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L’utopia della «tregua olimpica» e lo sport tra politica e guerra

L’utopia della «tregua olimpica» e lo sport tra politica e guerra

Secondo un principio delle Grecia classica, nel corso delle Olimpiadi si sarebbe dovuta rispettare una tregua nei conflitti in corso. Per la verità questo principio fu violato una volta già allora, ricorda lo storico Plutarco. L’idea della tregua fu poi ripresa alla fine del secolo XIX quando furono indette le Olimpiadi moderne, ma dal 1896 ad oggi, da quando si svolsero ad Atene i primi giochi, più volte le cose andarono molto diversamente. Azioni violente direttamente sulle olimpiadi, o l’esclusione politica dalla partecipazione per guerre in corso. Furono spesso le guerre ad impedire le Olimpiadi e non il contrario.

Atene, Parigi e Londra

Dopo la prima edizione ad Atene nel 1896, che malgrado le incertezze e le difficoltà iniziali fu un successo, la città greca aspirò a diventare sede permanente dei giochi. Ma l’ideatore stesso dei nuovi giochi, il barone de Coubertin, puntava invece su Parigi, città che nel 1900 avrebbe ospitato anche l’Esposizione Universale. Furono le le tensioni tra il regno di Grecia e l’impero ottomano per il possesso dell’isola di Cipro risolsero la questione.
L’edizione parigina del 1900 si svolse in gran parte al Bois de Boulogne, il grande parco cittadino, in un’atmosfera di allegra confusione, ma nonostante la novità in se dei giochi e i buoni propositi degli organizzatori, ci furono comunque momenti di tensione. Francesi ed inglesi ad esempio nutrivano idee diverse sul ruolo dello sport: per i primi doveva essere una sorta di affermazione nazionale dopo la sconfitta del 1870, mentre per i secondi la partecipazione alle gare costituiva parte del sistema educativo ed infatti la maggior parte degli atleti inglesi era stata reclutata nei college.
Un vero incidente accadde invece nel torneo di rugby, dove i francesi batterono i tedeschi, mentre una squadra inglese, rifiutò l’incontro con quella tedesca ritirandosi dai giochi. Dopo Parigi i giochi del 1904 si svolsero a Saint Louis, Stati Uniti, mentre era in corso la guerra russo-giapponese: sia per le tensioni internazionali, sia per le difficoltà a raggiungere gli Stati Uniti, la partecipazione fu piuttosto scarsa. Nel 1908 i giochi si tennero a Londra e probabilmente segnarono questa volta l’inizio della modernità.

Due guerre mondiali e la guerra fredda

I tempi nuovi ampliarono la portata mondiale dei giochi e la loro diffusione come grande evento internazionale. Le ultime Olimpiadi prima dello scoppio della Prima Guerra mondiale si svolsero a Stoccolma nel 1912, ma quelle previste per il 1916 a Berlino non ci furono affatto: la guerra insomma, anziché rispettare una tregua in occasione dei giochi, interruppe i giochi stessi. E non mancarono ritorsioni anche dopo perché, all’edizione del 1920 e a quella successiva del 1924, la Germania non fu presente perché esclusa dall’organizzazione.
Paradossalmente però, dopo la mancata partecipazione della pur democratica Germania di Weimar, nel 1936 a Berlino si svolsero le olimpiadi più controverse del periodo interbellico, ovvero il trionfo dell’immagine di potenza della Germania nazista e della propaganda razziale.
Nel 1940 i giochi si sarebbero dovuti tenere a Tokyo e nel 1944 ad Helsinki, cancellati per guerra.Nel 1948 – per la terza volta in un secolo – la Germania fu nuovamente esclusa dai giochi che si tennero a Londra, ma a complicare le vicende internazionali arrivò anche la ‘guerra fredda’. Nel 1956, per protesta contro la repressione sovietica in Ungheria, Olanda, Spagna e Svizzera non presero parte all’edizione di Melbourne.
Nel 1980, dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan, furono boicottate le olimpiadi di Mosca: non solo non parteciparono gli Stati Uniti e un folto gruppo di paesi occidentali, ma anche alcuni paesi arabi, Iran compreso nonostante fossero in corso forti tensioni con gli Usa. Più recenti la vicenda dell’invasione russa della Georgia in concomitanza con l’apertura delle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e nel 2014 l’annessione russa della Crimea durante le Olimpiadi invernali a Soci.

Monaco, ma non solo

Senza dubbio l’evento più drammatico e sanguinoso legato ad un’edizione dei giochi olimpici fu la strage di Monaco nel settembre 1972. L’organizzazione terroristica palestinese ‘Settembre Nero’ penetrò nel villaggio olimpico in cui era ospitati gli atleti israeliani. Due di essi furono uccisi e gli altri nove presi in ostaggio. Il tentativo di liberazione della polizia tedesca fallì, e il bilancio finale fu di undici vittime israeliane, cinque terroristi e un poliziotto tedesco.
A distanza di mezzo secolo resta il più grave atto commesso durante i giochi, che costituisce tuttora un incubo per sicurezza delle grandi manifestazioni sportive. Nel 1996, nel corso delle Olimpiadi che si svolsero ad Atlanta, esplose un ordigno che provocò la morte di due persone e solo nel 2003 l’FBI catturò il responsabile.
La violenza terroristica in occasione di manifestazioni sportive non rimase tuttavia un evento isolato ai soli giochi olimpici: una bomba esplose nel corso della maratona di Boston nel 2013 causando tre vittime e un numero altissimo di feriti. Benché lo sport in sé non risultasse obiettivo diretto dei terroristi, la diffusione della notizia dell’attentato in un luogo già sotto l’attenzione di tutti moltiplicava le minacce.
Dolorosamente noto è quanto accadde a Parigi nella notte del 13 novembre 2015, mentre era in corso un importante incontro di calcio davanti a ottantamila spettatori tra i quali il presidente della repubblica francese Hollande e il ministro degli esteri tedesco Steinmaier. Alle 21.20, nelle vicinanze dello stadio, esplose una prima bomba che provocò una vittima e alle 21.30 una seconda bomba sempre nei dintorni dello stadio senza fare vittime, ma Parigi fu poi insanguinata dalla strage Isis del Bataclan in cui persero la vita quasi centocinquanta persone.

28/07/2024

da Remocontro

Giovanni Punzo

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