/2025

da Pressenza

Giovanni Caprio

L’economia non osservata è costituita dalle attività produttive di mercato che sfuggono all’osservazione diretta e comprende, essenzialmente, l’economia sommersa e quella illegale. Nel 2023 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata, ovvero dalla somma di economia sommersa e attività illegali, si è attestato a 217,5 miliardi di euro, con una crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente (quando era 202,4 miliardi). L’incidenza dell’economia non osservata sul Pil, cresciuto a prezzi correnti del 7,2%, è lievemente aumentata al 10,2%, dal 10,1% del 2022. I settori dove il peso del sommerso economico è maggiore sono gli altri servizi alle persone, dove esso costituisce il 32,4% del valore aggiunto del comparto, il commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (18,8%) e le costruzioni (16,5%). Si osserva invece un’incidenza minore per gli altri servizi alle imprese (5,5%), la produzione di beni d’investimento (4,3%) e la produzione di beni intermedi (1,6%). Sono alcuni dei dati del Report dell’ISTAT sull’economia non osservata.

La dinamica complessiva dell’economia non osservata, si sottolinea nel Report, è stata guidata dalla crescita delle sue principali componenti. Rispetto all’anno precedente, il valore aggiunto dovuto alla sotto-dichiarazione ha registrato un incremento del 6,6% (pari a +6,7 miliardi di euro), mentre quello generato da lavoro irregolare ha segnato una crescita dell’11,3% (corrispondenti a +7,8 miliardi). Contenuto, invece, il contributo delle altre componenti del sommerso: mance e fitti non dichiarati hanno registrato un aumento del 3,8% (pari a +0,5 miliardi) rispetto al 2022, mentre le attività illegali sono aumentate dell’1,0% (circa +0,2 miliardi)”Cresce anche il lavoro irregolare: nel 2023 sono 3 milioni e 132mila le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) in condizione di non regolarità, occupate in prevalenza come dipendenti (circa 2 milioni e 274mila unità). Rispetto al 2022, il lavoro irregolare è aumentato del 4,9% (poco più di 145mila Ula).

Entrambe le componenti dipendenti e indipendenti, si legge nel Report dell’ISTAT,  hanno registrato una dinamica simile con un aumento, rispettivamente, del 4,9% e del 4,8%, pari a +105,8mila Ula dipendenti e +39,5mila Ula indipendenti. Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza percentuale delle Ula non regolari sul totale, è risultato lievemente in aumento nell’ultimo anno, dopo 5 anni di calo consecutivo, attestandosi al 12,7% (era 12,5% nel 2022). L’aumento del tasso di irregolarità è dovuto alla forte crescita del lavoro non regolare, la cui dinamica (+4,9%) è stata circa il doppio rispetto a quella dell’input di lavoro regolare. Quest’ultimo ha registrato nel 2023 un aumento del 2,4% (circa +503,5mila Ula), determinato prevalentemente dalla componente dei dipendenti (+3,1% Ula regolari pari a +464mila Ula). Il tasso di irregolarità si è confermato più elevato tra i dipendenti in confronto agli indipendenti (pari, rispettivamente, al 12,9% e al 12,2%); è proseguita, tuttavia, la tendenza all’attenuazione della differente incidenza del lavoro irregolare tra le due componenti, in atto dal 2018. Nell’ultimo anno si è riscontrato un aumento di 0,2 punti percentuali del tasso di irregolarità per le unità di lavoro dipendenti e di 0,4 punti percentuali per quelle indipendenti”.

Per quanto riguarda, in particolare, le attività illegali, l’ISTAT segnala un valore aggiunto pari a 20 miliardi di euro, con  una crescita dell’1% (pari a +0,2 miliardi di euro). Nel 2023 il traffico di stupefacenti è cresciuto lievemente: il valore aggiunto è salito a 15,3 miliardi di euro (+0,2 miliardi rispetto al 2022), mentre la spesa per consumi si è attestata a 17,2 miliardi di euro. Nello stesso periodo si è registrata anche una moderata crescita dei servizi di prostituzione. In particolare, nel 2023 il valore aggiunto e i consumi finali sono aumentati, rispettivamente, del 2,8% e del 2,9% (portandosi a 4,1 e 4,8 miliardi di euro), dinamica dovuta anche alla revisione delle fonti utilizzate. L’attività di contrabbando di sigarette nel 2023 è rimasta marginale, rappresentando una quota – sul complesso delle attività illegali – del 2,5% del valore aggiunto (0,5 miliardi di euro) e del 3% dei consumi delle famiglie (0,7 miliardi di euro). Nel periodo 2020-2023 l’indotto connesso alle attività illegali, principalmente riconducibile al settore dei trasporti e del magazzinaggio, è passato da un valore aggiunto di 1,3 miliardi di euro a 1,4 miliardi di €.

Qui il Report: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/10/Report-ECONOMIA-NON-OSSERVATA-NEI-CONTI-NAZIONALI_ANNO2023.pdf

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