Giornata quanto mai piena, ieri a Napoli, in fatto di contestazioni. E’ l’alba quando le chat di attivisti e militanti si riempiono di messaggi annuncianti l’occupazione del Rettorato della Federico II.
Come a Roma, Bologna e Torino gli studenti occupano gli uffici del Rettorato. “Quanto sta accadendo in Palestina porta per noi il nome di genocidio: il bando Maeci, la Fondazione Med’or, gli accordi stretti tra Italia e Israele a livello accademico, economico e militare rappresentano per noi un punto di non ritorno circa la complicità dell’accademia…” scrivono gli studenti nel loro comunicato. Basta accordi con Israele è la richiesta esplicita.
La palla passa al rettore Matteo Lorito. Per ora silente.
Alle quindici invece al Museo Ferroviario di Pietrarsa a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli fa capolino il Ministro deiTrasporti Salvini.
E’ lì per una convention chiamata “L’Italia del Si 2023-2032”, pubblicizzata anche sul sito del ministero. Un’accozzaglia di imprenditori o presunti tali che escono dalla sala con la loro bella brochure azzurra con il marchio del ministero.
Fuori del museo, invece, con megafono e striscioni i lavoratori del comparto ferrovie dell’Usb ricordano al ministro che essere il responsabile del dicastero trasporti significa anche assicurare salute e sicurezza ai lavoratori del comparto.
Questione invece che sembrano non interessare più di tanto le compagnie ferroviarie visto che di subappalto in subappalto diminuisce la sicurezza e aumentano i rischi. E i morti degli ultimi mesi, causa fretta e pressappochismo dei subappaltanti, stanno lì a dimostrarlo.
Ma, come dicevamo, è giornata piena. Salvini, appena finito di sproloquiare al convegno (per chi ha stomaco e pazienza il video dell’intervento è integrale sul sito del ministero) corre verso Palazzo San Giacomo dove, dopo un breve incontro col sindaco, in Consiglio comunale, ad incontrare i novelli consiglieri comunali della Lega.
Eh sì, la Lega Nord torna, dopo un breve periodo alcuni anni fa, a Napoli. Lo fa tramite 2 tizi eletti – una con una lista civica di destra, l’altro con Forza Italia. Il secondo, addirittura aveva già lasciato un anno fa FI per andare con Iv che stava con la maggioranza del sindaco. Ora con la Lega. Per dire di che soggetti stiamo parlando.
Qui non c’è contestazione soltanto perché alle 6 è previsto, presso il Teatro Comunale San Carlo, il concerto della Banda della NATO, per “festeggiare” i 75 anni dell’Alleanza Atlantica.
Solita schizofrenia pusillanime di una amministrazione comunale che chiama Napoli “città di Pace”, con tanto di striscioni arcobaleno alle finestre, concede la cittadinanza onoraria ad Assange che aveva denunciato i crimini della Nato in Iraq e Afghanistan, ma poi concede il suo più importante teatro per celebrazioni assolutamente fuori luogo di quella Macchina di dominio e morteche è la Nato. In questa fase storica poi…
Il Coordinamento napoletano per la Palestina ha improvvisato una manifestazione di protesta. Pochi giorni di passaparola perché l’evento Nato non era stato granché pubblicizzato. Un appuntamento per pochi eletti, ad inviti, con tanto di dress code.
I manifestanti però dopo aver percorso via Toledo, diretti verso Piazza Trieste e Trento, a pochi passi dal teatro, vengono immediatamente caricati.
Una carica violenta, totalmente ingiustificata. Dietro il cordone di polizia vi era una zona totalmente chiusa con blindati ed altri cordoni di agenti. Nessun rischio quindi di perdere il controllo della situazione e vedere i manifestanti andare verso il teatro. Fisicamente impossibile.
Una carica che semplicemente sembra inserirsi in quella logica questurina di “ammazzare i bambini nella culla”. Ovvero quello che pensano di poter fare contro questa ondata di giovani e studenti che, sulla mattanza in Palestina, si sta facendo sentire.
Li picchiano subito, sperando che si impauriscano e non tornino più nelle piazze.
In verità il clima in qualche maniera lo si era avvertito già da un po’ di giorni; lo stalkeraggio della Digos ad attivisti noti, le pressioni indebite, le minacce velate. Un allarmismo provocatorio, che cercava appigli per poter alzare le mani.
Fatto sta che dopo le cariche l’improvvisato corteo resta in piazza e poi si dirige verso il Rettorato occupato. Qui gli studenti si preparano ad una serata discussione e ai bilanci di giornata. Ce ne saranno altre, siamo sicuri, di giornate di cui discutere.
09/04/2024
da Contropiano