Temperature oltre i 40 gradi che di solito si registrano a luglio e agosto, incendi, pericoli per la nostra salute. Una pericolosa ondata di caldo sta colpendo vaste aree dell'Europa. Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna sono tra i paesi che stanno vivendo le condizioni più severe.
In Spagna, a El Granado, nel sud-ovest del paese, sabato scorso il termometro ha sfiorato i 46 gradi. Secondo l'AEMET, l'agenzia meteorologica statale spagnola, se confermato si tratterebbe di una temperatura mai raggiunta nel mese di giugno, superando i 45 °C registrati a Siviglia sessant'anni fa. Anche in Portogallo le temperature sono salite vertiginosamente domenica, raggiungendo i 47 °C a Mora, una città nel centro del paese. In Francia le temperature hanno superato i 41 °C a Céret, nel sud-ovest, prima che violenti temporali si abbattessero su tutto il paese. L’area intorno a Parigi è stata tra le più colpite da grandine e oltre 15.000 fulmini. Météo-France ha affermato che si tratta della 50ª ondata di caldo dal 1947. In Grecia, le temperature hanno superato i 40 °C in molte zone della Grecia, con la massima registrata a Skala, in Messinia, nel Peloponneso meridionale, dove si sono raggiunti i 43 °C. Giovedì è scoppiato un incendio a sud di Atene: sono stati emessi ordini di evacuazione per diverse comunità e chiusi tratti della strada costiera che collega la capitale a Sounion, sede del Tempio di Poseidone. In Italia, il Ministero della Salute ha classificato 17 delle 27 città monitorate sotto allerta calore di massimo livello. A Roma, a Tor Vergata, le temperature hanno superato i 40 °C.
Si ritiene che le temperature estreme abbiano causato almeno tre vittime, tra cui un bambino che sarebbe morto per un colpo di calore mentre si trovava in un'auto nella provincia di Tarragona, in Catalogna, l’1 luglio. A Palermo, in Sicilia, una donna di 53 anni è morta lunedì dopo essere svenuta mentre camminava per strada. Secondo quanto riferito, soffriva di problemi cardiaci. Negli ultimi giorni, in alcune zone d'Italia, i ricoveri nei pronto soccorsi ospedalieri sono aumentati del 15-20%. La maggior parte dei pazienti sono anziani affetti da disidratazione.
Le ondate di calore sono un “killer silenzioso”, scrive Ajit Niranjan sul Guardian. Si stima che il caldo uccida circa mezzo milione di persone ogni anno. E, secondo uno studio pubblicato lo scorso anno su Lancet Public Health, i decessi causati dal caldo in Europa potrebbero triplicare entro la fine del secolo, con un aumento sproporzionato nei paesi meridionali come Italia, Grecia e Spagna. Eppure, il caldo raramente viene indicato come causa di morte principale perché le temperature estreme vanno a colpire persone fragili affette da altre patologie.
In Italia, la Lombardia e l'Emilia-Romagna, due centri industriali, hanno annunciato la sospensione del lavoro all'aperto tra le 12,30 e le 16, unendosi ad altre 11 regioni - dalla Liguria nel nord-ovest alla Calabria e alla Sicilia nel sud - che hanno imposto chiusure simili nei giorni scorsi.
Le autorità locali hanno seguito il consiglio dei sindacati dopo la morte di Brahim Ait El Hajjam, un operaio edile di 47 anni, che il 30 giugno è collassato ed è morto mentre lavorava in un cantiere vicino a Bologna, capoluogo dell'Emilia-Romagna. Martedì due operai si sono sentiti male in un cantiere vicino a Vicenza, in Veneto. Uno di loro sarebbe in coma.
I sindacati CGIL Bologna e Fillea CGIL hanno dichiarato in un comunicato: “In attesa di conoscere le reali cause del decesso, è fondamentale, in questo terribile periodo, promuovere una cultura della sicurezza. ”L'emergenza climatica ha chiaramente peggiorato le condizioni di chi lavora ogni giorno all'aperto e le aziende devono dare assoluta priorità alla protezione dei lavoratori".
In Francia sono state chiuse le scuole dopo la segnalazione dei sindacati del surriscaldamento delle aule.
