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Lecornu solo per un giorno

Lecornu solo per un giorno

Politica estera

06/10/2025

da Remocontro

Remocontro

Il primo ministro francese, Sébastien Lecornu, si è dimesso, il giorno dopo aver annunciato il suo nuovo governo. Lecornu era stato nominato dal presidente Emmanuel Macron il mese scorso.

L’Eliseo conferma

Nominato il 9 settembre, Lecornu era stato oggetto di critiche da parte dell’opposizione e della destra dopo aver svelato domenica sera parte della composizione del suo governo. Martedì avrebbe dovuto pronunciare la sua dichiarazione di politica generale all’Assemblea. Lasciando Matignon (la sede del governo, ndr,) 27 giorni dopo la sua nomina, scrive Le Figaro, Lecornu diventa il primo ministro con il mandato più breve della storia. 

Ora, bersaglio Macron

Sciogliere l’attuale Parlamento o le dimissioni del presidente. Dopo l’annuncio delle dimissioni, la responsabile del ‘Rassemblement National’ Marine Le Pen, invoca lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale. «Siamo in fondo alla barzelletta, la farsa è durata abbastanza», chiedendo elezioni anticipate. «L’esame immediato depositata da 104 deputati per la destituzione di Emmanuel Macron”, chiede il leader del partito della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon. L’ex premier francese François Bayrou frena di fronte ad una situazione definita «pesante e preoccupante».

Borsa di Parigi giù

Scivola la Borsa di Parigi dopo le dimissioni del primo ministro. L’indice Cac 40 cede l’1,75% a 7.938 punti e o spread tra Italia e Francia è negativo per 4,2 punti, con il rendimento annuo italiani in rialzo di 4,3 punti al 3,55% e quello francese di 8 punti al 3,59%. Tra i titoli più colpiti i bancari SocGen (-5,61%), Bnp (-4,45%) e Credit Agricole (-4,43%). Sotto pressione anche l’assicurativo Axa (-3,37%) e il colosso della distribuzione Carrefour (-2,6%).

No ‘governo fotocopia’

Domenica Lecornu aveva presentato un governo che era praticamente identico a quello del suo predecessore François Bayrou, sfiducia a inizio settembre. Per questo il primo ministro, che fa parte di Renaissance, lo stesso partito centrista di Macron, nelle ultime ore era stato criticato  non soltanto dall’opposizione, ma da vari membri della sua stessa coalizione, compresi i Repubblicani, di destra. I Repubblicani volevano più discontinuità rispetto all’esecutivo precedente, di cui invece erano stati confermati 12 ministri su 18, e hanno visto come un affronto il ritorno, alla Difesa, dell’ex ministro dell’Economia Bruno Le Maire, un fedelissimo di Macron a loro particolarmente inviso.

Socialisti e destra, nuove elezioni

Nelle ultime ore anche i Socialisti, di cui Lecornu stava cercando l’appoggio promettendo di annullare alcune delle misure più impopolari del suo predecessore, avevano minacciato di sfiduciarlo immediatamente. Le principali forze dell’opposizione, il Rassemblement national (RN) di estrema destra e La France Insoumise (LFI) di sinistra radicale, hanno chiesto nuove elezioni. Il RN ha invitato Macron a convocarle oppure a dimettersi. Il leader di LFI, Jean-Luc Mélenchon, ha chiesto al parlamento di dibattere la mozione di sfiducia al presidente presentata dal suo partito.

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