17/10/2025
da Remocontro
Secondo ‘No Kings Day’ che coincide col 250esimo anniversario dell’arma dei Marines. E il ‘Presidente/Re’ ha predisposto un’esercitazione che prevede manovre di guerra, sbarco anfibio e potenzialmente missili lanciati da incrociatori. Una contro-programmazione all’America anti-trumpista che si è data appuntamento nelle piazze, segnala il manifesto
Squadre paramilitari contro il ‘pericolo rosso’
La manifestazione è stata preceduta da un’escalation di operazioni Ice, polizia di immigrazione e dogana, particolarmente a Portland e Chicago dove le squadre paramilitari hanno intensificato raid e rastrellamenti provocando proteste e cercando di proposito colluttazioni con i manifestanti, denuncia Luca Celada. Mentre diversi tribunali hanno bloccato l’utilizzo di reparti della guardia civile. L’Ice costituisce una forza speciale che risponde solo al presidente, non rientra nelle ingiunzioni e agisce liberamente ed extra-legalmente, applicando metodi sbrigativi e violenti per detenere gli immigrati e forza militare contro il dissenso.
Reparti armati in molte città
«L’invasione di molte città democratiche da parte di reparti armati pone un preoccupante interrogativo sulla possibilità di una maggiore repressione delle manifestazioni di oggi. Da quando la ministra per la sicurezza Kristi Noem, dieci giorni fa, ha equiparato Antifa ad Hamas ed Hezbollah (parole riprese a distanza di 48 ore da Meloni), l’amministrazione ha alzato i toni di una criminalizzazione a oltranza della ‘di sinistra radicale’».
‘Odio contro l’America’
La mobilitazione è stata ribattezzata «comizio di odio contro l’America» dallo speaker repubblicano della camera Mike Johnson. «Sarà un raduno di marxisti, socialisti, militanti Antifa, gli anarchici e l’ala pro-Hamas del partito democratico di estrema sinistra», ha affermato il presidente della Camera appartenente ad una setta integralista protestante che considera «demoniaco opporsi a Trump». Noi di Remocontro all’inferno da tempo. La stupidaggine del demone è solo l’ultima, di una narrazione mirata ai sostenitori politici Maga ma anche preludio a un intensificarsi della repressione. Dopo il decreto con cui Trump ha inserito ‘Antifa’ nella lista delle «organizzazioni terroriste» la ministra della giustizia Pam Bondi è stata fra le più entusiaste fautrici della persecuzione del «nemico interno, promettendo pugno duro e indagini su fiancheggiatori e finanziatori del movimento».
- Bondi ha specificamente fatto riferimento a George Soros, la cui Open Society contribuisce ad organizzazioni progressiste e per la tutela dei diritti civili.
L’Antifa del neo fascismo Usa
Quello ‘Antifa’ è uno spauracchio piuttosto antico, per la destra Usa, ma ancora efficace. Il termine, così come viene utilizzato da una cinquantina d’anni negli Usa, non ha un significato sovrapponibile a quello che in Europa, e in Italia in particolare, si definisce ‘antifascismo’. Negli Stati Uniti con questa parola i conservatori hanno designato le frange più estreme dei movimenti di sinistra. Un’etichetta presto diventata sinonimo di estremista e intercambiabile con l’altro grande ‘insulto politico’ che è «communist». ‘Antifa’ è diventato un modo di dire che accomuna ormai i rappresentanti Dem delle convention locali ai militanti del movimento Black Lives Matter, dei diritti civili e delle politiche di salvaguardia dell’ambiente. Un grande cappello degli esclusi dal bipartitismo statunitense, con una visione del mondo alternativa sia a quella rappresentata da Trump sia a una certa parte dell’establishment democratico.
Persecuzione trumpiana degli ‘Antifa’
La persecuzione penale di sostenitori progressisti sarà agevolata da leggi come quella che rende punibili, con la decertificazione fiscale, le ong che sostengono cause designate come ‘eversive dal regime’. Sempre a questo scopo, a fine settembre, Trump ha promulgato un memorandum in cui ordina all’agenzia delle entrate (Irs) di «attenzionare associazioni di sostegno della rete terroristica interna». Alla vigilia delle proteste, al coro si sono sommati il ministro della difesa Pete Hegseth, quello dell’economia Scott Bessent e perfino dei trasporti Sean Duffy, oltre alla portavoce Katherine Leavitt che nelle sue requisitorie da sala stampa ha sentenziato che «immigrati clandestini, terroristi di Hamas e violenti criminali sono la base politica del partito democratico».
Poco ‘Santa Inquisizione’
Il più eloquente è stato il vice presidente JD Vance , sottolinea Luca Celada, che ha tenuto ad ulteriormente esplicitare il progetto di criminalizzazione, parlando di manifestanti «ben pagati per delinquere. Lo stato profondo presume automaticamente che la violenza politica di sinistra sia tutelata dal primo emendamento mentre quella di destra è un delitto», ha detto Vance, già fautore della grazia per i 1.500 condannati dell’assalto del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill. «Ora dobbiamo riorientare l’intero apparato giudiziario per correggerne le priorità. Forse non velocemente come vorremmo, ma lo stiamo facendo». E mentre il regime non fa più segreto dello scontro a tutto campo che persegue, gli organizzatori del ‘No Kings’, come ‘Move On’, sostengono che gli attacchi di Trump e camerati stanno solo incitando la mobilitazione popolare contro.
‘No Kings’ da re Giorgio d’Inghilterra a re Trump
- In un video diffuso da Indivisible, Robert De Niro afferma che «la prima No Kings si tenne 250 anni fa quando gli americani decisero che non volevano vivere sotto re Giorgio terzo d’Inghilterra». Nel suo appello, Michael Moore ha esortato i concittadini a «non mancare l’occasione di far parte della maggiore libera espressione di pensiero di sempre. Questa è la nostra ultima occasione per fermare questa follia. Vi imploro di partecipare».