A Puerto Iguazú, vicino alla triplice frontiera tra Argentina, Brasile e Paraguay, il 62º summit dei capi di Stato del ‘Mercosur’, il Mercato comune dell’America meridionale che si affianca alla Comunità Andina e alla Comunità Caraibica. Ma Cina ci cova e l’agguerrito Uruguay minaccia lo strappo per il libero commercio con Pechino che meno chiede rispetto a un‘Europa molto ecologica e forse ancora un po’ coloniale.
Tensioni ideologiche e Cina
Ad acuire le divergenze, oltre alle differenze ideologiche che separano i governi di Brasile e Argentina da quelli di Uruguay e Paraguay, l’intenzione del presidente uruguaiano Luis Lacalle Pou di siglare separatamente un accordo di libero scambio con la Cina, in violazione dell’accordo di Asunción che ha dato origine al ‘Mercosur’ nel 1991 denunciano i colleghi-avversari. Ma non solo Cina.
Cina facile e Ue severamente latitante
«Sicuramente il dilemma più ingombrante per i membri del gruppo in queste settimane è l’accordo di libero scambio firmato con l’Unione Europea nel 2019 e mai entrato in vigore», denuncia Federico Larsen su Limes. Per Bruxelles, i paesi sudamericani non garantiscono standard di protezione ambientale sufficienti per azzerare i dazi all’ingresso dei loro prodotti. Mentre per il Mercosur, le restrizioni europee risultano inammissibili, in quanto molte di esse imposte dopo la firma del pre-accordo di quattro anni fa e considerate una forma di protezionismo mascherato.
Protezionismo mascherato
Secondo il presidente argentino Alberto Fernández, «la posizione dell’Ue ignora la dimensione sociale ed economica della sostenibilità, usando quella ambientale per giustificare un protezionismo dei paesi industrializzati nei confronti dei fornitori di materie prime».
Ue divisa, la Spagna spinge
L’Ue divisa e incerta sul da fare, in questi giorni è tornata alla carica, spinta della presidenza spagnola. L’accordo ‘Ue-Mercosur’ è stato al centro del tour europeo del presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, che ha visitato Spagna, Portogallo, Francia e Italia. Il 17 e 18 luglio a Bruxelles il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea e della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac), in cui l’Ue presenterà ufficialmente il proprio progetto «Nuova agenda per le relazioni tra Unione Europea e America Latina e Caraibi». Con il presidente italiano Sergio Mattarella – in visita in Cile – che auspica un accordo col Mercosur.
Lula severo contro il neo colonialismo Ue
Lula, al vertice di Puerto Iguazú è stato severissimo e chiaro: «Non siamo interessati ad accordi che ci condannino all’eterno ruolo di esportatori di materie prime, minerali e petrolio». Un ruolo in realtà già assunto in questi anni nel rapporto con la Cina, divenuta ormai primo partner commerciale della maggior parte dei paesi latinoamericani, ma senza esigere condizioni ambientali o sociali in cambio di investimenti o contratti commerciali.
Transizione interna dei protagonisti
La regione del ‘Mercado Común del Sur’ attraversa una tappa di transizione politica: il vertice di Puerto Iguazú è stato l’ultimo sia per l’argentino Alberto Fernández sia per il presidente del Paraguay Mario Abdo Benítez, accompagnato dal suo successore eletto Santiago Peña. Inoltre, è stato il primo dal suo ritorno al potere per Lula, nuovamente mattatore dell’incontro.
Meno Usa-Ue, più Brics
Dal suo ritorno al Planalto, il leader della sinistra brasiliana sta tracciando un cammino sempre più aperto alla ricerca di alternative all’ordine economico e finanziario tradizionale attraverso i Brics. Un indirizzo che preoccupa molto Bruxelles.
09/07/2023
Abbiamo ripreso l'articolo
da Remocontro