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Orban avverte: 'Conseguenze legali per chi partecipa al Budapest Pride'

Orban avverte: 'Conseguenze legali per chi partecipa al Budapest Pride'

'L'evento viola la legge, raccomando di rispettarla'. Cgil: 'Saremo al Pride contro la deriva totalitaria'

Nella consueta intervista a Kossuth Rádió, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha detto che ci saranno "conseguenze legali" per chi organizzerà o parteciperà al Budapest Pride che si svolgerà domani nella capitale ungherese, nonostante il divieto varato dalle autorità.

"Siamo adulti", ha dichiarato Orbán, "raccomando a tutti di rispettare le leggi, io lo faccio, e consiglierei loro di fare lo stesso. Se non lo fanno, devono tenere conto delle chiare conseguenze legali", ha avvertito. "La polizia potrebbe interrompere tali eventi se volesse, perché ne ha il diritto, ma l'Ungheria è un paese civile" ha spiegato il premier, sottolineando che l'evento "viola la legge" e che "il compito della polizia non è usare la violenza fisica, ma far sì che le persone rispettino la legge".

Il premier ungherese ha quindi parlato del vertice dei leader europei, accusando Bruxelles di comportarsi "sempre più come Mosca". La capitale russa, era "un centro di potere da cui venivano inviate istruzioni a Budapest", ha detto, sostenendo che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sta mostrando "segni di breznevizzazione" e che le istruzioni di Bruxelles vengono attuate attraverso i due principali partiti di opposizione, Tisza e la Coalizione Democratica (Dk).    

Ad una manciata d'ore dal via, il Budapest Pride è diventato un caso europeo. Mercoledì sera, alla vigilia del vertice dei 27, è stata Ursula von der Leyen ad abbandonare la sua proverbiale cautela. In un video pubblicato su X ha ufficialmente chiesto che l''Ungheria "consenta il Pride senza sanzioni". Una mossa, quella della presidente della Commissione, che ha improvvisamente cambiato lo spartito politico e mediatico attorno alla manifestazione. Fino a qualche giorno prima, von der Leyen aveva infatti suggerito ai commissari di astenersi dal presentarsi al Pride.

La sua intenzione era di non peggiorare ulteriormente i rapporti tra Viktor Orban e il resto d'Europa. Poi, il cambio di strategia. Il premier magiaro, come da copione, ha risposto per le rime. "Bruxelles si astenga da questioni su cui non ha alcun ruolo e si concentri su sfide più urgenti", ha scritto su X. Ma i fari sulla marcia ormai sono stati accesi.

Il Pride, nonostante la messa al bando operata nei giorni scorsi dal governo ungherese, si svolgerà comunque. L'espediente lo ha escogitato il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, eterno nemico del premier, che ha aggirato il divieto organizzando la marcia dell'orgoglio come evento della città.

Operazione per ora riuscita: al Pride di Budapest sono attesi circa 35mila partecipanti, una marea arcobaleno mai vista a quelle latitudini. Una marea ingrossata dai tanti - attivisti, politici, cittadini - che si stanno riversando nella capitale ungherese da tutta Europa per recapitare al leader sovranista un messaggio chiaro: i diritti Lgbtqi+ e il diritto a manifestare pacificamente non si toccano. 

Cgil, saremo al Pride d Budapest contro la deriva totalitaria

 "Domani parteciperemo al Pride a Budapest. Una scelta necessaria e convinta di fronte al grave attacco portato avanti dal governo ungherese, reazionario e di estrema destra, che ha vietato lo svolgimento del Pride, conferendo al divieto una presunta legittimazione di livello costituzionale". Lo affermano in una nota la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione e il responsabile dell'area delle politiche europee e internazionali della Cgil nazionale Salvatore Marra, che parlano di "un vulnus gravissimo ai principi fondativi dell'Unione Europea e dello stato di diritto".

Una delegazione della Cgil sarà alla manifestazione nella capitale ungherese, insieme alla Confederazione europea dei sindacati (CES) e a delegazioni di altre organizzazioni sindacali europee. "Scenderemo in piazza. - dichiarano Ghiglione e Marra - per esprimere un netto rifiuto della deriva totalitaria e liberticida che sta caratterizzando le cosiddette 'democrature' anche in Europa, con un effetto contagio al quale, purtroppo, non è estraneo nemmeno il nostro Paese con leggi come il decreto sicurezza". 

Delegazione M5s al Budapest Pride, "Orban non ci spaventa"

"Sto per andare con altri tre colleghi M5s del Senato al Budapest Pride dove troveremo anche la delegazione degli europarlamentari con Carolina Morace. In tutto saremo in sei del Movimento. Cosa ci aspettiamo? La rivendicazione di diritti calpestati per legge e di fare argine affinché il modello Orban non si espanda ulteriormente in Europa. L'arroganza di Orban, che pensa di poter andare contro il diritto internazionale, non ci spaventa". Lo dice la senatrice Alessandra Maiorino, responsabile diritti del Movimento. 

27/06/2025

da Ansa

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