ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Nato sempre più armata per la guerra alla Russia?

Nato sempre più armata per la guerra alla Russia?

Dal giornale tedesco Die Welt, il neo segretario generale Nato Mark Rutte avrebbe messo a punto un programma sul potenziamento delle forze dell’alleanza per prepararsi alla futura guerra con la Russia prevista da molti leader politici in Europa. “Sciocchezze dei governi occidentali per spaventare ed estorcere spese militari aggiuntive” la risposta di Putin. Anche se che il coinvolgimento dell’Occidente in Ucraina crea il rischio di uno scontro diretto tra Mosca e il blocco atlantico.

                

Documenti ‘riservati’ ma non troppo

Secondo i documenti riservati citato dal quotidiano tedesco, Rutte intende chiedere ai governi di schierare 49 brigate in più a partire dal 2030. Dalle attuali 82 a 131: cioè circa 250 mila militari in più, tenuto conto che una brigata NATO comprende circa 5mila militari. Il documento di pianificazione definito ‘riservato’ da Die Welt riguarda i cosiddetti “Requisiti minimi di capacità” e delinea i requisiti che la NATO deve soddisfare per difendersi da un potenziale attacco russo all’Europa.

Di più in peggio tra armi e generali

Oltre alle unità da combattimento (le brigate) il piano prevede anche l’aumento di comandi di corpo d’armata (da 6 a 15) e di divisione (da 24 a 38) e l’incremento di sistemi di difesa aerea a medio e corto raggio di ben cinque volte, da 293 a 1467 mente gli squadroni di elicotteri alleati dovrebbero aumentare da 90 a 104. Piano che sarebbe stato messo a punto dal comandante delle forze USA e NATO in Europa, il generale Christopher Cavoli e dall’ammiraglio francese Pierra Vandier.

Niente scuse e fuori i soldi!

Rutte ha già chiesto ai partner di non trovare scuse per evitare l’oneroso impegno economico. Anche se non è chiaro quanto velocemente i paesi NATO sarebbero in grado di racimolare l’enormità necessaria. Die Welt avverte che “probabilmente richiederebbe di spendere per la difesa molto più del due per cento del PIL”. Alcune nazioni hanno già superato il 2% e la Polonia, con aspirazioni di leadership militare NATO, ha raggiunto quasi il 5 per cento per il suo ambizioso piano di riarmo.

Una brigata e mezzo a testa

Ognuno dei 32 stati Nato dovrebbe costituire in media 1,5 brigate ma considerando le ridotte dimensioni di molti partner della NATO un simile potenziamento richiederebbe alle nazioni più grandi (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna) di mettere in campo ognuna almeno 3/4 nuove brigate ognuna, da equipaggiare con ulteriori investimenti multi miliardari. Il documento Rutte prevede infatti che la quantità di stanziamenti sarà comunque determinata dalla “ricchezza relativa del Paese e dalle dimensioni della popolazione di ogni alleato”.

Difesa tedesca e Italia

Fonti del ministero della Difesa tedesco sentite da Die Welt -riferisce Analisi Difesa-, valutano che alla Germania verrà chiesto di costituire “dalle cinque alle sei brigate da combattimento aggiuntive”, e un altro squadrone di elicotteri in aggiunta alle 8 brigate oggi disponibili, più una in fase di costituzione e un’altra prevista entro il 2031. In proporzione a PIL nazionale e numero di abitanti è possibile ipotizzare che all’Italia venga chiesto di costituire ed equipaggiare 3 o 4 brigate.

Decisione Usa in casa europea

La decisione Nato quando? “Gli alleati stavano pianificando nuovi sostanziosi aiuti militari all’Ucraina alla base SE Usa di Ramstein: l’intenzione ora è di trovare un’altra data, forse nelle prossime settimane”, dichiara Washington. E forse che non se ne farà nulla fino a dopo le elezioni del 5 novembre tenuto conto che gli stanziamenti in armi e denaro a favore di Kiev incontrano consensi sempre più scarsi nella stessa opinione pubblica americana. La proposta Nato-Rutte per l’Europa, peggio.

Male Ucraina e 2% alla Difesa

Dubbi tra partner NATO sul sostegno bellico all’Ucraina fino a un’improbabile vittoria sempre più ampi. E bilanci Difesa difficili da gonfiare. “Significative risorse finanziarie aggiuntive ben oltre il 2 per cento del PIL”. Ma se noi Italia il 2% ce lo sogniamo. E non siamo soli: Italia, Spagna e Belgio sono tra gli inadempienti con Croazia, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Canada mentre l’Islanda è non viene considerata in quanto priva di forze armate. In regola solo 23 dei 32 partner.

Eserciti senza soldi

Il limite più evidente del documento è che non tiene conto della cruda realtà di economie diffusamente in crisi. Europa da recessione, de-industrializzazione e caro-energia con tutte le conseguenze sociali e politiche già evidenziate dai risultati elettorali in alcune nazioni europee. E il Piano Nato-Rutte inciampa sui fatti e sulla credibilità di un’invasione russa dell’Europa non avvertita dall’opinione pubblica, spauracchio utile ai moniti lanciati dai governi ma di nessuna presa popolare.

Materie prime e vocazioni militari

Un’Europa che non dispone di materie prime, che non produce neppure polvere da sparo e non riesce più a produrre acciaio in quantità sufficiente né a farlo in modo competitivo (la Turchia produce più acciaio della Germania) a causa degli elevasti costi energetici come potrà sostenere un lungo e costoso programma di massiccio riarmo? Infine il limite più irrisolvibile è legato al crollo delle vocazioni militari registrato in tutto l’Occidente, ingigantitosi dopo l’inizio del conflitto in Ucraina.

Crollo dei reclutamenti

Ovunque si registra un esodo di personale qualificato dalle forze armate abbinato al crollo dei reclutamenti. Quasi tutte le Marine occidentali non hanno abbastanza equipaggi e devono radiare o lasciare ormeggiate parte delle navi. Le forze armate britanniche sono al minimo storico di militari in servizio dalle guerre napoleoniche e non raggiungono gli arruolamenti minimi necessari, quelle statunitensi da anni non raggiungono i livelli previsti e quelle giapponesi non stanno meglio.

Nessuna nazione NATO riesce a rispettare gli obiettivi di nuovi arruolamenti e non saranno certo le illusioni di un improbabile ripristino della leva militare a cambiare la situazione. E il piano Rutte per compensare le carenze dell’apparato militare NATO – severo Gianandrea Gaiani-, «si riduce a trasformare il ‘cahiers des doléances’ al libro dei sogni irrealizzabili».

15/10/2024

da Remocontro

Ennio Remondino

share