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Nonna despota del Bangladesh scappa: i militari e il premio Nobel

Nonna despota del Bangladesh scappa: i militari e il premio Nobel

Lunedì la prima ministra del Bangladesh Sheikh Hasina si è dimessa e ha lasciato il paese, dopo settimane di violenze che hanno causato centinaia di morti e feriti. Festeggiamenti in piazza a Dacca, la capitale del paese. Gli studenti a capo delle proteste hanno proposto il premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus per guidare un governo ad interim dopo la destituzione del primo ministro e l’assunzione del comando da parte dell’esercito.
Yunus, considerato il massimo promotore del microcredito moderno, ha vinto il premio Nobel per la pace nel 2006 ed è il fondatore della Grameen Bank, la cui strategia prevede un sistema di piccoli prestiti ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali.

Bangladesh’s Prime Minister Sheikh Hasinaduring in Dhaka (il copertina il Nobel per la Pace Muhammad Yunus)

Militari o Nobel per la Pace?

Il capo dell’esercito, Waker Uz Zaman, ha detto alla televisione che verrà formato un governo ad interim, ma non ha detto chi lo guiderà. È però molto probabile che in questa transizione politica l’esercito, che nelle ultime settimane aveva represso le proteste su ordine del regime, avrà un ruolo cruciale. Il Bangladesh ha una lunga storia di colpi di stato e dittature militari, e le forze armate sono rimaste molto influenti nel paese. «Il paese ha sofferto molto, l’economia è stata colpita, molte persone sono state uccise: è tempo di fermare la violenza», ha detto Zaman, in divisa militare, sostenendo di aver avuto  colloqui con i leader dei principali partiti di opposizione e membri influenti della società civile, ma non con la Lega Awami, il partito di Hasina.

Lottizzazione ‘patriottica’ di partito

Le proteste che hanno portato alle dimissioni di Hasina erano cominciate a inizio luglio come mobilitazioni studentesche pacifiche contro il sistema di quote degli impieghi pubblici riservate ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan del 1971, ritenuto da molti discriminatorio in un paese dove i posti di lavoro pubblici sono pochi e molto ambiti. Nonostante a fine luglio la Corte Suprema avesse ridimensionato e modificato il sistema contestato, le proteste si erano poi allargate estendendosi ad altre fasce della popolazione e si erano rapidamente trasformate in una rivolta contro il governo in cui gli studenti hanno comunque mantenuto un ruolo centrale.

Gli studenti vogliono esserci

«I rappresentanti degli studenti che protestano devono far parte del governo provvisorio. Altrimenti, non lo accetteremo». I coordinatori delle proteste studentesche hanno poi pubblicato un video su Facebook chiedendo la formazione di un nuovo governo ad interim sotto la guida di Muhammad Yunus, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 2006 che, lo scorso gennaio, era stato condannato a sei mesi di prigione per delle presunte irregolarità, da lui sempre contestate, legate all’organizzazione non profit Grameen Telecom, di cui era presidente: «Qualsiasi governo diverso da quello che abbiamo raccomandato non sarà accettato», si dice nel video dove si spiega anche che Yunus avrebbe accettato la proposta degli studenti.

Quel generale in divisa alla tv

Un gruppo di 21 personaggi noti nel paese, tra cui attivisti per i diritti umani e giuristi, ha detto che ora il potere dovrebbe essere trasferito a un governo nazionale o provvisorio «attraverso mezzi costituzionali o modificando la costituzione, se necessario, in seguito a discussioni con gli studenti e con i partiti politici in protesta». Il gruppo ha anche sottolineato che i militari non dovrebbero gestire il paese, che dovrebbero cedere il potere a un governo civile e tornare nelle loro caserme poiché il loro ruolo dovrebbe essere quello di proteggere il Bangladesh dalle minacce esterne e non quello di governare. In una dichiarazione fatta dal dipartimento delle pubbliche relazioni dell’esercito si dice che Waker Uz Zaman avrà presto dei colloqui diretti anche con i rappresentanti degli studenti e degli insegnanti che protestano da settimane.

Il molto sospettabile mondo militare

Mubashar Hasan, un esperto di Bangladesh dell’Università di Oslo, ha detto a BBC e riporta il Post, che ci sono diversi attori chiave nei futuri negoziati per un governo provvisorio: l’esercito, i coordinatori delle proteste studentesche e i vari gruppi della società civile in protesta. Lunedì il presidente del Bangladesh Mohammed Shahabuddin, eletto nel 2023 e membro della Lega Awami della premier in fuga, ha ordinato il rilascio dell’ex prima ministra e leader dell’opposizione Khaleda Zia, storica rivale di Hasina fin dagli anni Novanta e parte del Partito nazionalista del Bangladesh. Zia, da anni agli arresti domiciliari, era stata condannata a 17 anni di carcere con l’accusa di essersi appropriata di fondi destinati alla costruzione di un orfanotrofio.

La ‘nonna’ despota in fuga

Sheikh Hasina, 76 anni, è la figlia maggiore di Sheikh Mujibur Rahman, il politico che dichiarò l’indipendenza del Bangladesh dal Pakistan nel 1971. Dopo aver fondato la Lega Awami (LA), di ispirazione progressista, Sheikh Mujibur Rahman fu primo ministro e poi presidente, ma nell’agosto del 1975 venne deposto e ucciso insieme a parte della famiglia in un colpo di stato organizzato dall’esercito. Hasina aveva 27 anni e si trovava in Germania e fu salva. Fu quello l’episodio che motivò da lì in poi la sua carriera politica. Hasina visse per diversi anni in esilio in India, si sposò con uno scienziato nucleare bangladese ed ebbe due figli.

Hasina e Zia, saga di famiglie e di potere

Una volta tornata in Bangladesh, venne eletta presidente della Lega Awami. Gli anni Novanta furono caratterizzati da un’aspra rivalità tra Hasina e la nuova leader del BNP, Khaleda Zia: le due governarono alternativamente contribuendo a polarizzare la politica del paese. Hasina, moderata e laica, accusò di estremismo il BNP, alleato dei partiti islamici; il BNP di Zia (che era la moglie di Ziaur Rahman, l’uomo che prese il potere dopo che il padre di Hasina fu assassinato) sostenne sempre che la Lega Awami avesse usato la repressione per tornare al potere. Arrestata e rilasciata, Hasina nel 2008 fu rieletta prima ministra e confermata nel 2014.

Economia, sviluppo e clientele

Negli ultimi quindici anni Hasina ha contribuito a un grande sviluppo economico del Bangladesh: grandi infrastrutture, autostrade, linee ferroviarie e porti; rete elettrica portata nei centri più remoti; l’industria dell’abbigliamento è diventata una delle più competitive al mondo e negli ultimi dieci anni il reddito pro capite è triplicato. La Banca Mondiale ha stimato che più di 25 milionisu più di 170 milioni di abitanti, negli ultimi vent’anni siano usciti dalla povertà. In politica internazionale Hasina è riuscita a mantenere buoni rapporti sia con l’India che con la Cina.

Chi ha criticato Hasina negli ultimi mesi sostiene che il successo del Bangladesh sia stato ottenuto però a scapito della democrazia e dei diritti umani, e che il regime sia diventato progressivamente sempre più autoritario e repressivo, limitando il dissenso e la libertà di stampa.

06/08/2024

da Remocontro

rem

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