ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

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L’unica certezza è l’arbitrio del potere

L’unica certezza è l’arbitrio del potere

28/06/2025

da Il Manifesto

Andrea Fabozzi

Il diritto ignorato.La strada è segnata, il decreto sicurezza non potrà che approdare davanti alla Corte costituzionale, con ottime possibilità di essere bocciato. Ma basterà?

Il cittadino somalo che l’altra notte è stato arrestato perché aveva disegnato Gesù e la Madonna sul muro della Cassazione probabilmente non lo saprà mai. Ma quando la polizia lo ha portato via, anche perché il decreto sicurezza prevede adesso un’aggravante a carico di chi imbratta un immobile pubblico «con la finalità di ledere l’onore, il prestigio o il decoro dell’istituzione» (un accusatore zelante potrebbe sostenere che quell’uomo volesse offendere i giudici terreni, insinuando che l’unica giustizia è quella divina), proprio i magistrati della Cassazione, dentro il romano “palazzaccio” imbrattato, avevano già demolito da cima a fondo il decreto sicurezza.

Gli ermellini non sono magistrati impulsivi né poco prudenti. Eppure hanno scagliato una bomba contro la legge più rappresentativa del governo Meloni, quel decreto che è il vero programma politico della destra italiana al potere. Una legge, hanno scritto, smaccatamente contraria ai principi costituzionali, sia nel metodo – un disegno di legge trasformato in decreto eterogeneo e senza alcuna urgenza – che nel merito.

Richiamando le critiche che praticamente chiunque abbia letto il decreto sicurezza ha già recapitato al governo, dall’Onu all’Ocse a centinaia di giuristi, la Cassazione ha trovato una mezza dozzina di possibili incostituzionalità, dalle pene irragionevoli e sproporzionate alla violazione delle libertà di pensiero e riunione. L’elenco è lungo e può sintetizzarsi così: nella sua ansia di colpire le marginalità e i potenziali avversari politici, il governo non si è preoccupato di definire con chiarezza i nuovi reati e le nuove aggravanti, ma ha costruito una categoria di presunti colpevoli. È quella che i giuristi chiamano la responsabilità penale d’autore: ti punisco non per quello che fai ma per quello che sei. Da sempre la porta d’accesso allo stato autoritario.

La strada è dunque segnata, il decreto sicurezza non potrà che approdare davanti alla Corte costituzionale, con ottime possibilità di essere bocciato. Ma basterà?

L’Italia non è l’America di Trump e la nostra Corte suprema offre garanzie di indipendenza. Eppure non è solo negli Usa che il contenimento giudiziario del potere politico, quando questo abbatte leggi e principi fondamentali, sta cominciando a mostrare la corda. Perché i capi che si appellano al popolo hanno ormai una capacità di costruire verità alternative non solo ai fatti ma anche alle stesse regole condivise.

Del resto quelle regole trovano lontana origine nelle consuetudini e quando le consuetudini cambiano così vistosamente e spudoratamente senza che nulla lo impedisca, il gioco è quasi fatto. Bisogna tenere gli occhi molto aperti anche nel nostro paese. Il fatto che il governo abbia deciso di riprendere i trasferimenti dei migranti dai Cpr italiani al campo di concentramento albanese, malgrado proprio la Cassazione avesse rinviato la decisione alla Corte di giustizia europea, è un esibito disprezzo delle indicazioni dei giudici. Peggio ancora i rimpatri effettuati verso l’Egitto direttamente dall’Albania, espressamente vietati dal diritto dell’Unione europea eppure compiuti ugualmente e giustificati dal Viminale, una volta scoperto e affidandosi a fonti anonime, con il fatto che tanto il governo albanese è d’accordo. Meloni e Piantedosi stanno studiando Trump.

28/06/2025

da Il Manifesto

Andrea Fabozzi

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