Centinaia di risoluzioni Onu e di altre istanze giuridiche internazionali nei confronti di Israele sulla questione palestinese trattate come carta straccia. Tragica attualità. Le molte Corti di giustizia internazionali esistenti, cercando di capire a cosa servono/servirebbero. Corti internazionali o europee, possono occuparsi degli Stati o delle persone, possono suggerire o obbligare, ma non hanno la forza per imporre sentenze e quindi di affidano alle scelte volontarie dei singoli Stati Sovrani. E i più potenti impongono, oppure vietano. Condanne anche penali con carcere in casi molto rari, più eclatanti quelli contro la ex Jugoslavia di Milosevic, morto in carcere.
Le due Corti Internazionali dell’Aja, Olanda
Per via dell’invasione di Israele nella Striscia di Gaza si è parlato spesso della Corte internazionale di giustizia, il più importante tribunale delle Nazioni Unite, e della Corte penale internazionale, entrambe impegnate a valutare se Israele o i suoi leader stiano violando il diritto internazionale. Due tribunali che svolgono funzioni diverse, ma che spesso vengono confusi per via del nome simile, e perché si trovano entrambi all’Aia, nei Paesi Bassi. La prima Corte dell’Aja si occupa di risolvere controversie fra Stati, mentre la seconda deve stabilire la responsabilità individuale delle persone, spesso leader politici o militari, e ha il potere di chiedere il loro arresto (che poi si riesca effettivamente ad arrestare un leader è un altro discorso). Crimini perseguiti: genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e aggressione.
Le due corti europee
La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e la Corte di giustizia dell’Unione Europea (CGUE), che dipendono rispettivamente dal Consiglio d’Europa e dall’Unione Europea. Anche in questo caso problemi di efficacia, comunque una parte fondamentale della struttura che garantisce il rispetto del diritto internazionale e che dà qualche garanzia che non sia sempre il più forte e più potente a imporsi, annota Ginevra Falciani sul Post per non scoraggiarci troppo.
‘Genocidio’ di Israele a Gaza
A fine 2023, il Sudafrica ha accusato Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia per genocidio. I giudici potrebbero impiegare anni per raggiungere una decisione, ma esprimono le ‘cosiddette ‘misure provvisorie’, e hanno chiesto a Israele di interrompere subito la sua offensiva a Gaza. Disposizione beffata. A maggio il procuratore capo Karim Khan, sulla base degli stessi elementi ha chiesto alla Corte un mandato di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e per il ministro della Difesa Yoav Gallant, insieme a quello per tre leader di Hamas nella Striscia (quelli ancora in vita).
La Corte Onu
La Corte internazionale di giustizia (ICJ) è il principale organo giudiziario dell’ONU: istituita nel 1945 dalla Carta delle Nazioni Unite. Ha giurisdizione su qualsiasi questione di diritto internazionale, dalle dispute territoriali, alla protezione dell’ambiente, al rispetto dei diritti umani. Per esprimersi si riferisce a tutte le norme del diritto internazionale in vigore, fra cui convenzioni e trattati internazionali (come ad esempio, per il caso del Sudafrica contro Israele, la Convenzione sul genocidio).
La Corte penale
La Corte penale internazionale (ICC) è stata istituita nel 2001 con un trattato, lo ‘Statuto di Roma’, di cui fanno parte 124 paesi, con dei ‘notevoli assenti’: fra questi Russia, Cina, Israele e Stati Uniti. Per essere perseguiti, questi crimini devono essere stati commessi a partire dal 1° luglio 2002. La Corte dovrebbe intervenire solo nel caso in cui lo stato che avrebbe giurisdizione sul caso «non vuole o non ha i mezzi» per svolgere l’indagine e mettere in piedi un processo. Difficile avere stati occidentali inquisiti.
Sentenze vincolati ma spesso sbeffeggiate
Sia le sentenze della Corte internazionale di giustizia che quelle della Corte penale internazionale sono vincolanti, ma la loro attuazione ha da sempre problemi. Di fatto la Corte non ha i mezzi per assicurarne l’attuazione delle sentenze e molti casi in cui gli Stati continuano a ignorarle. Nella causa per genocidio, per esempio, Israele ha finora ignorato tutte le misure provvisorie ordinate dalla Corte, che sarebbero vincolanti al pari delle sentenze.
Corte penale, stessa impotenza
Non avendo una forza di polizia che può eseguire i mandati d’arresto, anche la Corte penale si affida alla collaborazione degli stati membri dello Statuto di Roma, che si impegnano ad arrestare qualsiasi persona su cui penda un mandato di arresto qualora entri nel loro paese. Ma Stati Uniti, Russia, e Cina non riconoscono quel tribunale e quindi la giustizia se la decidono in casa. Esempio di stretta attualità, la visita del presidente russo in Mongolia, che invece della polizia ad arrestarlo sul mandato della Corte, è stato accolto dal picchetto d’onore.
Accuse ’doppio standard’ e faziosità
Nei suoi vent’anni di attività la Corte è riuscita a condannare e anche a far arrestare diversi leader e capi militari responsabili di gravi crimini in diverse guerre, fra cui quella in Darfur, nella Repubblica Democratica del Congo, e in Uganda, ma è stata anche profondamente criticata per essersi concentrata quasi esclusivamente su paesi africani o balcanici ma non filo occidentali. Indagini molto lente e richieste spesso bocciate come ‘inammissibili’.
