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Non una di meno, corteo a Roma: «Sabotiamo guerre e patriarcato»

Non una di meno, corteo a Roma: «Sabotiamo guerre e patriarcato»

Politica italiana

22/11/2025

da Il manifesto

Albertina Sanchioni

La manifestazione Torna il corteo nazionale di Non una di meno, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si terrà il prossimo 25 novembre

Oggi per le strade di Roma torna il corteo nazionale di Non una di meno, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si terrà il prossimo 25 novembre. «Sabotiamo guerre e patriarcato. Facciamo salire la marea»: con questo obiettivo il movimento femminista e transfemminista ha chiamato alla mobilitazione dalle ore 14 in Piazza della Repubblica. In testa i centri antiviolenza: la manifestazione è una risposta alla «violenza patriarcale che diventa programma di governo», in un paese segnato dal riarmo che amplifica disuguaglianze e discriminazioni. Il corteo si snoderà lungo Via Cavour e Via Merulana per poi concludersi a Piazza San Giovanni.

Da gennaio a oggi l’osservatorio di Non una di meno ha contato 78 femminicidi, 3 suicidi indotti di donne, 2 di ragazzi trans, 1 di una persona non binaria e 1 di un ragazzo. Numeri che, sottolineano, «non danno la misura del quotidiano sommerso e strutturale della violenza». Le attiviste contestano l’«approccio punitivista» del governo, che «mostra il pugno di ferro con l’ergastolo per i colpevoli di femminicidio» mentre «attacca i centri antiviolenza, la loro storia politica femminista e le pratiche di prevenzione». Nel mirino anche le scelte sul fronte educativo. La rete critica il recente voto in Commissione cultura della Camera sul disegno di legge che limita l’educazione sessuale nelle scuole, subordinandola al consenso dei genitori alle superiori e vietandola alle medie. Le indicazioni ministeriali vengono lette da Non una di meno come parte di «un approccio alla cultura bigotto e autoritario», legato alle politiche sui percorsi di affermazione di genere e alla cosiddetta Legge Disforia, inserita nella «crociata ideologica antigender».

Al centro anche il genocidio in Palestina, perché l’autodeterminazione dei popoli si intreccia con quella dei corpi e delle vite, «a partire dalle soggetività specifiche maggiormente colpite: donne, giovani, migranti, precarie, persone trans*, queer, non binarie, lavoratrici», spiega il movimento.

Per Non una di Meno sarà di nuovo «agitazione permanente» fino al 28 novembre, giorno dello sciopero generale dei sindacati di base contro la manovra. Il 25 novembre in quasi tutte le città d’Italia – da Firenze a Torino, da Cagliari a Palermo – ci saranno nuovi cortei. Nella capitale, l’appuntamento sarà alle 16:30 sotto il Ministro dell’istruzione (e del merito) per una lezione sessuo affettiva collettiva, perché, spiegano, «l’educazione, la formazione, la scuola sono i presidi laici contro la violenza patriarcale per prevenire la violenza di genere, per imparare che solo un sì è un sì».

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