La causa del caldo persistente è un sistema di alta pressione che si trova sull'Europa occidentale, noto come cupola di calore. Agendo come un coperchio, la cupola intrappola l'aria calda e secca e intensifica il calore nel tempo. Mentre il sistema si sposta verso est, attira anche aria calda dal Nord Africa, accelerando ulteriormente il riscaldamento in tutta la regione.
L'ondata di calore di questi giorni in Europa è uno dei segni che “il continente si sta riscaldando più rapidamente a causa della crisi climatica”, riporta il Guardian. Sebbene sia difficile collegare singoli eventi meteorologici estremi al cambiamento climatico, le ondate di caldo stanno diventando più frequenti e intense a causa dei cambiamenti climatici. Gli scienziati del World Weather Attribution, che analizzano l'influenza dei cambiamenti climatici sugli eventi meteorologici estremi, affermano che le ondate di calore di giugno con tre giorni consecutivi sopra i 28 °C sono diventate circa 10 volte più probabili oggi rispetto all'era preindustriale.
“Il vero problema non sono tanto le temperature oltre la norma quanto l’estremizzazione dei fenomeni”, spiega il climatologo Antonello Pasini. “Per esempio, al nord potrebbe esserci un leggero calo di questo anticiclone e potrebbero esserci fenomeni precipitativi estremamente violenti”.
Questa ondata di calore arriva dopo una serie record di temperature estreme, tra cui il marzo più caldo mai registrato in Europa, secondo i rilevamenti del servizio di monitoraggio climatico dell’UE Copernicus. A causa del riscaldamento del pianeta, gli eventi meteorologici estremi, tra cui uragani, siccità, inondazioni e ondate di caldo, sono diventati più frequenti e intensi.
“In qualche modo dobbiamo, da un lato, adattarci a queste situazioni anche perché pur agendo in fretta il clima ha un’inerzia e avremo a che fare con queste condizioni per i prossimi decenni: tutte le città dovrebbero dei rifugi climatici per le persone fragili ed economicamente vulnerabili che non hanno luoghi di refrigerazione in modo da evitare l’aggravarsi di patologie e decessi”, spiega ancora Pasini. Ma, soprattutto, aggiunge il climatologo, è fondamentale lavorare sulla mitigazione, ovvero sulle politiche di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera attraverso la transizione a fonti energetiche pulite.
Ma, come ha affermato in un’intervista al Guardian la vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la transizione energetica ed ex ministra dell'Ambiente spagnola, Teresa Ribera, sebbene gli effetti dell'emergenza climatica stiano diventando sempre più evidenti, non ci sono ancora azioni concrete. “La codardia politica sta ostacolando gli sforzi europei per affrontare gli effetti della crisi climatica, proprio mentre il continente è colpito da un'ondata di caldo record”, ha detto Ribera.
Una parte importante del problema, ha aggiunto, è che alcuni partiti politici “continuano a insistere, con veemenza, che il cambiamento climatico non esiste”, oppure affermano che prendere decisioni per adattarsi alle realtà ambientali è troppo costoso. “Mi dispiace, ma sarà molto più costoso se non agiamo”, osserva Ribera. “Lo sappiamo tutti. Non si può dire alla gente che il cambiamento climatico è il grande problema esistenziale della nostra generazione e poi dire: ‘Mi dispiace, non faremo nulla’”.
Secondo Ribera, molti politici sono riluttanti a esporsi o a chiedere azioni concrete per paura di alienarsi i consensi degli elettori, ma negare – o essere incapaci ad affrontare tutte le difficili questioni che pone l'emergenza climatica – non fa altro che contribuire all'attuale mancanza di fiducia nella classe politica.
Molti partiti di estrema destra in Europa e oltre considerano la crisi climatica come parte delle guerre culturali. Il partito spagnolo Vox sta cercando di abrogare la legge sul cambiamento climatico e la transizione energetica del governo socialista, mentre il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha descritto i piani dell'UE per affrontare il collasso climatico come una “fantasia utopica” che non farebbe altro che aumentare i prezzi dell'energia.
“Quando parliamo di sicurezza – io e tutti noi – ovviamente non ci riferiamo solo ad armi, carri armati e cose simili, ma anche alla natura che ci protegge”, conclude Ribera. “Può essere l'acqua, possono essere i confini... Investire nella natura è anche una questione di sicurezza”.
02/07/2025
da Valigia blu