Israele ha infine rivendicato il raid aereo che ha colpito la città yemenita di Hodeida, una rappresaglia per il drone rivendicato dagli Houthi che ieri ha colpito Tel Aviv.
“Il sangue israeliano ha un prezzo“, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant., che ha citato anche la risposta a Hezbollah in Libano, da dove in giornata sono partiti 45 razzi verso il nord di Israele. Intanto sono almeno 27 le persone rimaste uccise dagli attacchi israeliani sul campo profughi di Nuseirat e in altre zone di Gaza, nella notte tra il 19 e il 20 luglio.
Yemen – La città di Hodeida, quarta città del Paese con mezzo milione di abitanti nella zona occidentale controllata dai miliziani Houthi, è stata colpita da un raid aereo. Secondo il ministero della Sanità dello Yemen, l’attacco ha causato morti e feriti, anche se il numero esatto delle vittime non è stato precisato. Ad essere colpite sono state una raffineria di petrolio e a una centrale elettrica nella zona di Ras Khatib. L’attacco è stato rivendicato da Israele, come risposta al drone rivendicato dagli Houthi che ieri ha colpito Tel Aviv. Il ministro della difesa Gallant ha approvato in mattinata in una riunione con i vertici militari e dell’intelligence l’operazione “Long arm” (lunga mano), “nome che dimostra come Israele sa agire a distanza”, hanno poi spiegato i militari. “L’incendio che attualmente brucia a Hodeidah è visibile in tutto il Medio Oriente e il significato è chiaro”, ha detto Gallant. “Gli Houthi ci hanno attaccato più di 200 volte. La prima volta che hanno fatto del male ad un cittadino israeliano, noi – ha sottolineato – li abbiamo colpiti. E lo faremo ovunque sarà richiesto”. Ancora: “Il sangue dei cittadini israeliani ha un prezzo. Ciò è stato chiarito in Libano, a Gaza, nello Yemen e in altri luoghi: se oseranno attaccarci, il risultato sarà identico”. Quasi immediata la risposta, con un funzionario dei ribelli Houthi dello Yemen ha avvertito che Israele “pagherà” per i suoi attacchi di oggi sulla città portuale di Hodeida controllata dai ribelli sostenuti dall’Iran. “L’entità sionista pagherà il prezzo per aver preso di mira le strutture civili e noi risponderemo all’escalation con un’escalation“, ha detto Mohammed AI-Bukhaiti, membro del politburo Houthi, sul suo account X.
“Chiunque desideri vedere un Medio Oriente stabile e sicuro dovrebbe opporsi all’asse del male iraniano e sostenere la lotta di Israele contro l’Iran e le sue metastasi: sia nello Yemen, sia a Gaza, sia in Libano, ovunque”, ha detto Netanyahu, che ha seguito l’attacco in Yemen dalla sede dell’Aeronautica militare al ministero della Difesa a Tel Aviv. “Questa operazione – ha aggiunto – ha colpito obiettivi a 1.800 km dai nostri confini. Rende chiaro ai nostri nemici che non esiste luogo in cui non possa arrivare il lungo braccio dello Stato di Israele”. Inizialmente, Reuters, citando la tv degli Houthi Al Masirah, aveva indicato che l’attacco fosse delle forze anglo-americane, che conducono regolarmente raid sullo Yemen per colpire i siti di lancio di missili e droni degli Houthi, proteggendo la navigazione commerciale. Tuttavia, fonti saudite e libanesi hanno presto attribuito il raid a Israele parlando di azione condotta dall’Idf con caccia israeliani F-35, uccidendo una persona e ferendone almeno otto. Quanto alle voci di un possibile coinvolgimento di assetti dell’Italia, che a quanto riferiscono fonti del governo italiano girerebbero “su media elettronici e social in Libano e Paesi arabi”, le stesse fonti precisano che si tratta di informazioni false: “Non c’è stata alcuna partecipazione italiana ai raid di Israele in Yemen”.
Striscia di Gaza – Nel raid sul campo profughi di Nuseirat sono state colpite le abitazioni di due famiglie, al-Shariri e Abu Sidra: le esplosioni hanno causato almeno 8 morti. Lo riferisce Al-Jazeera, che conferma un nuovo attacco contro il campo rifugiati nel centro della Striscia di Gaza. Sempre secondo Al-Jazeera, altre 5 persone sono morte nell’attacco che ha colpito il quartiere Sheikh Radwan di Gaza City e almeno 4 persone, di cui 2 bambini, hanno perso la vita nel raid a Janalia, nel nord di Gaza. Altri morti, almeno 3, a Bureij, nella zona centrale della Striscia. Un drone ha anche colpito un uomo in bicicletta nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia. Secondo Al-Jazeera, che riporta i dati diffusi dal ministero della Sanità di Gaza, il numero di morti palestinesi dallo scorso 7 ottobre è salito a 38.919, mentre sono 89.622 i feriti. Inoltre, precisa Al-Jazeera, migliaia di persone sono ancora disperse sotto le macerie degli edifici distrutti negli attacchi israeliani.
Libano – Proseguono intanto gli attacchi di Hezbollah verso il nord di Israele. Nelle ultime ore dal Libano sono stati lanciati 45 razzi. L’esercito israeliano (Idf) ha dichiarato che alcune delle esplosioni hanno provocato lo scoppio di incendi. I primi 30 razzi hanno preso di mira le alture del Golan settentrionale: alcuni missili sono stati intercettati mentre altri hanno colpito aree aperte. Una raffica di dieci razzi, inoltre, è stata lanciata contro la Galilea occidentale, mentre altri cinque contro l’Alta Galilea. Gli attacchi non hanno causato feriti.
20/07/2024
da Il Fatto Quotidiano