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«Non ti daremo tregua». Sul premier la rabbia dei familiari degli ostaggi

«Non ti daremo tregua». Sul premier la rabbia dei familiari degli ostaggi

Politica Estera

17/09/2025

da Il Manifesto

Eliana Riva 

In una parola. Tende davanti alla residenza del primo ministro

I familiari degli ostaggi israeliani di Hamas a Gaza hanno deciso di occupare in modo permanente la strada in cui risiede Benyamin Netanyahu, dichiarando «guerra» al primo ministro. A guidare la protesta Einav Zangauker, la madre di Matan, catturato da Hamas durante l’incursione del 7 ottobre 2023. «Se il mio Matan non ha un posto sicuro dove fuggire dalla pressione militare – ha dichiarato Zangauker – non lasceremo che chi prende le decisioni utilizzi le proprie case come rifugi sicuri».

I bombardamenti a tappeto di Gaza City e l’avanzata dei carri armati rendono fievoli le probabilità di recuperare gli ostaggi israeliani, 48 in tutto, di cui si ritiene che circa venti siano ancora vivi. Lo ha dichiarato settimane fa anche il capo di stato maggiore dell’esercito, Eyal Zamir, ma l’avvertimento non è bastato a frenare Netanyahu e i suoi alleati.

«I NOSTRI FIGLI sono a Gaza e vengono bombardati dall’esercito sotto gli ordini del primo ministro», ha dichiarato Anat, madre del soldato-prigioniero Matan Angrest. Accusando il premier di commettere «crimini di guerra contro gli ostaggi». Subito dopo l’annuncio dell’avvio di una violenta invasione di terra a Gaza City, il Forum delle famiglie degli ostaggi ha organizzato un presidio dinanzi all’abitazione del premier.

È proprio nella città assediata e bombardata, infatti, che si ritiene vengano nascosti i prigionieri israeliani. Zangauker, Angrest e Ofir Braslavski si sono dati appuntamento a Gerusalemme, ad Azza Street (Gaza Street, amara ironia) già nella notte di lunedì.

Alle prime luci di martedì sono stati raggiunti da altri familiari e da ostaggi liberati che si oppongono all’operazione militare di Tel Aviv. Tutti chiedono da mesi che si percorra la via negoziale e che Israele firmi con Hamas un accordo di cessate il fuoco che consenta la liberazione di tutti i prigionieri vivi e la consegna dei corpi di chi è stato ucciso. La polizia ha deciso, già nella notte di lunedì, di chiudere la strada, per impedire raduni e proteste. Zangauker, uno dei volti più noti dell’organizzazione, ha fatto appello al Paese intero affinché «si svegli» e scenda in piazza per fermare i propositi del governo. Netanyahu ha lasciato la sua abitazione senza rivolgere parola ai manifestanti. «Il primo ministro è fuggito dai familiari degli ostaggi circa due ore fa circondato da guardie di sicurezza», ha scritto su X Zangauker. Che ha promesso, in futuro, proteste più dure: «Abbiamo smesso di essere gentili. Le famiglie degli ostaggi dichiarano guerra ai leader politici e al primo ministro. Non daremo loro tregua, non permetteremo che tengano conferenze, che brindino agli eventi celebrativi o che festeggino lo Shabbat e le festività finché non ordineranno la fine immediata della guerra a Gaza e il ritorno dell’ultimo ostaggio».

POCO PIÙ di due mesi fa, la madre di Matan aveva incontrato il primo ministro e sua moglie, Sara Netanyahu, al kibbutz Nir Oz dove suo figlio era stato rapito. In quell’occasione, tra baci e abbracci, le due donne avevano parlato a lungo. La moglie del premier le aveva assicurato che salvare suo figlio era la priorità del governo. Ieri Zangauker si è rivolta direttamente alla first lady, accusandola di aver mentito: «Sara, vieni qui e ripetimi cosa mi hai promesso a Nir Oz. Vieni fuori e dimmi come mi hai mentito in faccia, come mi hai detto che avresti raggiunto un accordo e riportato tutti a casa».

Il Forum dei familiari ha dichiarato che intende montare delle tende per istituire un presidio fisso all’esterno di casa Netanyahu. In serata i manifestanti si sono messi in marcia verso l’ufficio del primo ministro, dove si è tenuta la sua conferenza stampa.

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