ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

ATTUARE LA COSTITUZIONE PER CAMBIARE L'ITALIA

Orban sfacciatamente da Trump, ma tanti altri segretamente seguono

Orban sfacciatamente da Trump, ma tanti altri segretamente seguono

Viktor Orban negli Usa per partecipare al vertice Nato, finite le incombenze ufficiali si è spostato in Florida dal suo amico Donald Trump. E senza alcun  riguardo nei confronti di Biden, Orban ha descritto l’incontro «un costruttivo confronto» con il prossimo Presidente degli Stati Uniti. Uno tsunami di critiche Ue, arrivate fino a chiedere la sua defenestrazione dalla carica di Presidente di turno del Consiglio d’Europa. Ma questa è la diplomazia ‘ufficiale’. Altri, più nascostamente verso il probabile vincente

    

Altri meno sfacciatamente di Orban..

Nelle segrete stanze delle Cancellerie occidentali si comincia a suonare una musica diversa, anche perché si teme che presto qualcuno cambi direttore d’orchestra e spartito. Il Financial Times, scrive dell’ennesimo strafalcione politico di Orban, con la sua visita a Trump. Però aggiunge un titolone che è tutto un programma e che apre gli occhi anche al più ingenuo e sonnolento dei lettori: «Gli europei sfruttano il vertice della Nato per stabilire contatti con gli affiliati di Donald Trump».  Stupefacente, ma terribilmente vero. Mentre il povero Biden arrancava, lottando con le unghie e con i denti, sul podio della conferenza Nato, gli ‘alleati’ già pensavano al “Piano B”. Quello che potrebbe portare un altro inquilino alla Casa Bianca.

‘Operazione avvicinamento’

Così, il Financial Times rivela come si è svolta l’operazione di avvicinamento: «Leader, ministri e alti funzionari di numerosi governi europei hanno organizzato degli incontri questa settimana con personalità legate a Trump, come Keith Kellogg, ex capo dello staff del Consiglio per la Sicurezza nazionale, e l’ex Segretario di Stato Mike Pompeo». Al centro delle conversazioni, c’è la narrativa sulle ricorrenti minacce di Trump sul costo della ‘sicurezza collettiva’ e, in particolare, i contributi dei singoli alleati alla Nato. La questione è molto meno ideologica e geopoliticamente sofisticata di quanto appaia. Trump non ragiona da Presidente degli Stati Uniti, cioè da leader di una superpotenza globale. No, lui è il capocantiere che ordina a tutti i condomini di pagare le quote. E subito. A rischio di mettere i catenacci al portone. Dunque, nel 2018 aveva già minacciato la Nato di ‘chiusura’. Ora torna alla carica: tutti devono tirare fuori i soldi (almeno il 2% del Pil) per difendere l’Occidente. In caso contrario, che ognuno si paghi la sua sicurezza.

E l’Ucraina a carico europeo

Sull’Ucraina è la stessa cosa. Martedì ha detto che finora l’America si è svenata, mentre l’Europa ha fatto meno di quello che avrebbe dovuto fare. Bruxelles può recuperare? Certo, secondo Trump basta stanziare altri 100 miliardi di euro (a parte quelli già deliberati) da spedire subito per armare Kiev. Insomma i quasi 175 miliardi di dollari finora spesi (o programmati) da Casa Bianca e Congresso, per Trump bastano e avanzano. D’altro canto, rifiuta di guardare le statistiche del Kiel Institute, che dovrebbero spiegare il totale degli esborsi finora fatti per Kiev. Esborsi che, per la verità, risultano difficili da ricostruire anche per gli specialisti. Come si concilii, poi, la moltiplicazione delle bombarde con le sue velleità di organizzare un «tavolo della pace», spetterà a lui (forse) dimostrarlo. Per ora, nell’attesa di un duro atterraggio, chi può apre i paracadute.

Quasi al ‘si salvi chi può’

«Molti diplomatici e analisti – svela il Financial Times – si sono rivolti all’America First Policy Institute, un think tank conservatore (di cui Kellogg è co-presidente del programma di sicurezza) per avere indicazioni su come Trump potrebbe comportarsi in un secondo mandato». Lo stesso Kellogg ha confermato «di avere avuto una serie di incontri con vari primi ministri, consiglieri per la Sicurezza nazionale, ministri della Difesa, degli Esteri e ambasciatori». Insomma, un vero e proprio pellegrinaggio di autorevoli esponenti di tutto l’establishment occidentale che, evidentemente, arrivati a Washington, devono avere fiutato l’aria che tirava. E si sa, quando la nave fa acqua, indovinate chi sono i primi che cercano una scialuppa?

13/07/2024

da Remocontro

Piero Orteca

share