27/11/2025
da La Notizia
Corsa al riarmo, il Parlamento europeo allunga l’elenco delle armi ammesse. Continua la corsa al riarmo. Via libera del Parlamento europeo alla proposta della Commissione di non escludere le “armi controverse
In Europa in ballo non c’è solo la folle corsa al riarmo. Ma si tratta anche di una corsa al riarmo peggiore. Ancora una volta a denunciare l’ennesima deriva bellicista è il Movimento Cinque Stelle. “Il Parlamento europeo ha rigettato la nostra obiezione all’atto delegato della Commissione europea che apre a una nuova classificazione delle armi proibite. Sostituendo il criterio di esclusione delle ‘armi controverse’ dai benchmark di finanza sostenibile con il termine più ristretto ‘armi proibite’, questa vergognosa proposta, votata dai partiti di destra italiani, allenta le regole sugli investimenti militari e sulla finanza sostenibile. La lista delle armi che adesso saranno ammesse è lunga: nucleari, uranio impoverito, armi laser accecanti, frammenti non rilevabili, armi incendiarie al fosforo bianco, sistemi d’arma autonomi letali, robot killer. Questa modifica riduce la protezione degli investitori e apre a rischi di greenwashing, perché queste armi sono incompatibili con il diritto internazionale umanitario e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”, ha dichiarato in una nota la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo.
La corsa al riarmo peggiore: Parlamento europeo allunga la lista delle armi ammesse
Il Fatto quotidiano.it spiega che, oltre a The Left, anche Socialisti e Verdi avevano presentato obiezioni al regolamento Ue che modifica la definizione di armi vietate. Ma tutte e tre le risoluzioni sono state respinte ancora una volta grazie all’asse tra il Partito popolare europeo e i partiti dell’estrema destra. “Questo Parlamento prosegue senza sosta verso le politiche di riarmo, noncurante degli spiragli di pace che si aprono in Ucraina. Nel bilancio 2026 appena approvato aumentano gli stanziamenti per il programma EDIP di ben 619 milioni rispetto all’anno precedente, aumentano anche i fondi assegnati alla mobilità militare. Siamo all’ennesima tappa di trasformazione della nostra economia in economia di guerra: si destinano ulteriori fondi a nuove linee di munizioni, missili ed equipaggiamenti militari, mentre mancano risorse per ospedali, scuole, case, trasporti e lotta alla povertà”, ha spiegato sempre la delegazione degli europarlamentari pentastellati.
Dal programma per la Difesa allo scippo dei fondi di Coesione per la Schengen militare
Il Programma per l’industria della difesa europea (Edip), cui fa riferimento il M5S, era stato approvato in via definitiva dal Parlamento europeo, con 457 voti favorevoli, 148 contrari e 33 astensioni, appena il giorno prima. Si tratta di un regolamento già concordato in via informale con il Consiglio che punta a rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa in Europa e a potenziarne le capacità. Il nuovo programma mira a consolidare l’industria della difesa dell’Ue, favorire gli appalti congiunti, con un 65% di quote di ‘Buy European’, aumentare la capacità produttiva e rafforzare il sostegno militare all’Ucraina. Nell’ottica del riarmo senza sosta.
Il 19 novembre invece la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen aveva presentato un pacchetto sulla mobilità militare per facilitare il movimento “rapido e agevole di truppe, attrezzature e risorse militari in tutta l’Europa”. Obiettivo: creare una “Schengen militare”. Il commissario ai Trasporti Ue Apostolos Tzitzikostas in quell’occasione aveva spiegato che con l’aiuto di Safe, il programma Security Action for Europe, gli Stati membri possono già finanziare progetti di mobilità militare. Ma che a questo fine possono anche utilizzare i fondi della politica di coesione. Vale a dire fondi destinati a sanità, istruzione, trasporti, politiche giovanili e per l’imprenditoria. Il che conferma ancora una volta la trasformazione dell’economia europea in economia di guerra.
In Europa in ballo non c’è solo la folle corsa al riarmo. Ma si tratta anche di una corsa al riarmo peggiore. Ancora una volta a denunciare l’ennesima deriva bellicista è il Movimento Cinque Stelle. “Il Parlamento europeo ha rigettato la nostra obiezione all’atto delegato della Commissione europea che apre a una nuova classificazione delle armi proibite. Sostituendo il criterio di esclusione delle ‘armi controverse’ dai benchmark di finanza sostenibile con il termine più ristretto ‘armi proibite’, questa vergognosa proposta, votata dai partiti di destra italiani, allenta le regole sugli investimenti militari e sulla finanza sostenibile. La lista delle armi che adesso saranno ammesse è lunga: nucleari, uranio impoverito, armi laser accecanti, frammenti non rilevabili, armi incendiarie al fosforo bianco, sistemi d’arma autonomi letali, robot killer. Questa modifica riduce la protezione degli investitori e apre a rischi di greenwashing, perché queste armi sono incompatibili con il diritto internazionale umanitario e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”, ha dichiarato in una nota la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo.
La corsa al riarmo peggiore: Parlamento europeo allunga la lista delle armi ammesse
Il Fatto quotidiano.it spiega che, oltre a The Left, anche Socialisti e Verdi avevano presentato obiezioni al regolamento Ue che modifica la definizione di armi vietate. Ma tutte e tre le risoluzioni sono state respinte ancora una volta grazie all’asse tra il Partito popolare europeo e i partiti dell’estrema destra. “Questo Parlamento prosegue senza sosta verso le politiche di riarmo, noncurante degli spiragli di pace che si aprono in Ucraina. Nel bilancio 2026 appena approvato aumentano gli stanziamenti per il programma EDIP di ben 619 milioni rispetto all’anno precedente, aumentano anche i fondi assegnati alla mobilità militare. Siamo all’ennesima tappa di trasformazione della nostra economia in economia di guerra: si destinano ulteriori fondi a nuove linee di munizioni, missili ed equipaggiamenti militari, mentre mancano risorse per ospedali, scuole, case, trasporti e lotta alla povertà”, ha spiegato sempre la delegazione degli europarlamentari pentastellati.
Dal programma per la Difesa allo scippo dei fondi di Coesione per la Schengen militare
Il Programma per l’industria della difesa europea (Edip), cui fa riferimento il M5S, era stato approvato in via definitiva dal Parlamento europeo, con 457 voti favorevoli, 148 contrari e 33 astensioni, appena il giorno prima. Si tratta di un regolamento già concordato in via informale con il Consiglio che punta a rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa in Europa e a potenziarne le capacità. Il nuovo programma mira a consolidare l’industria della difesa dell’Ue, favorire gli appalti congiunti, con un 65% di quote di ‘Buy European’, aumentare la capacità produttiva e rafforzare il sostegno militare all’Ucraina. Nell’ottica del riarmo senza sosta.
Il 19 novembre invece la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen aveva presentato un pacchetto sulla mobilità militare per facilitare il movimento “rapido e agevole di truppe, attrezzature e risorse militari in tutta l’Europa”. Obiettivo: creare una “Schengen militare”. Il commissario ai Trasporti Ue Apostolos Tzitzikostas in quell’occasione aveva spiegato che con l’aiuto di Safe, il programma Security Action for Europe, gli Stati membri possono già finanziare progetti di mobilità militare. Ma che a questo fine possono anche utilizzare i fondi della politica di coesione. Vale a dire fondi destinati a sanità, istruzione, trasporti, politiche giovanili e per l’imprenditoria. Il che conferma ancora una volta la trasformazione dell’economia europea in economia di guerra.

