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Manovra, la Fondazione Gimbe attacca: “Sanità ancora penalizzata, nessun rilancio del Servizio Sanitario Nazionale”

Manovra, la Fondazione Gimbe attacca: “Sanità ancora penalizzata, nessun rilancio del Servizio Sanitario Nazionale”

Sanità

23/10/2023

da La Notizia

La Fondazione Gimbe critica la Manovra: risorse sanitarie frammentate e nessun rilancio del SSN, con la spesa sanitaria destinata a calare.

La Legge di Bilancio continua a deludere le aspettative di medici e cittadini. A dirlo è la Fondazione Gimbe, che in un’analisi indipendente condotta sul testo bollinato dalla Ragioneria Generale dello Stato evidenzia gravi criticità nelle risorse destinate alla sanità pubblica.

“Nonostante gli annunci e le cifre altisonanti, la Manovra delude le legittime aspettative di professionisti sanitari e cittadini”, afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Il nodo centrale, spiega, è che il tanto sbandierato aumento del Fondo Sanitario Nazionale (FSN) riguarda quasi esclusivamente il 2026, con un incremento di 6,6 miliardi di euro, di cui ben due terzi derivano da stanziamenti precedenti e già destinati ai rinnovi contrattuali del personale.

Per il biennio successivo, 2027-2028, le risorse risultano invece “esigue”, senza alcun segnale di rilancio strutturale del finanziamento pubblico. A confermarlo è la quota di PIL destinata alla sanità, che scenderà sotto il 6% entro il 2028. La Fondazione denuncia anche una forte frammentazione degli stanziamenti, “dispersi in numerosi rivoli”, scelta che evita scontenti ma priva la manovra di una visione strategica. Le Regioni, già in affanno, dovranno così attingere a risorse proprie per garantire i servizi essenziali.

Nessuna inversione di rotta, secondo Gimbe, neppure sul fronte del personale: “Gli incrementi contrattuali sono limitati, mentre le misure per le assunzioni si scontrano con la carenza cronica di infermieri e medici, spesso reclutati dall’estero”.

Cartabellotta sottolinea infine la contraddizione di un Paese capace di trovare risorse per altri settori, come la difesa, ma non per rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale. “Il SSN resta la più grande opera pubblica mai costruita in Italia – afferma – ma continua a essere definanziato da quindici anni. La sanità pubblica è il vero termometro della coesione sociale del Paese”.

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