Massacri fatti dall’esercito israeliano a Gaza che per la Casa Bianca «non oltrepassano la linea rossa», esplodono invece all’interno dell’Amministrazione. E il Dipartimento di Stato perde pezzi. In questi giorni un altro Alto funzionario, disgustato per come vanno le cose, ha deciso di mollare il team di Antony Blinken.
Si tratta di Stacy Gilbert, del Bureau Population, Refugees and Migrations, responsabile della distribuzione degli aiuti umanitari ai palestinesi nella Striscia. Prima di lei, altre dimissioni, Josh Paul dal settore armamenti pro Israele, «una storia di complicità o di inettitudine burocratica»
Massacri beffa alla Corte di giustizia e giustificazioni vergogna Usa
«Stacy Gilbert -scrive il Washington Post-, si è dimessa questa settimana in disaccordo su un rapporto del governo Usa recentemente pubblicato. Il documento – prosegue il giornale – affermava che Israele ‘non stava impedendo’ l’assistenza umanitaria a Gaza». Insomma, secondo la Gilbert, quel rapporto sosteneva il falso. Perché, la sua lettura dei fatti, i soldati e le autorità israeliane non hanno fatto altro che mettersi di traverso durante la distribuzione degli aiuti.
Rapporti critici censurati
A febbraio, quando già le cose a Gaza erano scappate di mano, Biden, pressato da tutte le parti, decise di chiedere un dossier speciale sul comportamento dell’esercito israeliano. In primo luogo si trattava di stabilire come si stessero usando le armi (e le bombe) americane. E poi si chiedeva conto, ovviamente, del trattamento della popolazione civile e dell’impegno al sostegno umanitario, con particolare riguardo alla distribuzione degli aiuti. Il rapporto, presentato al Congresso, concludeva che «Israele potrebbe avere violato il diritto umanitario utilizzando armi americane. Ma non ci sono prove sufficienti per ridurre il flusso di assistenza militare». Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma.
‘Solo un po’ di disumanità’
Così, pilatescamente, gli Stati Uniti decisero di continuare a fornire, a Netanyahu, lo stesso arsenale di prima. Comprese le bombe da una tonnellata per gli attacchi mirati? Quella (pare) fu l’unica cosa che congelarono. A questo punto, entra in gioco Stacy Gilbert: sa di che cosa si sta parlando, perché è il suo lavoro quotidiano. Non si lascia impressionare dalle contorsioni sintattiche e dalle elucubrazioni squinternate del Dipartimento di Stato. Lei è convinta che, almeno per quanto riguarda la distribuzione degli aiuti, il rapporto mente. Il rapporto – dice il testo ufficiale – rileva che «sebbene gli aiuti rimangano insufficienti gli Stati Uniti non valutano attualmente che il governo israeliano stia vietando o limitando in altro modo il trasporto o la consegna dell’assistenza umanitaria statunitense». Quindi, secondo Blinken, tutto può andare avanti come prima, come se nulla fosse.
Altro pentito al ‘settore armamenti’
Tutto questo nonostante ci sia stata un’altra dimissione ‘eccellente’, quella di Josh Paul, responsabile in quel caso del settore armamenti. Pesanti le dichiarazioni affidate da Paul ai social e riprese dal Washington Post, che le ha rilanciato integralmente. «Questa non è solo una storia di complicità o di inettitudine burocratica – afferma l’ex funzionario federale – ci sono persone che firmano trasferimenti di armi, persone che redigono promemoria di approvazione del trasferimento di armi e persone che chiudono. Ci sono anche persone che potrebbero parlare apertamente – ha proseguito – persone che hanno le enormi responsabilità di fare del bene e un impegno permanente per i diritti umani, e la cui scelta invece è quella di lasciare che la burocrazia funzioni come se tutto andasse come al solito».
Dipartimento di Stato voce critica
Il Dipartimento di Stato si è rivelato in passato uno dei siti di più forte polarizzazione (e aspre critiche) all’interno del governo federale Usa, per quanto riguarda le politiche seguite per la crisi di Gaza. Si erano già dimessi, in aperto contrasto con la linea di Blinken, funzionari del calibro di Annelle Sheline e Hala Rharrit. Tra l’altro, quest’ultima fibrillazione interna arriva proprio mentre la Casa Bianca cerca di giustificare la sua passività, di fronte all’ennesima strage provocata dagli israeliani.
Consiglio di sicurezza senza pudore
Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, ha confermato che «gli Usa sono tutto sommato d’accordo con la versione dei fatti fornita da Netanyahu». Cioè, i 45 morti nelle tende del campo profughi di Rafah «causati solo da un tragico errore».
Kirby vergogna ha aggiunto che Washington vede l’offensiva di Rafah «come un’operazione militare limitata». Per questo, l’invio di armi americane verso Israele continuerà come prima.
E anche per questo Josh Paul, l’Alto funzionario del Dipartimento di Stato che si era dimesso, ha così bollato la presa di posizione espressa da Kirby: «Proprio nel giorno in cui la Casa Bianca ha annunciato che le ultime atrocità commesse a Rafah non hanno oltrepassato la linea rossa, queste dimissioni dimostrano che l’Amministrazione Biden farà di tutto, per evitare la verità».
30/05/2024
da Remocontro