23/10/2025
da Il Manifesto
Il ballo del mattone. Legge di bilancio, ecco il testo «bollinato»: l’austerità scambiata per stabilità e credibilità. Un’altra «manina» tasserà i dividendi delle holding E scoppia il nuovo caso che divide la maggioranza
La credibilità e la stabilità garantite dalla prossima legge di bilancio, di cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è detta «fiera» ieri al Senato nella discussione in vista del Consiglio Europeo, fanno rima con l’austerità. Cioè con i tagli ai ministeri e agli enti locali per i prossimi tre anni pari a oltre 12 miliardi di euro. Il più colpito sarà quello dei trasporti di Salvini, ma anche quello della cultura guidato da Giuli non scherza. Le proteste del mondo del cinema almeno hanno ottenuto uno sconto sui tagli al fondo per l’audiovisivo: sono passati da 190 a 150 milioni. Il disastro è lo stesso.
BISOGNA ESSERE CHIARI su questo orizzonte politico in cui si trovano le destre postfasciste e leghiste mentre si legge la relazione tecnica della manovra che ieri è stata «bollinata» dalla Ragioneria dello Stato, è arrivata al Quirinale e presto approderà in parlamento. Si tratta di una lenzuolata di 154 articoli destinati a crescere e ad essere approvati dal parlamento con la fiducia a un maxi-emendamento sotto Natale.
L’APPROVAZIONE della quarta legge di bilancio di Meloni si annuncia tormentata: un’altra «manina» ha inserito, all’articolo 18, una tassazione del 10% sulle holding, tipo quella della famiglia Berlusconi. Forza Italia ha annunciato l’opposizione al proprio governo. «Sarebbe un disastro». Un’altra messa in scena ci sarà sulle banche. La Lega vuole «punire» le banche con «un miliardo» aggiuntivo a 4,4 miliardi per il 2026 (11 in 3 anni). Forza Italia farà cordone contro le «misure sovietiche contro la proprietà privata». Il testo attuale non risolve il problema dell’aumento dell’Irap del 2%. Mai toccare i profitti. I costi saranno scaricati in basso, sui correntisti.
LO STESSO ACCADRÀ per un’altra misura super-pop del momento: gli affitti brevi online che sedano le ansie del ceto medio impoverito. La formulazione dell’articolo è un esempio di idiozia normativa: da un lato, sembra escludere l’aumento della cedolare secca al 26%; dall’altro lato, la conferma per l’ intermediazione immobiliare che avviene «tramite soggetti che gestiscono portali telematici». Salvini ieri ha ripetuto che la norma, voluta dal ministero dell’economia guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti, sarà cambiata in parlamento. Così Tajani per Forza Italia. Mai toccare il blocco sociale di riferimento, Mai toccare il mattone. A costo di continuare la devastazione delle città.
UN ALTRO PILASTRO della manovra è l’intervento sui salari e sulle pensioni. Per Meloni la diminuzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% va letta insieme all’accorpamento delle prime due fatte lo scorso anno. Nel 2026 favorirà 13,6 milioni di contribuenti, di cui 8,2 milioni con reddito prevalente da lavoro dipendente, con un beneficio ulteriore pari in media a circa 210 euro. A questo va aggiunta una «flat tax» del 5% sui rinnovi contrattuali sottoscritti nel 2025 e nel 2026 che dovrebbe interessare 3 milioni di laboratori.
SONO MISURE COSTOSISSIME che hanno un impatto minimo rispetto a quanto è stato perso negli anni dell’iperinflazione e, come hanno denunciato ieri le opposizioni, come la stessa Cgil, sono finanziati con i soldi degli stessi lavoratori dipendenti: i 25 miliardi del «fiscal drag», cioè il «drenaggio fiscale» che non è stato restituito. Il governo lo usa per finanziare l’austerità che colpisce proprio i lavoratori dipendenti. Obiettivo: attivare – dal 2026 – la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità Ue per scomputare le spese per il riarmo e indebitare il paese in un’economia di guerra.
LA MANOVRA è di 18,7 miliardi. L’entità modesta è un altro effetto del patto di stabilità. Il governo spera di rientrare dalla procedura europea per deficit eccessivo e, già dalla prossima primavera, avviare il maxi aumento verso il 5% del Pil come vogliono Trump e la Nato. Il primo passo sarà l’indebitamento a lungo termine, Il governo farà richiesta dei prestiti «Safe» fino a 14 miliardi di euro. Meloni ha aggiunto che non un euro sarà distolto dal bilancio pubblico. A parte che non è vero, perché questi sono prestiti. E la Lega ieri ha ricordato a Meloni di evitarlo pensando di finanziare le armi con i rendimenti del Btp. Rimedi improbabili a parte, questo scenario riguarderà anche i prossimi governi. Cosa farà il «centrosinistra»? A occhio potrebbe non distanziarsi molto.
MELONI HA MESSO LE BASI per la distruzione del Welfare e/o l’aumento delle tasse, come ricordato dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Quella che emerge dalle spoglie di una manovra modesta, è un’Europa che si ricostituisce a partire dall’economia di guerra. Lo ha confermato ieri al Senato Meloni che ha annunciato di volere presentare la richiesta di «rendere permanente la flessibilità del patto di stabilità», ma solo sulle spese militari. Perché nella prossima generazione, questo è il progetto politico, saranno solo le lobby armate a fare crescere i profitti.