Ultime notizie dal fronte ucraino. Il presidente Zelensky ha firmato per far uscire il suo Paese dalla Convenzione di Ottawa, che vieta l’uso delle mine antiuomo. L’Ucraina va così ad aggiungersi a Estonia, Lettonia, Polonia e Finlandia -il fronte baltico-, che dalla Convenzione sono uscite di recente, e naturalmente a Usa e Russia che la Convenzione non l’hanno mai firmata. Nuove trincee sul fronte baltico con la Russia
La sospettabile scomparsa dell’Ucraina dalle prime pagine
- Certamente lo avrete notato, ma di Ucraina si parla sempre meno. Un po’ perché le notizie non raccontano della vittoria militare promessa, e poi l’orrore di quelle vittime di guerra che scompare di fronte al silenzio occidentale complice per ciò che viene perpetrato contro il popolo palestinese. Ma noi insistiamo anche sull’Ucraina, con la complicità di Fulvio Scaglione di InsideOver.
La cronaca senza filtri
I russi, avanzando nel settore Sud-Est del fronte, hanno occupato il più grande giacimento ucraino di litio, quello di Shevcenko, che rientrerebbe nell’accordo che Zelensky ha stipulato con Donald Trump. Quel che è peggio è che quella di Shevcenko è una delle tre direzioni in cui le truppe russe stanno penetrando le difese ucraine. Avanti di qualche ora: dagli ambienti del Parlamento di Kiev partono voci che vogliono per prossima la rimozione del ministro della Difesa Rustan Umerov (che sarebbe sostituito dal suo vice Sergej Boev), come pure la rimozione di Oleksandr Syrsky, comandante in capo delle truppe ucraine, che sarebbe a sua volta rimpiazzato dal capo di stato maggiore Andrej Gnatov. Una variante di queste voci vuole Umerov sempre silurato ma a favore di Vasyl Maljuk, attuale capo dell’SBU, l’ideatore dell’audace colpo contro gli aeroporti militari russi. In questa variante, riportano gli spifferi kieviani, Umerov sarebbe spedito a fare l’ambasciatore negli Usa. Un esilio dorato alla Valerij Zaluzhny.
Altro giro di rimozioni per arrivare a cosa?
Bisognerebbe aggiungere qualche altro fatto. I bombardamenti russi sulle città e sugli impianti industriali ucraini sono sempre più frequenti, sempre più massicci e sempre più devastanti. Intorno a città ucraine come Sumy (a Nord) o Pokrovsk (a Sud), si registrano concentrazioni di truppe russe di migliaia e migliaia di uomini. In un mondo normale le persone normali trarrebbero un’unica conclusione: l’Ucraina sta perdendo la guerra. Perde terreno, perde il controllo del proprio spazio aereo, cerca di fermare i fanti russi anche con le mine antiuomo e cerca, ormai un pò disperatamente, di avvicendare gli uomini ai vertici delle forze armate nella speranza di trovare l’idea buona. E mentre succede tutto questo il Financial Times, non certo la Pravda, scrive che diplomatici e funzionari ucraini sempre più spesso chiedono ai politici occidentali, in privato, di arrivare a un cessate il fuoco.
Financial Times al posto della Pravda
Anche se siamo ancora persone normali, però, non viviamo più in un mondo normale. Viviamo in un mondo in cui l’Europa, che tre anni e mezzo fa ha scommesso di riuscire a sconfiggere la Russia sul campo, non può ammettere di aver sbagliato i conti, e non solo quelli. Per cui siamo obbligati a ripeterci che vinceremo, anzi, stiamo già vincendo. Mentre gli unici che stanno davvero vincendo, per coraggio e spirito di sacrificio, sono gli ucraini che difendono il proprio Paese. Mentre noi parassiti li guardiamo combattere e morire, pronti ad assistere alla distruzione del loro Paese per non fare una marcia indietro che, a questo punto, vorrebbe anche dire mandare a monte tutto il bel piano di riarmo che tanto servirà alle aziende meccaniche tedesche e ai produttori di armi Usa, ai quali andrà il 48% (questa la quota Usa nei rifornimenti europei, rispetto al 68% del totale di armi che compriamo fuori Europa) dei famosi 800 miliardi per la Difesa.
Russia aggressiva o prossima al crollo?
E così continuiamo a dirci che i russi sono prossimi al crollo, che non ce la fanno più. Come dice Zelensky in tutte le interviste: a Kiev hanno solo bisogno di una pausa per riprendersi. E che, come scrivono augusti analisti nostrani, imbeccati dai servizi segreti e dalla giusta propaganda ucraina, perdono 1.300 uomini al giorno. Che fa circa 40 mila uomini al mese. Che, considerato che i russi sono all’offensiva da più di un anno, fa più di 500 mila uomini. Che, considerato che si combatte da tre anni e mezzo ormai, farebbe 1 milione e 750 mila uomini. Che tutto nell’insieme, e purtroppo per l’Ucraina, è solo una bella favola. Mentre nelle scorse settimane quello che si è visto è questo: i russi hanno restituito agli ucraini i corpi di più di 6 mila soldati ucraini caduti in battaglia, mentre gli ucraini ne hanno restituiti 57. E Vladimir Putin, con sommo cinismo, ha detto di averne almeno altri 3 mila da parte.
Ci pare sempre più evidente che l’Europa non arma e finanzia l’Ucraina per difenderla ma piuttosto per difendere sé stessa, per trovare in questa battaglia sofferta e combattuta da altri un senso che teme di aver smarrito. E non è una bella sensazione.