Politica italiana
17/10/2025
da Il Fatto Quotidiano
Ok dem al programma da 10 miliardi, “no” del m5S
La prossima settimana la maggioranza darà il via al programma Global Combat Air Program (Gcap), il progetto per gli aerei da combattimento di sesta generazione da sviluppare entro il 2035. Il programma sarà approvato anche con i voti del Pd che ha contribuito a scrivere la risoluzione di FdI in commissione Affari Esteri e Difesa di Palazzo Madama.
La joint venture per i nuovi cacciabombardieri è nata a dicembre 2023 grazie all’alleanza tra l’italiana Leonardo, la britannica Bae Systems e la giapponese Mitsubishi Heavy Industrise (in questi mesi ci ha messo gli occhi pure l’Arabia Saudita) e il governo italiano ci punta molto per rinnovare la sua flotta aerea: da qui a dieci anni l’investimento italiano sarà di 9,6 miliardi, in aumento rispetto agli 8,9 indicati nel Documento programmatico pluriennale per la Difesa 2024-2026. In totale i tre Stati metteranno 50 miliardi.
La commissione Affari Esteri e Difesa del Senato ha iniziato i lavori quasi un anno fa e da allora sono stati auditi esperti di Difesa, gli ambasciatori coinvolti, il presidente dell’Aiad Giuseppe Cossiga e il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, Luca Goretti. Alla fine, per concludere l’iter, l’8 ottobre il relatore di FdI Roberto Menia ha presentato una risoluzione scritta insieme al governo per dare il via libera al programma. La mozione impegna il governo ad assicurare i fondi per il programma, ad aprire la joint venture ad altri Paesi, a rispettare i tempi previsti e a informare il Parlamento sui tempi e sulle varie fasi del programma. Il voto era stato rinviato su richiesta del senatore del Pd Alessandro Alfieri, storicamente vicino al presidente del Copasir Lorenzo Guerini, che aveva chiesto più tempo. E ha proposto alcune integrazioni che sono state accolte dalla maggioranza. Le modifiche hanno riguardato la richiesta di informare “costantemente il Parlamento” sullo stato di avanzamento del programma. E poi un impegno a informare le commissioni in caso di utilizzo dei fondi europei o di utilizzo del fondo Safe “rispettando la clausola di preferenza europea” sugli acquisti (ovvero il fatto che il 65% deve essere prodotto in uno Stato membro dell’Ue).
In Commissione, per il Pd, oltre ad Alfieri, ci sono Pier Ferdinando Casini, Graziano Delrio, Francesca La Marca. “Abbiamo fatto un lungo lavoro di audizioni per definire gli avanzamenti del progetto, dando delle linee di indirizzo al governo”, spiega Alfieri ricordando che il programma era nato con il Conte-2 quando il ministro della Difesa era Guerini. Il M5S non la voterà: “Il programma presenta delle criticità dal punto di vista dei costi e della ‘non europeità’ per cui potrebbe risultare penalizzato rispetto ad altri progetti dal punto di vista dei finanziamenti europei – dice il capogruppo della commissione M5S, Bruno Marton – Stiamo valutando se presentare una risoluzione conclusiva di minoranza, o osservazioni o semplicemente astenerci”.