L’Ue si è già arresa a Trump
Fermi tutti! L’Europa s’è desta. A leggere i giornali, ieri mattina, era tutto uno squillo di tromba e una chiamata alle armi contro la guerra commerciale che gli Stati Uniti, dopo Canada e Messico, minacciano di allargare al Vecchio Continente. “Dazi e mercati, Trump tratta”, titolava in prima pagina il Corriere della Sera. Anche perché la Ue mica si è fatta cogliere impreparata. Secondo il giornale di via Solferino, “nel gabinetto della von der Leyen un comitato ristretto sui dazi” è stato “costituito, e in modo molto strutturato, sin da questa estate”.
Quindi, tranquilli. “Sono almeno sei mesi che la Ue si prepara” alla possibile guerra dei dazi, con “un set di risposte e contromisure”. E quali sarebbero questi assi nella manica che Bruxelles sarebbe pronta a calare? Dopo averci informati, sempre in prima pagina, che sui dazi “l’Ue avvisa Trump” con l’ultimatum di un’agguerrita Ursula von der Truppen (“Pronti al dialogo con gli Usa ma se presi di mira risponderemo con fermezza”), Repubblica svela la strategia che da mesi l’Unione starebbe mettendo a punto.
“La Commissione europea”, presieduta proprio da von der Leyen, “aveva informalmente proposto di aumentare le importazioni dagli Usa di gas, auto e armi per tranquillizzare il presidente statunitense”, spiega nelle pagine interne il quotidiano di Largo Fochetti. Roba che alla Casa Bianca si staranno già sbellicando dalle risate. Anche perché la risposta decisa dell’Ue agli Stati Uniti sarebbe in pratica accettare le condizioni minime poste da Trump per aprire un negoziato.
Con l’obiettivo del presidente Usa di convincere – meglio, costringere – l’Europa ad acquistare dagli Stati Uniti armi e gas liquido, a prezzi ben più elevati rispetto a quello russo, per riequilibrare la bilancia commerciale. Un quadro desolante, in cui si distingue ancora una volta la posizione dell’Italia. Con la premier Meloni che sembra schierata più con Trump che non con l’Europa.
Le parole del ministro Urso, del resto, sono eloquenti: “L’Ue deve instaurare subito un dialogo costruttivo con Washington per realizzare una nuova cooperazione strategica che rafforzi il rapporto” su energia e difesa, evitando “una guerra commerciale”. In altre parole, una resa incondizionata. Del resto, stavolta l’aggressore è Trump. Mica Putin.
05/02/2025
da La Notizia