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Multiutility, Rifondazione: "Progetto è danno all'erario secondo la Corte dei Conti"

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Lo avevamo pensato, detto e scritto all’inizio di questa squallida avventura privatizzatrice: come fanno a cedere beni demaniali?

E invece lo avevano fatto tranquillamente con questa operazione Multiutility che accentra sempre di più il potere dei servizi essenziali per i cittadini ed espropria gli stessi a favore di grandi investitori. In pratica, nei mesi scorsi – anche grazie ai voti favorevoli di tanti consigli comunali a maggioranza PD e anche di destra - ad Alia Servizi ambientali spa (società incorporante) è stato trasferito l’intero patrimonio di Consiag spa comprensivo delle reti e degli impianti idrici comunali di cui era conferitaria.

Ma le infrastrutture idriche si configurano come beni demaniali per espressa previsione dal Codice civile (artt. 822 co2 CC; 823 CC; 824 co1 CC), del T.U.E.L, del testo unico dell’ambiente. La natura demaniale di detti beni comporta la loro inalienabilità. Non solo, ma l’art.21 del d.lgs 201/2022 ha riconfermato la natura demaniale, nonché l’incedibilità delle proprietà delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni idriche consentendo esclusivamente il conferimento delle stesse in società a capitale interamente pubblico incedibile.

E la sezione regionale di Controllo per la Toscana della Corte dei Conti (con Deliberazione n. 159/2023), rispondendo ad una richiesta di parere ritualmente formulata dal Sindaco del Comune di Loro Ciuffenna, da sostegno alle ragioni dei sempre più numerosi oppositori dell’operazione Multiutility. E a noi di Rifondazione Comunista, insieme ai Comitati No Multiutility, appare evidente che il parere della Corte dei Conti Toscana rimette in discussione l’intera operazione Multiutility che, attraverso l’apertura ai privati e la quotazione in borsa, si prefigurava di sottrarre al patrimonio pubblico, per immetterle sul mercato privato, anche le infrastrutture strategiche che, per legge, devono rimanere di proprietà e in gestione pubblica.

Noi pensiamo che questa Delibera della Corte dei Conti dica chiaramente alla Politica qual’è la strada da percorrere: far saltare tutta l’operazione Multiutility, subito.

Ma Rifondazione Comunista sta dando mandato ad alcuni studi legali di verificare la possibilità di produrre esposti-denunce per danno erariale da presentare nei confronti dei Comuni che hanno votato a favore della Multiutility e della sua quotazione in Borsa.

Perché non possono dire che non sapevano: era già tutto talmente chiaro, che ai sindaci e consiglieri che hanno avviato la cessione con il loro voto, era stato segnalato a più riprese, sia dai cittadini attraverso lo strumento delle osservazioni, sia dagli altri consiglieri di opposizione, che per tutela sia dei beni comuni demaniali che per tutela personale sì sarebbero dovuti opporre anziché votare a favore di questa cessione, esponendosi così anche ad un potenziale danno erariale verso i comuni da loro amministrati. 

Il fallimento della operazione Multiutility è il fallimento della politica dei servizi ambientali del PD toscano. Noi Comunisti pensiamo che sia arrivata l’ora per aprire finalmente una discussione seria ed approfondita con i cittadini finalizzata all’introduzione di modelli di gestione effettivamente pubblica e partecipativa dei servizi essenziali (ambientali, sanitari) per mettere finalmente in discussione le scelte adoperate finora da singoli sindaci e soprattutto per rivedere quelle deleghe, date ai consigli di amministrazione che fanno esattamente il contrario di quantoindicato dai cittadini con il referendum sull’acqua pubblica del 2011. 

Ma riteniamo obbligatoria e non più rimandabile la richiesta di dimissioni del Consiglio di Amministrazione di Alia a partire dal suo Amministratore Delegato.

                La Segreteria  Rifondazione Comunista – S. E.