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Ministro Usa a Kiev a ‘rassicurare’ rispetto ai dubbi di chi?

Ministro Usa a Kiev a ‘rassicurare’ rispetto ai dubbi di chi?

Lloyd Austin, visita a sorpresa a Kiev a ‘rassicurare’, svelando la grave crisi militare ma anche politica che incombe su quella guerra, su quel Paese, e sull’Europa. Biden ribadisce l’impegno Usa al fianco dell’Ucraina. Ma gli arsenali si svuotano e si moltiplicano le voci su una «strategia d’uscita». Mentre a Kiev è terremoto perenne sui vertici militari sotto tiro della politica per insuccessi e corruzione. Tensioni interne sempre più evidenti.

‘Mostrare bandiera’

Ieri a sorpresa, il Segretario alla Difesa, Lloyd Austin, a Kiev per incontrare Zelensky. Obiettivo? ‘Mostrare la bandiera’, come si dice nei momenti di depressione diplomatica, cercando di rianimare un alleato in difficoltà. Contemporaneamente, come ha confermato Zelensky dopo l’incontro, Biden ha promesso le tante attese munizioni per l’artiglieria. Col Ministro Usa si sono anche discussi i dettagli per il prossimo vertice di Ramstein.

Per ‘rassicurare’ servono i dubbi: di chi?

«Il viaggio di Austin – scrive il New York Times – è stato un gesto di solidarietà, mentre i progressi della guerra contro la Russia sono in fase di stallo e ci sono preoccupazioni per gli aiuti militari statunitensi». Dello stesso tenore anche le analisi fatte dagli altri giornali internazionali. Il NYT parla chiaramente di «fallimento della controffensiva ucraina» e delle crescenti perplessità, nel Congresso Usa, riguardanti i cospicui stanziamenti da destinare alle forze armate di Kiev. Tra le altre cose, alcuni analisti sospettano che l’arrivo di Lloyd Austin possa essere, in qualche modo, legato all’ennesimo rimpasto ai vertici dell’esercito ucraino. In sostanza, quando le cose vanno male si cerca di ‘cambiare squadra’.

Generali e rifornimenti

Domenica sera, Zelensky ha annunciato di avere sollevato dall’incarico la comandante del Corpo sanitario, maggior generale Tatiana Ostashchenko, dopo le continue lamentele che arrivavano dagli ospedali da campo. Secondo quanto ha dichiarato lo stesso Ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, tra le ‘priorità militari’ ci sarebbe anche l’esigenza di dotarsi di ‘lacci emostatici di qualità’. Questo perché la maggior parte di quelli utilizzati, come sostiene il Financial Times, sarebbero di marca cinese.

Trasparenza

Umerov è diventato Ministro recentemente, in un’operazione-trasparenza voluta da Zelensky, dopo una serie di scandali per il prezzo gonfiato delle uova distribuite alle truppe. È, in un certo senso, il simbolo della politica anticorruzione della nuova Ucraina. Una politica molto faticosa, se si pensa che il Presidente ha dovuto licenziare un gran numero di responsabili degli Uffici di reclutamento. L’accusa? Mazzette.

Anche il sistema sanitario militare

Adesso, però, fermandoci all’aspetto sanitario, Umerov spiega che occorre intervenire radicalmente. Gli strateghi dicono che Kiev comincia ad avere non solo problemi di armi, ma anche di personale che le faccia funzionare. E calcolando l’auto tasso di feriti che le statistiche registrano (circa 130 mila secondo gli Stati Uniti, come riporta FT) un efficiente sistema sanitario ‘di recupero combattenti’ –contabilità crudele-, si rivela indispensabile. Allargando il quadro, Umerov avrà sicuramente spiegato a Lloyd Austin, i programmi di implementazione militare: migliore formazione, digitalizzazione e comunicazione più chiara in linea con gli standard della Nato.

Generali al bando

E qui torniamo a quanto anticipa il Financial Times, riprendendo indiscrezioni raccolte dalla Ukrainska Pravda.  Quest’ultima ha scritto che, oltre alla Ostashchenko, «il Ministro della Difesa Umarov sta preparando una richiesta per il licenziamento di Oleksandr Tarnavskyi (comandante del Gruppo operativo strategico Tavria ) e di Serhiy Naev (comandante delle Forze unite ucraine)». Il primo generale guida uno dei ‘bracci’ della controffensiva di Kiev. Il secondo, invece, è stato uno dei protagonisti della difesa della regione di Kherson. Da allora è stato al centro di polemiche (dovrebbe essere addirittura sotto inchiesta) perché non sono stati fatti saltare i ponti che dalla Crimea portavano al sud-est del Paese.

Narrativa del conflitto

Il problema più pressante per la leadership ucraina, però, in questo momento, è cambiare in corsa la sua narrativa sul conflitto, spostandola dalle aspettative miracolistiche, alimentate dalla controffensiva, a una più realistica definizione di ‘guerra di logoramento’. L’incubo di Zelensky è che si possano prosciugare gli aiuti occidentali. Specie quelli americani, che finora sono stati veramente spropositati. Solo che i dubbi nel Congresso Usa aumentano.

 ‘Guerra di logoramento’: di tanti

E mentre a Kiev dicono che il loro esercito «ha bisogno di tempo, ma è sempre all’offensiva», lo Stato maggiore generale, riportato dalla Ukrainska Pravda, ieri ha comunicato che «il nemico russo ha condotto assalti, tutti respinti dalle forze ucraine». Più di 50 dal Dnipro a Zaporizhzhia. Ma non dovevano essere gli ucraini a contrattaccare?
21/11/2023
da Remocontro

Piero Orteca