La Lituania, con la Lettonia e l’Estonia la più a nord, la propaggine dell’Unione Europea (e della Nato) a ridosso del confine con la Russia, quasi nel mezzo tra due ‘fuochi’, avendo a sud a sud l’exclave russa di Kaliningrad. Piccolo Paese che con meno di 3 milioni di abitanti, risulta comunque il più popoloso dei Paesi Baltici. Elezioni politiche con il presidente uscente e la premier che si sfideranno nel secondo turno delle presidenziali.
Vilnius, Lituania
Il capo dello stato uscente Gitanas Nausėda è arrivato in testa nel primo turno delle elezioni presidenziali del 12 maggio, incentrato sulla «minaccia russa», che è assieme, l’incubo ricorrente ma anche il tema più scontato di tutta la politica nazionale lituana. Sfida ai vertici dello Stato col presidente uscente che dovrà fare in conti con la premier Ingrida Šimonytė nel ballottaggio del 26 maggio. Partita dispari, visto che al primo turno, Nausėda ha ottenuto il 46 per cento dei voti, contro il 16 per cento di Šimonytė. Secondo i principali analisti politici locali, Nausėda non dovrebbe avere problemi a imporsi al secondo turno.
In Lituania il presidente dirige la politica estera in collaborazione con il governo e partecipa ai vertici dell’Unione europea e della Nato
Paura della Russia, e piccole differenze attorno
La Lituania, un’ex repubblica sovietica che confina con l’exclave russa altamente militarizzata di Kaliningrad, teme di diventare il prossimo obiettivo della Russia in caso di vittoria in Ucraina. L’ala dura dell’interventismo Nato che ora deve fare i conti con l’andamento politici militare Ucraino-Nato decisamente negativo. Uniti dalla preoccupazione per la minaccia russa, Nausėda e Šimonytė hanno posizioni diverse in politica interna.
Destra-sinistra ma solo socialmente
La sfidante Šimonytė, 49 anni, ha posizioni conservatrici in economia e liberali in tema di diritti civili. In particolare, è favorevole alle unioni tra persone dello stesso sesso, osteggiate da molti in questo paese prevalentemente cattolico. Il presidente uscente, Nausėda, risulta più a sinistra dal punto di vista economico.
Davide anti russo, con qualche azzardo nazional illusorio
La Lituania è uno dei principali fornitori di aiuti militari all’Ucraina, grazie a una spesa per la difesa pari al 2,75 per cento del pil, che il governo vorrebbe portare al 3 per cento. Vilnius vorrebbe usare questi fondi aggiuntivi per acquistare carri armati e sistemi di difesa aerea, e per accogliere in territorio lituano una brigata tedesca.
La Germania è infatti pronta a inviare nel paese circa cinquemila soldati entro il 2027. Ma siamo, militarmente, ad ‘espressione di sentimenti. Simboli che comunque, in sede Ue alla pesano sul fronte sanzioni e altre piccole cattiverie anti Mosca.
13/05/2024
da Remocontro