Il Cancelliere tedesco Friedrich Merz è riuscito a vincere per un pelo le elezioni per l’esistenza di una dilagante crisi di sistema scatenata anche dalla guerra in Ucraina. E dai suoi devastanti effetti collaterali. Ma ora bisogna governare col fiato dei ‘populisti’ sul collo, mentre la pace tra Mosca e Kiev sembra una illusione, sotterrata dai bombardamenti di Putin, dalla faciloneria di Trump e Volonterosi da fumetto.
Herr Merz in alto, per statura
Strada in salita, per Herr Merz, che però non brilla per la chiarezza delle sue strategie politiche, mentre si muove nei tormentati scenari internazionali attuali. Le sue attenuanti sono di dipendere, in parte, dagli umori imprevedibili di Trump. Le aggravanti, invece, compaiono quando il Cancelliere cerca di fare il capoclasse, seguendo l’arroganza di Macron sul terreno di un duopolio franco-tedesco in Europa, ormai bocciato dalla storia. Nel patetico progetto-carrozzone dei «volenterosi», per esempio, è difficile non vedere una sbiadita fotocopia di una sorta di «Nato2» che si sovrappone all’Alleanza originale. Con l’unica differenza di tenere fuori gli Usa, ora considerati (visto il cambio nella Presidenza) su posizioni «strategicamente diverse». Al di là del merito, resta l’impressione di una indegna baraonda diplomatica. Un baccanale di chiacchiere, in cui le trattative non partono e le paci non si firmano, più per lo scarso spessore politico di tutti gli attori coinvolti, che per mera mancanza di soluzioni.
Il cancelliere e le pericolose ‘parole in libertà’
La Germania e il caos pericoloso che le parole in libertà del nuovo Cancelliere stanno generando. Merz guarda forse anche alla politica interna (si regge su un governo di coalizione, ‘allargato’ alla SPD), quando tratta lo scottante tema della guerra in Ucraina? In realtà, presenta l’impegno tedesco sulla sicurezza, quasi come una questione di emergenza nazionale. Ma lo fa contraddicendosi, dopo avere dato fuoco alle polveri di una pericolosa escalation. Per essere chiari, vediamo come Der Spiegel riporta il suo virgolettato, su un tema di cruciale importanza, come quello della fornitura a Kiev di missili a lunga gittata, per colpire in profondità la Russia. Con tutto quello che ne consegue.
Colpire Mosca con le armi di chi?
«Ieri il Cancelliere Friedrich Merz – scrive lo Spiegel – ha dichiarato al ‘Europaforum’ della WDR, la radiotelevisiva pubblica del Land tedesco della Renania: ‘Non ci sono più limitazioni di gittata per le armi fornite all’Ucraina, né dagli inglesi, né dai francesi, né da noi, né dagli americani’. Martedì, tuttavia, durante una visita in Finlandia, Merz ha lasciato intendere che le sue dichiarazioni non rappresentavano un riposizionamento: ‘I Paesi che avevano imposto restrizioni all’autonomia le hanno abbandonate da tempo’. Questo è ciò che aveva descritto. E secondo lui questo è necessario».
Ma poi precisa: «L’Ucraina non riceverà dalla Germania armi con una gittata superiore a 70 chilometri e che possano colpire ben oltre il confine russo. Probabile che l’Occidente mantenga anche il diritto di veto nel caso di un possibile rilascio di obiettivi sensibili. Tra questi rientrano parti dell’ombrello nucleare o centri decisionali politici».
‘Non colpite il Cremlino che Putin si arrabbia’
Troppo furbo o molto stupido. O trattati da stupidi tutti noi. Da scafato politico di lungo corso, Merz è stato capace di dire tutto e il contrario di tutto. Non facendo capire niente di concreto, se non il fatto che, come nel Gattopardo (Tomasi di Lampedusa), «tutto cambia, affinché tutto resti come prima». E Der Spiegel chiarisce ancora che «finora gli ucraini hanno utilizzato i missili da crociera franco-britannici Storm Shadow/Scalp e hanno causato alcuni danni in Crimea. Hanno un’autonomia massima di 560 chilometri. Tuttavia, non è certo che Kiev avrà a disposizione solo la versione per l’esportazione, con una gittata notevolmente inferiore». In definitiva, sembra di capire che agli annunci propagandistici, in genere gli alleati occidentali non fanno seguire mai i fatti. Nel caso tedesco, per esempio, è aperto l’affaire del missile Taurus, una vicenda diventata ormai una specie di leggenda metropolitana, perché da anni si parla di una sua fantomatica cessione.
Corrida ‘Taurus’ e il rischio nucleare
Si tratta comunque di un’arma destinata a colpire infrastrutture come ponti o bunker, che alzerebbe la soglia del confronto anche sul fronte interno russo. «Una decisione del genere – scrive Der Spiegel – potrebbe innescare dinamiche di escalation orizzontale e comportare anche nuove minacce nucleari da parte della Russia», come afferma l’esperto militare Franz-Stefan Gady. In questo caso, l’escalation orizzontale significa che il Cremlino potrebbe fornire ulteriore tecnologia ad alleati come la Corea del Nord o l’Iran. Si considerano possibili anche ulteriori atti di sabotaggio in Occidente. «La Russia non può permettersi di minare la credibilità della sua deterrenza nucleare nei confronti della Germania, quindi la decisione probabilmente non resterebbe senza risposta», aggiunge Gady. ‘Ma presumo -spero- che il governo stia valutando attentamente i rischi».
E per finire, sempre da Der Spiegel, un cameo che arriva dalla lontana Carelia, tanto per capire in quale caspita di epoca siamo capitati: «Il confine tra la Finlandia e la Russia, geopoliticamente aggressiva, è lungo più di 1.300 chilometri. Sono sempre più numerose le donne finlandesi che desiderano essere in grado di difendere il proprio Paese in caso di guerra. Si esercitano con le granate a mano, si addestrano all’uso dei lanciarazzi e accumulano scorte di emergenza». Incoraggiante, no?
28/05/2025
da Remocontro