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L’Italia invia i suoi missili da crociera a Kiev. Non era ‘mai armi offensive’?

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Anche l’Italia ha fornito missili Storm Shadow all’Ucraina. Lo ha svelato il ministro della Difesa britannico Grant Shapps, vantandosene e credendo forse di fare un favore ai colleghi italiani. «Mai armi all’Ucraina per condurre un attacco contro la Russia», spergiuravano a Roma. Invece i costosi ed evidentemente inutili missili da crociera ‘Storm Shadow/SCALP EG’, comprati dall’Italia e da noi in servizio, sono impiegati da mesi sui velivoli da combattimento Sukhoi Su-24M ucraini per colpire obiettivi delle forze russe in Crimea senza badare troppo ai confini.

Bugie governative Segreto di Stato

L’ottavo pacchetto di aiuti militari italiani all’Ucraina, gennaio scorso, «formato da equipaggiamenti e sistemi d’arma utili a rafforzare le capacità difensive di Kiev», garantiva il ministro delle Difesa. Il governo ha sempre negato l’invio di strumenti offensivi, ‘una linea rossa’ comune a molti Stati europei ma che alcuni governi hanno invece iniziato nascostamente a superare. Tra questi, dopo le affermazioni del ministro britannico, a pieno titolo anche l’Italia. Grant Shapps

I ‘buoni’, lo sciocco e i ‘cattivi’

«Sono il Regno Unito, la Francia e l’Italia a posizionare queste armi per l’uso, in particolare in Crimea. Queste armi stanno facendo una differenza molto significativa» ha detto il britannico. Non contento, l’improvvido ministro insiste: «Francia, Regno Unito e Italia hanno dimostrato che Taurus, Storm Shadow o Scalp hanno un’efficacia devastante. Sono disponibili in quantità limitate e ce ne sono molti in Germania. Quindi sì, dovrebbero assolutamente essere consegnati», ha detto Shapps.

‘Efficacia devastante’ contro Mosca

Il sito specializzato ‘The Aviatonist’ ha sottolinerato che «questa è la prima volta che l’Italia figura tra le nazioni che forniscono questo tipo di missili all’Ucraina: il governo italiano non ha annunciato ufficialmente il trasferimento, mantenendo ‘il solito basso profilo quando si tratta di questioni delicate come donazioni o commesse di armi’».

Il segreto di Pulcinella

Alla fine di marzo il ministro della Difesa Crosetto. aveva dichiarato che il valore delle esportazioni a Kiev nel 2023 aveva raggiunto i 417 milioni di euro: quantità e tipologia di armi cedute a Kiev resta segreto per decisione del governo Draghi, norma ereditata e mai modificata dal governo Meloni anche se fonti ufficiali o meno, sia ucraine sia di nazioni alleate, hanno in più occasioni rivelato la natura degli aiuti militari italiani. «Resta da vedere se il ministero della Difesa italiano confermerà, o semplicemente non commenterà la fornitura» ha scritto il 28 aprile ‘The Aviationist

Quei 200 missili italiani a farne che?

Gli Storm Shadow sono in dotazione all’Aeronautica Militare che ne ha acquisito circa 200 dal 1999 per l’impiego imbarcato prima sui velivoli Tornado e ora sui Typhoon e costituiscono l’arma offensiva più potente e con maggior raggio d’azione in dotazione alle forze militari italiane.

Analisi Difesa già l’anno scorso

L’Ucraina è la decima nazione ad adottare il missile franco-britannico SCALP/Storm Shadow (dopo Francia, UK, Italia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Grecia, Arabia Saudita, Qatar e India). La Royal Air Force ha ordinato circa un migliaio di Storm Shadow, in parte impiegati in operazioni o per addestramento ma ancora presenti in diverse centinaia di esemplari negli arsenali britannici (e ora in parte a Kiev).

Armi per colpire la Russia

Queste armi, impiegate dalle forze aeree britanniche, francesi e italiane contro obiettivi in Iraq, Libia e Siria, consentiranno all’Ucraina di colpire con precisione bersagli anche in territorio russo con una gittata segreta ma intorno ai 500/550 chilometri se lanciata da aerei da combattimento.

Gli Storm Shadow non sono sistemi difensivi

Gli Strom Shadow quindi sono sistemi ben diversi rispetto a quelli che l’Italia afferma di inviare all’Ucraina e aumentano notevolmente le capacità di attacco di Kiev. Per la Russia, l’arrivo degli Storm Shadow ha voluto dire ripensare la sicurezza dei posti di comando e delle infrastrutture: il raggio di azione dei missili di fabbricazione britannica è ben più ampio di quello dei lanciarazzi Himars, o degli ATACMS inviati finora dagli Stati Uniti, con una gittata di 140 chilometri, anche se adesso Washington si appresta a fornire la versione con un raggio d’azione da 300 chilometri.

Rischio allargamento del conflitto

Fino a dove colpiranno gli Storm Shadow? Gli alleati di Kiev, tra cui l’Italia, hanno a lungo negato l’invio di armi a lungo raggio per evitare che l’Ucraina attaccasse il territorio russo e scongiurare un allargamento del conflitto. La fornitura all’esercito ucraino di questi sistemi da parte britannica ha rotto già da tempo questo tabù, ma si è dovuta attendere l’indiscrezione del ministro del Regno Unito per avere informazioni sul coinvolgimento dell’Italia.

Mentre resta da capire come questa fornitura si coniughi con le dichiarazioni del governo Meloni e con la Costituzione, citata dallo stesso Tajani nella sua intervista del 17 marzo ad Avvenire. «Abbiamo sempre detto che mai avremmo mandato missili offensivi e truppe, ma solo contraerea e armi difensive, nello spirito della nostra Costituzione. Sono cose molto differenti ed è questa la nostra coerenza, che rivendico». Complimenti ministro!

02/05/2024

da Remocontro

rem

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