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Nuova minaccia di Trump, dazi al 50% per l’Ue da giugno. Le borse precipitano (Milano – 3%)

Nuova minaccia di Trump, dazi al 50% per l’Ue da giugno. Le borse precipitano (Milano – 3%)

Donald Trump raccomanda dazi del 50% sull’Unione Europea a partire dal prossimo primo giugno. Lo scrive sul suo social Truth. “È molto difficile avere a che fare con l’Unione Europea, formata con l’obiettivo di approfittarsi degli Stati Uniti sul commercio”, afferma Trump, sottolineando che le “nostre discussioni” con l’Ue “non stanno andando da nessuna parte”. Dopo la pubblicazione del post, le borse europee, sino a quel momento intorno alla parità, sono precipitate. Milano è ora in calo di circa il 3%.

L’inattesa dichiarazione di Trump arriva mentre sono in corso colloqui tra Washington e Bruxelles per cercare di raggiungere un accordo sulle rispettive politiche commerciali. L’Ue ha da poco sottoposto agli Usa una nuova proposta. Giovedì i ministri economici di Italia e Germania hanno lasciato trapelare un cauto ottimismo sull’andamento dei colloqui, smorzato però ora dalla presa di posizione del presidente Usa.

Nelle prossime ore il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, avrà una telefonata con uno dei due capi negoziatori Usa, Jamieson Greer , si apprende a Bruxelles. Nell’attesa la Commissione Ue reagisce con un ‘no comment’ all’annuncio di Trump di dazi al 50% all’Ue da giugno. La telefonata dovrebbe servire a chiarire le posizioni per il negoziato, anche se da quanto trapela le parti si sono già scambiate una lista di richieste, con Bruxelles convinta di aver dettagliato e strutturato la propria, ribadendo la disponibilità ad affrontare gli squilibri e la proposta di zero dazi sui prodotti industriali.

Dazi al 50% sono ben superiori a quelli del 20% inizialmente prospettati dalla Casa Bianca e congelati per 90 giorni, proprio per dare margine alla trattativa. Una pausa di tre mesi che, in teoria, scade a luglio. Poco prima dell’annuncio sull’Ue, Trump ha minacciato Apple di imporre un’imposta del 25% se non inizierà a produrre i suoi iPhone in fabbriche statunitensi, abbandonando Cina ed India.

23/05/2025

da Il Fatto Quotidiano

Mauro Del Corno

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