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Olanda all’ultra destra confusionaria

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Paesi Bassi: vince l’ultradestra di Wilders con il 23,5% dei voti. Alle spalle del Pvv, il partito di Geert Wilders, leader islamofobo, che da anni vive sotto scorta, il ticket Laburisti-Verdi guidato dall’ex commissario Ue al clima Frans Timmermans. Peggio delle previsioni e dei sondaggi della vigilia il partito liberal-conservatore orfano dopo 13 anni del premier uscente Mark Rutte.

L’euroscetticismo che avanza

Il leader dei sovranisti olandesi raddoppia. 35, forse 37 seggi alla ‘Tweede Kamer’ dei Paesi Bassi: oltre il doppio rispetto al 2021, almeno 10 in più di qualsiasi altro partito oggi. Crolla il partito liberal conservatore del dopo Rutte, addirittura terzo (24 seggi) dietro la coalizione di centrosinistra dall’ex commissario Ue al clima Frans Timmermans, che regge, ma non sfonda. Come il ‘Nuovo contratto sociale’ di Pieter Omtzigt (20 seggi), a lungo in testa nei sondaggi.

Wilders eterna comparsa

Wilders è protagonista della vita politica olandese da oltre 15 anni, e spesso era stato indicato tra i favoriti prima delle elezioni, ma senza mai confermare i pronostici, restando pertanto confinato all’opposizione, con l’eccezione del primo governo Rutte (2010), a cui fornì un appoggio esterno. Anche questa volta sembrava destinato al ruolo di comparsa. Poi la repentina rimonta, nell’ultimo mese scarso, e ‘sorpasso a sorpresa’  al fotofinish.

Il successo del Partito di Geert Wilders, è un segnale forte e assieme preoccupante per l’Europa, considerando che tra i capisaldi del pensiero del leader c’è anche uno spiccato euroscetticismo.

Immigrazione grimaldello

Il suo successo si spiega senz’altro con la centralità del tema immigrazione: l’Olanda nel 2022 ha dovuto fronteggiare flussi senza precedenti, soprattutto per l’arrivo di rifugiati ucraini, e ha sperimentato difficoltà logistiche notevoli per far fronte all’accoglienza. Si aggiunga il fatto che i partiti di destra, Pvv in testa, hanno saputo fare dell’immigrazione il capro espiatorio anche di problemi economici interni particolarmente sentiti dalla popolazione, a cominciare dall’emergenza case.

Brillante demagogo tv

Wilders ha infine sfruttato brillanti performance nei dibattiti televisivi degli ultimi giorni, convincendo una buona fetta dell’ampia percentuale di indecisi che i sondaggi registravano fino alla vigilia. «Restituiremo l’Olanda agli olandesi – sono state le prime parole di Wilders -. Fermeremo lo tsunami della migrazione». Ma non sarà affatto facile come da esaltazioni del dopo vittoria. Problemi economici molto gravi e complessi in Olanda, non imputabili al ‘fantasma migrante’, e di difficile soluzione oltra la demagogia facile del nemico esterno.

Personaggio inquietante e controverso

Geert Wilders, 60 anni, è parlamentare da 25 anni, prima per il Partito popolare e dal 2006 per il PVV, il Partito per la Libertà da lui creato. Definito spesso ‘populista di destra’, è intervenuto, invitato, ad un congresso della Lega Nord e ha collaborato con populisti anti-UE come Marine Le Pen e Nigel Farage.

Anticomunista, filosemita, antislamista

Una certa confusione politico ideologica. Di formazione laica e liberale anticomunista e anti-totalitario, antifascista, filosemita, antislamista (ha affermato di ‘odiare l’Islam, non gli islamici’, ricevendo accuse di islamofobia). Una certa confusione politico ideologica. Nel dicembre 2008, l’ottavo studio di Monitoraggio di Razzismo ed Estremismo condotto dalla Fondazione Anna Frank che si occupa di razzismo e antisemitismo, e dall’Università di Leida, hanno dichiarato che il partito di Wilders può essere considerato di estrema destra.

Potere bianco, ma con educazione

Apparentato all’estrema destra, Wilders risulta personalmente avverso al neonazismo e alle ideologie ad esso collegate come il potere bianco (poiché spesso antidemocratiche e antisemite), nonostante sia stato tacciato di promuovere il ‘nativismo olandese’ e indirettamente il nazionalismo bianco degli europei.

Van Gogh e Fallaci idoli, Netanyahu alleato

Sue personalità culturali di riferimento sono Theo van Gogh (regista assassinato da Mohammed Bouyeri, un estremista islamico) e la giornalista e scrittrice italiana Oriana Fallaci, che definisce il suo ‘idolo’. In politica estera sostiene fortemente lo Stato d’Israele, è vicino al Likud di Benjamin Netanyahu, e si considera un sionista convinto, oltre ad essere un euroscettico, favorevole all’uscita dei Paesi Bassi perlomeno dall’Euro.

Documentario Fitna

Ha realizzato anche un film, un cortometraggio di nome Fitna, in cui equipara il fondamentalismo islamico con l’islam moderato, in quanto secondo Wilders «un musulmano moderato non può essere un vero Musulmano».

Riceve ingenti finanziamenti dal miliardario americano di estrema destra Robert Shillman attraverso la Fondazione Horowitz.  Il 19 febbraio del 2009 gli viene assegnato il Premio Oriana Fallaci «per la sua attività politica, per il coraggio e la qualità artistica del film da lui prodotto, FITNA».