08/10/2025
da Il Manifesto
Riarmo Istat: nessun impatto sul Pil dalla legge di bilancio, 12 miliardi in più alla difesa, scontro tra Lega e FI sul fisco e sulle banche
Le proiezioni economiche contenute nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica 2025 (Dpfp) hanno delineato una legge di bilancio con un impatto nullo sul Prodotto interno lordo. L’unica iniezione di risorse significative è destinata all’aumento della spesa per la difesa da 12 miliardi di euro, con un incremento programmato che toccherebbe lo 0,5% del Pil nel 2028, subordinato al rientro del deficit sotto il 3%. Ieri in audizione davanti alle commissioni bilancio riunite al Senato, il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha accolto favorevolmente questo orientamento, pur riconoscendone l’impatto macroeconomico pressoché nullo. Stefano Menghinello, direttore Istat per le statistiche economiche, ambientali e conti nazionali, ha confermato la sostanziale inefficacia della quarta manovra del governo Meloni.
PER IL 2026 sarà pari a circa 16 miliardi di euro, sarà finanziata prevalentemente da tagli alla spesa (60% delle risorse) e non avrebbe alcun impatto sul PIL di quell’anno, con un effetto espansivo limitato a un decimo di punto (0,1%) nel biennio successivo. L’Istat ha inoltre rilevato che la spinta economica attuale è legata agli investimenti del Pnrr, la cui fase di chiusura è prevista per giugno 2026, senza una chiara programmazione di investimenti successivi. La crescita del Pil sarà al +0,5% per il 2025, con il rapporto deficit/PIL al 3,0% e un debito pubblico stimato al 137,4% del PIL nel 2026.
LE SCARSE RISORSE alimentano lo scontro politico interno con le prospettive già in sé problematiche e tra loro inconciliabili, considerata l’assenza di risorse in una manovra di piccolo cabotaggio. Forza Italia spinge per il taglio di due punti dell’aliquota Irpef del 35%, che si dovrebbe fermare ai redditi fino a 50mila e non arrivare a 60mila euro, e la Lega che chiede invece di finanziare una maxi-sanatoria delle cartelle fiscali. Ieri il vicepremier Antonio Tajani (Forza Italia) ha confermato che è solo attraverso la leva fiscale che il suo partito ritiene di potere contenere l’emergenza dei bassi salari, anche se in questo modo si rischia di peggiorare le diseguaglianze. Lo stesso Tajani ha posto il problema di assumere nuovo personale medico (20 mila persone), ma non è chiaro con quali risorse. Permane l’incertezza su un eventuale nuovo contributo del settore bancario, sul quale sussiste la ferma opposizione di Forza Italia.
LE VALUTAZIONI DELL’ISTAT sull’impostazione della manovra sono state definite da Angelo Bonelli (Avs) «la prova di un fallimento annunciato» che non serve a nulla, se non a difendere i numeri di bilancio. Sarà il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, oggi in audizione davanti alle commissioni bilancio riunite al Senato, a legittimare di nuovo questa impostazione, propria di una politica austeritaria, a sostegno dell’aumento delle spese militari.
Il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha sollecitato nuovamente il Governo a stanziare gli 8 miliardi di euro promessi per le imprese, in attesa di capire la sorte delle richieste confindustriali lunedì prossimo. I sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl) saranno ricevuti a Palazzo Chigi venerdì, e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, terrà oggi una conferenza stampa per illustrare le richieste del sindacato.
Il panorama è aggravato dall’annuncio del Dipartimento del Commercio USA di potenziali dazi sulla pasta italiana, che sommerebbero un margine antidumping del 91,74% ad un dazio esistente del 15%, raggiungendo un onere complessivo del 107%. Massimo Menna, amministratore delegato di Pasta Garofalo, ha criticato l’azione come concorrenza sleale, mentre il Ministro Adolfo Urso ha garantito l’intervento del Governo e della Commissione Ue.
SUL FRONTE DEI SALARI REALI, l’Italia detiene il record negativo nell’area euro: secondo i dati della Banca Centrale Europea, dal 2021 ad oggi il potere d’acquisto delle buste paga è sceso di oltre il 6%, mentre in paesi come Spagna e Olanda è salito. Tino Magni (Avs) ha attribuito tale impoverimento al mancato adeguamento dei salari alla crescita della ricchezza complessiva e al meccanismo del fiscal drag, denunciando un aumento della disuguaglianza sotto l’attuale governo. Avs ha presentato una proposta di legge per introdurre l’indicizzazione automatica dei salari all’inflazione ogni dodici mesi, con l’obiettivo di recuperare il potere d’acquisto e rilanciare la domanda interna.