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Nuova ondata di attacchi russi sull’Ucraina, morti e feriti: cancellato il vertice Trump-Putin a Budapest

Nuova ondata di attacchi russi sull’Ucraina, morti e feriti: cancellato il vertice Trump-Putin a Budapest

Politica estera

22/10/2025

da Fanpage

Davide Falcioni

Notte di bombardamenti su Kiev e altre città ucraine: almeno due morti, quindici feriti e blackout diffusi. Mosca intensifica gli attacchi in vista dell’inverno dopo un raid ucraino su Bryansk. Intanto salta il vertice Trump–Putin a Budapest: svanisce l’ipotesi di un cessate il fuoco.

Un violento attacco aereo russo, il più massiccio delle ultime settimane, è stato lanciato la scorsa notte su Kiev e diverse altre città ucraine. Le esplosioni sono risuonate nella capitale poco dopo l’una in seguito a un’allerta per missili balistici lanciata dall’Aeronautica Militare. Secondo fonti locali, droni e missili hanno preso di mira quartieri residenziali e infrastrutture energetiche in varie regioni del Paese.

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A Kiev, un incendio è divampato tra l’ottavo e il nono piano di un palazzo residenziale nel distretto Dniprovskyi, provocando la morte di almeno due persone. I vigili del fuoco hanno tratto in salvo dieci residenti, mentre altre squadre di soccorso sono intervenute in diversi quartieri per domare gli incendi e prestare assistenza ai feriti. Il sindaco Vitali Klitschko ha confermato che i sistemi di difesa aerea sono entrati in azione per respingere il raid, ma alcuni frammenti di missili abbattuti hanno causato danni a veicoli ed edifici.

Anche a Dnipro, Zaporizhzhia e nel porto di Izmail si sono registrate esplosioni e danni significativi. A Zaporizhzhia, un edificio residenziale è stato colpito e almeno 15 civili sono rimasti feriti. Nell’oblast di Odessa, i bombardamenti hanno provocato interruzioni di corrente che hanno lasciato migliaia di famiglie al buio.

Un edificio bombardato a Zaporizhzhia

Un edificio bombardato a Zaporizhzhia

L’attacco russo arriva poche ore dopo un raid ucraino con missili Storm Shadow contro l’impianto chimico di Bryansk, in territorio russo, che produce componenti per l’industria missilistica di Mosca. Gli analisti vedono nell’azione di Mosca una risposta diretta, ma anche un segnale di intensificazione della campagna contro le infrastrutture energetiche ucraine in vista dell’inverno. Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che la Russia mira a indebolire il Paese colpendo centrali e reti elettriche, mentre la pressione internazionale sul Cremlino sembra allentarsi. "Si preparano a un inverno difficile per tutti gli ucraini", ha dichiarato il capo dello Stato, ribadendo la richiesta di armi a lungo raggio agli alleati occidentali.

Trump-Putin, vertice di Budapest rinviato
Sul piano politico, la crisi si intreccia con un brusco stop ai tentativi di mediazione internazionale. La Casa Bianca ha infatti annunciato che il previsto incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin a Budapest è stato sospeso "fino a nuovo avviso".

Il vertice, che in teoria si sarebbe dovuto svolgere nelle prossime settimane, avrebbe dovuto esplorare una possibile tregua, ma le posizioni di Mosca e Washington restano inconciliabili. Secondo fonti diplomatiche, Putin avrebbe proposto la cessione di alcune aree ucraine occupate in cambio del pieno controllo di Donetsk, un piano respinto fermamente da Zelensky nonostante le pressioni affinché cedesse territori da parte proprio di Trump durante l'ultimo bilaterale alla Casa Bianca, venerdì scorso.

Il rinvio del summit nella capitale ungherese arriva dopo un’intensa settimana di contatti tra Kiev, Washington e le capitali europee. Zelensky ha incontrato Trump a Washington in un faccia a faccia descritto come "teso", durante il quale è stata nuovamente avanzata la richiesta ucraina di ottenere missili Tomahawk. Tuttavia, la decisione americana è stata rinviata, mentre i leader europei – tra cui Macron, Meloni, Starmer e von der Leyen – hanno espresso sostegno a un cessate il fuoco basato sulle attuali linee del fronte, ma senza concessioni territoriali.

Lavrov: "No a un cessate il fuoco immediato, l'Ucraina resterebbe sotto il controllo nazista"
Alla luce delle posizioni di Kiev e degli alleati europei il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che l'idea di un cessate il fuoco "immediato" della guerra in Ucraina significherebbe dimenticare le "cause profonde" del conflitto in corso. "Ora sentiamo da Washington che dobbiamo fermarci immediatamente, che non dovremmo più discutere di nulla. Fermarci e lasciare che la storia giudichi. Vedete, fermarsi significherebbe dimenticare le cause profonde di questo conflitto, cosa che l'amministrazione americana, da quando Donald Trump è salito al potere, ha chiaramente compreso", ha dichiarato Lavrov. "Un cessate il fuoco immediato significherebbe che la maggior parte dell'Ucraina rimarrebbe sotto il controllo nazista", ha aggiunto il ministro degli Esteri russo.

"Coloro che ora stanno cercando di convincere i nostri colleghi americani a cambiare posizione e a smettere di perseguire una soluzione sostenibile a lungo termine, e semplicemente a fermarsi, lasciando che sia la storia a giudicare… Sappiamo chi lo sta facendo. Sono i sostenitori e i padroni europei di  Zelensky. Ma questo approccio è l'esatto opposto di ciò che i presidenti Trump e Putin hanno concordato ad Anchorage, quando si sono accordati per concentrarsi sulle cause profonde", ha detto Lavrov.

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