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L’Onu accusa Israele assieme ad Hamas di crimini di guerra e contro l’umanità

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Investigatori indipendenti delle Nazioni Unite hanno accusato Israele e diversi gruppi armati palestinesi di aver commesso ‘crimini di guerra’, dallo scoppio del conflitto a Gaza il 7 ottobre. La commissione era stata istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel 2021. «È imperativo che tutti coloro che hanno commesso crimini siano chiamati a risponderne», ha dichiarato Navi Pillay, che presiede la Commissione d’inchiesta.

 

                   

L’illusione ‘imperativa’ di risponderne

Gli esperti della Commissione d’inchiesta creata dal Consiglio Onu Diritti Umani ritengono che nell’offensiva israeliana a Gaza sono stati commessi crimini contro l’umanità, in particolare «di sterminio, persecuzione di genere contro uomini e ragazzi palestinesi, omicidio, trasferimento forzato, tortura e trattamenti inumani e crudeli». E subito Israele ha accusato la Commissione delle Nazioni Unite di ‘discriminazione sistematica anti-israeliana’. Se critichi Israele diventi antisemita -depistaggio ormai classico dai contenuti delle accuse-  ripetuti questa volta dall’Ambasciatore di Israele alla Nazioni Unite a Ginevra.

Le accuse ai gruppi armati palestinesi

Accusati di crimini di guerra anche sette ‘gruppi armati palestinesi’, tra cui Hamas. La commissione Onu ha rilevato che in quell’attacco, membri delle ali militari di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi e civili palestinesi hanno commesso crimini di guerra, oltre a violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale umanitario.

A Gaza intanto, si muore anche di assenza umanitaria

Un problema apparentemente minore che si aggiunge ad altri, l’arrivo dell’estate e delle temperature oltre i 35 gradi: malattie infettive, poca acqua potabile, tonnellate di rifiuti che si accumulano ovunque, denuncia, altro rapporto fatto ieri ad Amman dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, alla Conferenza internazionale sulla risposta umanitaria di emergenza a Gaza.

«Almeno 1,7 milioni di persone – il 75% della popolazione di Gaza- sono state sfollate, molte volte a causa degli attacchi militari israeliani. Oltre 50mila bambini necessitano di cure per la malnutrizione acuta, la soluzione alla crisi umanitaria a Gaza è politica».

Mezzaluna rossa, valico di Rafah

La Mezzaluna Rossa egiziana del Cairo ha aggiunto che le autorità israeliane continuano a tenere chiuso, per il trentaseiesimo giorno consecutivo, il valico di Rafah sul lato palestinese impedendo l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, nonché l’uscita dei feriti e palestinesi malati, stranieri e persone con doppia nazionalità. Mentre i satelliti dell’Onu hanno accertato che il 50% degli edifici è stato distrutto dai bombardamenti israeliani.

La bombe Usa e qualche milione per cattiva coscienza

Gli Stati Uniti, mentre riforniscono di bombe e missili Israele, fanno sapere attraverso il segretario di stato Blinken ad Amman che concederanno 404 milioni di dollari in aiuti umanitari per Gaza. Qualche tonnellata di bombe in meno ad Israele?

Il cessate il fuoco permanente

Inutile annunciare donazioni e parlare di ricostruzione se Israele non fermerà l’offensiva che ha lanciato per «distruggere totalmente Hamas» mentre è chiaro che non potrà raggiungere questo risultato. Secondo Blinken lo stop alle armi è vicino, e dipenderebbe solo dal sì ufficiale di Hamas che dietro le quinte è già pronto a negoziare i dettagli, annuncia alla Reuters Sami Abu Zuhri, un portavoce del movimento, aggiungendo che ora spetta a Washington garantire che Tel Aviv rispetti l’intesa.

Le promesse Usa su Israele sono reali?

Israele, sostiene Blinken, sarebbe è pronto a fermarsi. «Lunedì ho incontrato Netanyahu, che ha riaffermato il suo impegno nei confronti della proposta di accordo per il cessate il fuoco», insiste il segretario di Stato riferendosi al piano Usa approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, mentre è Netanyahu che deve risolvere l’ambiguità della posizione israeliana sulla tregua. Che le attuali garanzie Usa non siano del tutto credibili, basta ciò che Netanyahu ripete da otto mesi: «Israele non metterà fine alla guerra prima di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi: distruggere le capacità militari e di governo di Hamas, liberare tutti gli ostaggi, garantire che Gaza non rappresenti una minaccia per Israele in futuro».

Le doppiezze americane

Il giornale online Ultra Palestine riferisce che varie formazioni palestinesi stanno indagando sulla partecipazione americana al blitz israeliano che sabato scorso ha portato al recupero di quattro ostaggi a Nuseirat, a costo però della vita di oltre 200 palestinesi, tra cui donne e bambini, morti nei bombardamenti sul campo profughi.

13/06/2024

da Remocontro

rem

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