LAVORO
06/09/2025
da Il Fatto Quotidiano
I dati Inail sulle denunce di infortunio. Nel tragitto casa-lavoro 168 incidenti mortali
Sono state 432, nei primi sette mesi del 2025, le denunce di infortunio mortale presentate all’Inail al netto degli studenti, a cui la tutela assicurativa è stata estesa dal 2023. Le vittime sono tre in meno rispetto al 2024, ma si parla comunque centinaia di lavoratori che non sono più tornati a casa. Il confronto con gli anni scorsi racconta una strage: i decessi denunciati restano superiori al 2023 (+4) e al 2022 (+21), mentre calano nettamente rispetto ai picchi del 2020 (601) e del 2021 (543), segnati dalla pandemia. Rispetto al 2019, i numeri sono sostanzialmente fermi.
Se si rapportano i casi agli occupati Istat, l’incidenza passa da 1,87 morti denunciati ogni 100mila lavoratori nel 2019 a 1,78 nel 2025 (-4,8%). Certo non una inversione di tendenza. Anche la quota di incidenti “in occasione di lavoro” sul totale dei decessi resta stabile, al 72%, quasi invariata rispetto a sei anni fa.
Incidenti in itinere in forte aumento
Particolarmente allarmante la crescita degli infortuni mortali in itinere, quelli che avvengono nel tragitto casa-lavoro. Le denunce sono state 168 da gennaio a luglio 2025: +24,4% rispetto allo stesso periodo del 2024 e leggermente più del 2019. Oggi quasi tre decessi su dieci avvengono fuori dai luoghi di lavoro, durante spostamenti quotidiani.
Le differenze territoriali
Il bilancio varia molto da un territorio all’altro. Nel Sud i morti aumentano (da 92 a 104), mentre calano nel Nord-Est (da 94 a 91), al Centro (da 89 a 81) e nelle Isole (da 50 a 46). Veneto (+21), Piemonte e Basilicata (+6) segnano gli incrementi maggiori. Emilia Romagna (-20), Lazio (-19) e Lombardia (-9) i cali più significativi. Se si guarda alle singole regioni, spiccano gli aumenti del Veneto (+21 morti), del Piemonte e della Basilicata (+6 ciascuna), delle Marche, della Liguria e della Campania (+5). All’opposto, cali significativi in Emilia Romagna (-20), Lazio (-19) e Lombardia (-9). In Sicilia e nella provincia autonoma di Trento le denunce scendono di quattro unità.
Chi muore di più
Il calo riguarda soltanto le donne (da 27 a 23 denunce mortali), mentre per gli uomini i casi restano stabili (da 408 a 409). Crescono i decessi tra i lavoratori italiani (da 333 a 339), mentre diminuiscono tra gli stranieri (da 102 a 93). Guardando all’età, colpisce la crescita delle morti nelle fasce 30-34 anni (+4 casi), 45-49 (+7) e soprattutto 55-59 (+9). Calano invece tra i più giovani (20-29 anni, -8) e tra gli over 59 (-10).
Sette infortuni mortali tra gli studenti
Calano gli infortuni degli studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, ma per la categoria aumentano le denunce totali di infortunio (49.970). I casi mortali denunciati all’Inail entro il mese di luglio sono sette come nel 2024, ma l’istituto ricorda che i dati sono “provvisori soggetti ai tempi di trattazione delle pratiche, soprattutto ai fini del loro riconoscimento”. La Lombardia è la regione che presenta più denunce (23% del totale nazionale; +3,9% sul 2024), seguita da Veneto (13%; +10,6%), Emilia Romagna (12%; -1,2%) e Piemonte (10%; +4%). Il 95% delle denunce riguarda gli studenti delle scuole statali, il restante 5% gli studenti delle scuole non statali e private.