Afghanistan, Usa, Cia e democrazia modello Trump
Quando nel 2020 la corte penale aprì ufficialmente un’indagine sui crimini commessi durante la guerra in Afghanistan sia dai talebani sia dall’esercito statunitense e dalla CIA, il governo statunitense guidato da Donald Trump bloccò i conti americani della procuratrice e del suo vice, oltre a imporre a loro e a diversi funzionari della Corte restrizioni di viaggio negli Stati Uniti.
Russia in Ucraina, subito pronti
Svolta con l’invasione russa dell’Ucraina iniziata nel febbraio del 2022. Poco dopo la Corte penale chiese l’arresto del presidente russo Vladimir Putin, e di esponenti militari e di governo. Corte non riconosciuta dalla Russia, ma operativa perché l’Ucraina, pur non avendo ratificato lo Statuto di Roma, ha accettato la giurisdizione della Corte su tutti i crimini commessi sul suo territorio.
Ora anche Israele
La Corte penale era stata accusata di assegnare meno risorse e personale alle indagini sulla situazione a Gaza e in Cisgiordania, penalizzando il popolo palestinese rispetto a quello ucraino. Anche in questo caso Israele non ha firmato lo Statuto di Roma ma la Palestina accetta la giurisdizione della Corte dal 2014.
‘Advisory opinions’
Un’ultima differenza fra Corte internazionale di giustizia e Corte penale internazionale è che la prima può esprimere ‘pareri consultivi’, chiamati ‘advisory opinions’. Nel 2008 la Corte si espresse con un parere non vincolante sull’indipendenza del Kosovo, e a metà luglio sullo status delle colonie israeliane in Cisgiordania, definendole illegali. Il Kosovo albanese-americano diventa indipendente, mentre le Colonie ebraiche illegali si espandono.
Tribunali semi sconoscuti
Alcuni tribunali specializzati e meno conosciuti: per esempio il Tribunale internazionale del diritto del mare (per l’Italia in caso dei due marò e l’uccisione di due pescatori in India). Poi, la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), un’organizzazione con 46 paesi membri per promuovere i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto in Europa, sede a Strasburgo, in Francia.
L’Italia e le torture di Genova
La CEDU è il tribunale che nel 2015 condannò l’Italia per tortura su quanto avvenuto nella scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001, e per l’assenza del reato di tortura. Plurime condanne per i centri di accoglienza, permanenza e rimpatrio per migranti. E più volte sulla violazione dei diritti dei detenuti per il cronico sovraffollamento delle carceri mentre il nostro Paese è lo Stato con più sentenze per ‘irragionevole durata dei processi’.
Troppi Stati ‘fuorilegge’
Nel 2023 la Commissione europea ha rilevato come circa il 40 per cento delle sentenze della CEDU degli Stati dell’Unione nei precedenti dieci anni non era stata attuato. Si è parlato molto di come il parlamento svizzero abbia respinto una sentenza storica della Corte che ad aprile 2024 aveva stabilito che la Svizzera avesse violato la Convenzione europea dei diritti dell’uomo per non aver fatto abbastanza per contrastare il cambiamento climatico.
Alla fine, qualcosa CEDU ottiene
La CEDU è comunque riconosciuta come una delle corti internazionali più efficaci. Capita che gli stati impieghino anni per allinearsi con una sentenza, ma che alla fine lo facciano: il caso del reato di tortura in Italia, approvato nel 2017. La CEDU dimostrato di poter agire molto velocemente ed efficacemente. Nel 2022 bloccò un volo a un’ora e mezzo dalla partenza che avrebbe dovuto portare in Ruanda migranti arrivati nel Regno Unito, come previsto da una criticata politica adottata dall’allora governo conservatore.
Giustizia Eu in Lussenburgo
La Corte di giustizia dell’Unione Europea, sede in Lussemburgo, fu istituita nel 1952 con il trattato di Parigi, che creò la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Un tribunale per risolvere le controversie fra gli stati, allora solo sei, che ne facevano parte. Oggi è composta a sua volta da due organi: il Tribunale, che emette le sentenze di primo grado, e la Corte di giustizia, che funziona da secondo grado di appello.
Procedure di infrazione
Una delle cose più conosciute di cui si occupa la Corte di giustizia dell’Unione Europea sono le procedure di infrazione, di cui spesso si parla anche in Italia. Il 60 per cento delle procedure di infrazione attualmente aperte si trova a questo stadio e molte vengono archiviate perché lo stato sistema la situazione. Nel caso in cui questo non accada, un paese condannato dalla Corte due volte per la stessa procedura può incorrere in sanzioni finanziarie, singole o periodiche.
Italia troppo ‘birichina’
L’Italia è all’ottavo posto fra gli stati membri per procedure di infrazione attualmente aperte, tra cui la più recente per deficit eccessivo, insieme ad altri sei paesi. Recentemente la Corte si è anche espressa sulle concessioni balneari e sul reddito di cittadinanza, giudicato discriminatorio nei confronti delle persone straniere.
04/09/2024
da Remocontro